lunedì 10 dicembre 2018
In Italia sono poco più di 1.000, un numero destinato inevitabilmente a crescere nei prossimi anni
Attuari, sempre più ricercati
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Gli attuari sono esperti di statistica, matematica applicata, probabilità, finanza e tecniche attuariali. Il loro mestiere, all’interno delle compagnie di assicurazione come degli enti pensionistici, riguarda molteplici aspetti dal calcolo delle tariffe agli accantonamenti tecnici, e in ogni caso la valutazione dei rischi, attività che si sta sempre più estendendo al mondo finanziario, alle imprese non finanziarie, ai fondi sanitari, alla gestione dei dati, al welfare, agli eventi di natura globale e sistemica.

«La nostra attività professionale - spiega Giampaolo Crenca, presidente del Consiglio nazionale degli attuari - ha anche un valore sociale. Svolgiamo attività che non sono fini a sé stesse, ma che servono alla collettività. Un esempio concreto? Valutiamo e calcoliamo le pensioni, così come i premi delle assicurazioni
sulla vita».

Nel mondo gli attuari sono circa 100mila, in Europa viaggiano verso i 24mila. In Italia poco più di 1.000, un numero destinato inevitabilmente a crescere nei prossimi anni sull’onda dello sviluppo della professione con particolare riferimento alla gestione dei rischi, in particolare quelli aziendali, ai fondi sanitari, all’evoluzione dei mercati assicurativi, previdenziali e finanziari. Gli attuari lavorano sia come liberi professionisti sia come dipendenti presso società di assicurazioni, enti del settore previdenziale, Università, istituti di vigilanza come l’Ivass (assicurazioni) e la Covip (fondi pensione), mondo finanziario, imprese non finanziarie, gestione dei dati, welfare.

In particolare nel mondo assicurativo la presenza degli attuari si allarga sempre di più rispetto ai tradizionali ambiti di attività. Oggi troviamo attuari anche nell’area gestionale, nell’informatica, nella pianificazione e controllo e in altri settori. Il rischio è incertezza, e gli attuari dispongono degli strumenti per valutarla. Per l’attuario il rischio è una sorta di habitat naturale. Gli attuari sono molto ricercati e i tempi per trovare lavoro sono molto brevi, e questo ormai da anni.

In Italia è una professione giovane (oltre un quarto degli iscritti all’Ordine ha meno di 35 anni, quasi il 60% è under 45) e sempre più “rosa”, con il 42% di donne. Oggi gli attuari lavorano soprattutto nelle assicurazioni (45%), nella previdenza e nei fondi sanitari (16%) e come liberi professionisti (11%), oltre a un 5% nel mondo finanziario e altrettanto nelle Autorità di vigilanza, mentre il restante 16% si divide tra insegnamento, imprese non finanziarie e altro. «In prospettiva - afferma Crenca - il numero degli attuari aumenterà in tutti i settori, ma cambieranno i pesi: 35% assicurazioni, 22% previdenza e fondi sanitari, 17% libera professione, 9% mondo finanziario, 4% autorità di vigilanza, 8% imprese non finanziarie e 5% altre attività».

Per diventare attuari occorre una laurea magistrale in Finanza, oppure in Scienze Statistiche, oppure ancora in Scienze Statistiche, Attuariali e Finanziarie, poi superare l’esame di Stato e iscriversi all’albo.

Per maggiori informazioni: http://www.ordineattuari.it/attuario/come-si-diventa/.








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