mercoledì 23 ottobre 2019
L'intervento della Procura dà ragione alle accuse del fondo Quintessential. Il futuro del gruppo bolognese della plastica è ora fortemente a rischio
Marco Astorri, fondatore di Bio-on, alla cerimonia della posa della prima pietra dello stabilimento bolognese (foto Twitter)

Marco Astorri, fondatore di Bio-on, alla cerimonia della posa della prima pietra dello stabilimento bolognese (foto Twitter)

COMMENTA E CONDIVIDI

Nell’ambito dell’operazione “Plastic Bubbles”, la Guardia di Finanza e la Procura di Bologna hanno emesso misure cautelari nei confronti di tre manager di Bio-on, la società bolognese della bioplastica. Marco Astorri, fondatore e presidente dell'azienda, è agli arresti domiciliari. Guido Cicognani, altro fondatore e vicepresidente, e Gianfranco Capodaglio, presidente del collegio sindacale, hanno invece il divieto di esercitare uffici direttivi di persone giuridiche.

Le autorità hanno anche sequestrato beni per 150 milioni di euro: 36 milioni tra denaro e altri beni, 115 milioni in azioni della società. In tutto sono indagate 9 persone, fra amministratori, sindaci, direttore finanziario e revisore. L'accusa è quella di false comunicazioni e manipolazione del mercato.

L’intervento della Procura dà ragione alle accuse del fondo speculativo Quintessential Capital Management, che lo scorso luglio con il report "Bio-on: una Parmalat a Bologna?" ha contestato la narrativa dell’azienda. Il fondo americano guidato da Gabriele Grego e specializzato nello scommettere contro aziende quotate che hanno situazioni critiche, ha contestato la contabilità, il modello produttivo e la fondatezza della tecnologia alla base dell'attività di Bio-on.

Fino a quel momento, la società bolognese fondata nel 2007 da Astorri e Cicognani era considerata un’eccellenza italiana delle plastiche sostenibili, un settore ad altissimo potenziale. In particolare Bio-on punta sull'uso dei polimeri PHAs (polidrossialcanoati). Questo poliestere naturale prodotto in natura dalla fermentazione dello zucchero può essere la base per produzione di plastiche biodegradabili in acqua. Negli anni, Bio-n ha firmato diverse partnership, anche con grandi gruppi – tra gli altri ultimi Kering e Kartell ma anche giganti come Unilever – per applicazioni pratiche della sua tecnologia.

Tra le contestazione di Quintessential c'è che le numerose alleanze, spesso sotto forma di joint-venture, fossero in realtà scatole vuote che servivano a gonfiare il fatturato. «Dopo una meticolosa raccolta e analisi di informazioni, siamo giunti alla opinione che Bio-on sia un “castello di carte”, uno schema concepito dal management per arricchirsi sulle spalle degli azionisti» ha accusato il fondo.

La relazione con cui il giudice delle indagini preliminari ha convalidato gli arresti conferma quel sospetto. Le indagini, scrive il Gip, hanno mostrato come «gran parte dei ricavi iscritti nei bilanci della società dal 2015 al 2018 fosse non veritiera, con riguardo alle tempistiche e modalità di effettiva realizzazione, mentre parte dei ricavi generati da cessioni di licenze nei confronti di due joint venture contabilizzate nel 2018, sarebbe frutto di operazioni fittizie». Mentre «le false informazioni di bilancio sono risultate strettamente funzionali ad accrescere la capitalizzazione» creando negli investitori «ingannevoli aspettative di forte crescita-espansione».

In Borsa da 5 anni (la quotazione è avvenuta il 24 ottobre del 2014) la società è stata una delle grandi protagoniste dell’espansione del segmento Aim, quello dedicato alle piccole e medie imprese. L’azione è partita da un prezzo di 5 euro (per una capitalizzazione totale di 66,2 milioni) per salire a 15 a metà 2015. Nel 2017 la capitalizzazione dell’intero gruppo ha superato i 500 milioni, nell’estate 2018 è andata sopra il miliardo. A novembre dello scorso anno le azioni hanno toccato il massimo storico a 71 euro, per una capitalizzazione di quasi 1,5 miliardi.

Dopo il report di Quintessential le azioni sono crollate del 70%. Bio-on aveva contestato le accuse del fondo, ma i conti del primo semestre avevano confermato che la situazione è complicata. I ricavi sono stati di soli 917mila euro, contro i 6,1 milioni della prima parte del 2018, nel frattempo la perdita è salita da 2,4 a 5,1 milioni di euro e la posizione finanziaria netta è peggiorata dell’82% diventando negativa per 41 milioni. In cassa rimanevano solo 536mila euro.

Envent Capital Markets, il “Nomad” (Nominated Adviser) che ha accompagnato Bio-On sul mercato dei capitali, si è ritirato e sarà sostituito a fine mese da Baldi Finance.

Per rassicurare gli investitori, qualche giorno fa i fondatori si erano impegnati a coprire quasi la metà dei 24 milioni di euro necessari a fare andare avanti Bio-on per i prossimi 12 mesi. Entro la fine dell’anno doveva essere presentato il nuovo piano industriale 2020-2024. Tutti progetti che, quasi certamente, si interrompono con gli arresti. Gli scambi sulle azioni Bio-on sono sospesi a tempo indeterminato.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI