martedì 7 agosto 2012
​Si tratta ancora sul salvataggio della compagnia siciliana. L'Enac preme ed è pronta a vietare il decollo degli aerei delal compagnia low cost. Riggio: «Accordo entro domani». L'ostacolo sono i limiti dell'antitrust.
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Gli aerei di WindJet decollano con pesanti ritardi, ma decollano. Ed è già molto, considerato che la compagnia catanese fondata da Antonino Pulvirenti, il presidente del Catania, ha ormai le casse vuote. WindJet «non ha risorse economiche sufficienti per garantire l’attività» per i prossimi mesi, ha spiegato l’Ente nazionale per l’aviazione civile, che punta a riuscire ad arrivare al salvataggio della compagnia nel giro di poche ore. Il "salvatore" sarebbe Alitalia, a sua volta "salvata" nel 2008 e tuttora non troppo in salute (l’obiettivo della compagnia di bandiera è tornare all’utile l’anno prossimo).«È necessario che si trovi un accordo in breve tempo, nell’esclusivo interesse della tutela dei passeggeri e dell’efficienza del trasporto aereo in un periodo che risulta essere il più trafficato dell’anno» ha detto Vito Riggio, il presidente dell’Enac, fissando come scadenza mercoledì: se entro quella data non arriva la comunicazione ufficiale di una intesa tra Alitalia e WindJet, ha avvertito Riggio, «fermiamo gli aerei». Nel frattempo l’Ente invita le due compagnie a «farsi carico della gestione dei passeggeri che rimangono coinvolti nei disservizi, anche attraverso la riprotezione su voli di altri vettori».La trattativa tra Alitalia e WindJet va avanti da diversi mesi. Già a gennaio la compagnia di bandiera aveva tentato l’integrazione con la società di Pulvirenti e con Blue Panorama. La seconda negoziazione è fallita, la prima è andata avanti e adesso dovrebbe arrivare a una conclusione. Ma c’è un ostacolo fatto di scarsa collaborazione da parte di WindJet (almeno secondo fonti interne ad Alitalia) e regole sulla concorrenza. Il 18 luglio scorso l’Autorità garante della concorrenza e del mercato aveva dato il via libera all’acquisizione di WindJet da parte di Alitalia, ma chiedeva che, dopo l’operazione, Alitalia cedesse alcuni slot (cioè tratte e orari) su tre rotte: due coppie di slot sulla Catania-Milano Linate, una coppia sulla Palermo-Milano Linate e fino a due coppie sulla Catania-Roma Fiumicino. Senza queste cessioni l’azienda avrebbe una posizione di egemonia sul mercato. Il giorno del verdetto Alitalia si era detta sorpresa, perché non si aspettava tante limitazioni. Secondo le stime della compagnia, questi vincoli comporterebbero maggiori costi per una cifra superiore ai 2 milioni di euro.La speranza di tutti è che si arrivi a un accordo. Se il salvataggio dovesse saltare, si dovranno gestire gli effetti della chiusura dell’attività sui 500 lavoratori della compagnia low cost.
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