Non ci sarà nessun passo indietro sulla sicurezza e l'efficienza delle caldaie
Il ministero dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, dopo la bozza di Dpr che di fatto toglie l'ispezione "in situ" per le caldaie domestiche fino a 70 Kilowatt, rassicura sul rispetto delle norme ambientali. Dubbi delle associazioni di categoria

Se non è una mezza marcia indietro, poco ci manca. La notizia che ha messo in allarme associazioni di artigiani e ambientaliste è una bozza molto avanzata del nuovo Dpr del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica che – abrogando il Dpr 74 del 2013 – di fatto riscrive le regole sui controlli degli impianti termici, togliendo l’obbligo di ispezioni “in situ” per tutti gli impianti sotto i 70 Kilovatt. Il che significa per quasi tutte le caldaie domestiche a gas che in Italia sono circa 20 milioni, di cui 7 milioni con più di 15 anni di età. Per questi tipi di impianto, insomma, rimarrebbero solo controlli documentali a distanza.
Una notizia trapelata sugli organi di stampa che adesso il Mise ridimensiona, assicurando che non verrà messa a rischio l’efficienza energetica. «Lo schema di Dpr che disciplina controlli e ispezioni sugli impianti termici degli edifici non prevederà alcun passo indietro sulla sicurezza, nè sugli obiettivi di efficienza energetica», la precisazione in una nota sottolineando che «il testo, su cui sono emerse in questi giorni perplessità a mezzo stampa da parte di alcune realtà associative è solo una bozza e non una versione definitiva, che il ministero dell'Ambiente e della Sicurezza energetica sta redigendo e che dovrà in ogni caso acquisire il parere della Conferenza Unificata e del Consiglio di Stato».
Il nuovo Dpr, ricorda il ministero, deve tenere conto degli obiettivi fissati dal decreto legislativo che recepisce la direttiva comunitaria, tra cui ottimizzare il rapporto costi-benefici per la collettività e semplificare l'attività di ispezione. Rispetto a oggi, aggiunge il Mise, «il nuovo decreto incrementa la frequenza dei controlli da quattro a due anni per gli impianti a gas di potenza tra i 70 e 100 kilowatt, innalzando da dieci e venti kilowatt la soglia minima del controllo e lasciando immutata quella per gli impianti a gas di potenza da 20 a 70 kilowatt, ossia quattro anni». Sarebbe mantenuta la frequenza originaria anche per gli impianti alimentati a combustibili solidi. Le ispezioni, la conclusione, si indirizzano dunque sugli impianti di maggiore potenza e rilevanza in termini di sistema, con accertamento documentale per quelli più piccoli, lasciando in ogni caso a Regioni e Province autonome la possibilità di ampliare il campo delle potenze degli impianti su cui eseguire controlli e ispezioni.
A non convincere gli addetti ai lavori è proprio il fatto che in virtù di una semplificazione dei cittadini, si vada a discapito della sicurezza energetica. «I controlli e la manutenzione delle caldaie domestiche sono essenziali per la sicurezza, la tutela della salute e la qualità dell'aria», sottolineano Confartigianato, Cna e Casartigiani. «Eliminare i controlli in casa per le caldaie è un passo indietro per salute e qualità dell'aria», sono le parole di «forte preoccupazione» dell'associazione Isde - Medici per l'ambiente.
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