Segnalazioni di illeciti, a che punto sono dopo il decreto legislativo

Il report svolge un’analisi su 179 enti pubblici e sulle 50 maggiori aziende italiane per numero di dipendenti, fornendo una fotografia utile a comprendere progressi, lacune e sfide ancora aperte
July 6, 2025
Segnalazioni di illeciti, a che punto sono dopo il decreto legislativo
Archivio | Marco Chiesara, senior partner dello studio legale Lexellent
Il Report Whistleblowing 2024 di Transparency International Italia offre indicazioni puntuali sullo stato di attuazione delle segnalazioni di illeciti in Italia, a un anno dall’entrata in vigore del decreto legislativo 24/2023. Il report svolge un’analisi su 179 enti pubblici e sulle 50 maggiori aziende italiane per numero di dipendenti, fornendo una fotografia utile a comprendere progressi, lacune e sfide ancora aperte. «Nel settore pubblico - spiega Marco Chiesara, senior partner dello studio legale Lexellent - l’84% degli enti monitorati ha adottato una piattaforma digitale per la gestione delle segnalazioni e l’82% presenta una sezione dedicata al whistleblowing all’interno del sito istituzionale. Tuttavia, nel 23% dei casi emergono irregolarità, legate soprattutto alla scarsa visibilità o alla non conformità dei canali indicati. In alcuni enti, la normativa è stata recepita solo in modo formale, senza che le misure fossero pienamente integrate nei processi e nella cultura organizzativa».
Il 2024 è stato comunque un anno di crescita per il whistleblowing in Italia. Dopo un periodo di importanti cambiamenti, l’assestamento normativo e regolamentare non ha rallentato i processi di allineamento delle tante organizzazioni, pubbliche e private, impegnate a migliorare le proprie procedure interne di segnalazione di illeciti. Transparency International Italia ha rafforzato il suo impegno in formazione e comunicazione, affinché il whistleblowing sia percepito sempre più come uno strumento in grado di garantire giustizia ed equità, ma anche come un motore di cambiamento, capace di portare benefici organizzativi ed economici agli enti che lo implementano e alla società nel suo complesso. In particolare, ciò che più preme sul tema è la protezione dei segnalanti, cioè di chiunque si trovi nella condizione di segnalare potenziali illeciti sul luogo di lavoro. Sono quelli che più di tutti subiscono le conseguenze di un’azione civica che non è ancora riconosciuta come dovrebbe. I whistleblower svolgono un ruolo essenziale nella tutela dell’integrità ed è fondamentale affermare e sostenere il principio secondo cui chi segnala illeciti deve essere incoraggiato e poi, eventualmente, protetto e non punito. Per questo una delle attività più importanti è il servizio di supporto gratuito ai segnalanti, attivo dal 2014 e aperto a tutta la cittadinanza. I numeri annuali delle segnalazioni sono in leggero aumento e ognuna di loro è una testimonianza di impegno civico che deve essere adeguatamente supportata. Nei prossimi mesi, insieme alle organizzazioni che si occupano di whistleblowing, verrà aperto un nuovo spazio di comunità, per offrire ai potenziali whistleblower la migliore assistenza possibile.

«Nel settore privato - continua l'avvocato Chiesara - l’analisi evidenzia che gran parte delle imprese ha adottato procedure di whistleblowing coerenti con la normativa. Tuttavia, il report segnala criticità in termini di trasparenza e accessibilità. L’80% delle aziende non prevede di comunicare al segnalante se la segnalazione sia stata fatta al soggetto sbagliato con invito a inviarla al soggetto corretto e il 56% non prevede il trasferimento automatico al soggetto deputato. E ancora, in termini di accessibilità, il 28% delle aziende non ha una sezione interamente dedicata al whistleblowing. Tutto ciò rende più difficile comprendere come attivare correttamente il processo previsto. Un ulteriore dato rilevante è quello per cui l’84% delle aziende private non prevede misure di sostegno per i segnalanti. Sotto questo profilo, un ruolo strategico può giocarlo il terzo settore. L’articolo 18 del decreto legislativo 24/2023 attribuisce, infatti, agli enti accreditati presso Anac la funzione di offrire sostegno ai segnalanti, attraverso informazione, consulenza e accompagnamento, anche in caso di ritorsioni. Nel 2024, una convenzione tra Transparency International Italia e Anac ha formalizzato e potenziato questa funzione, creando una rete nazionale di enti qualificati e promuovendo attività formative congiunte. In questo quadro si inserisce l'Alac-Allerta anticorruzione, servizio gratuito attivo dal 2014 e gestito da Transparency che accompagna i whistleblower nella scelta del canale più idoneo, li assiste nella redazione delle segnalazioni e mette a disposizione una piattaforma sicura, crittografata e, se necessario, anonima».

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