L'inchiesta sull'urbanistica si allarga. Perché è indagato il sindaco Sala

La Procura chiede i domiciliari per l'imprenditore Catella (Coima) e l'assessore Tancredi. Accuse di corruzione e falso. Il primo cittadino: non ci riconosciamo in questa ricostruzione
July 15, 2025
L'inchiesta sull'urbanistica si allarga. Perché è indagato il sindaco Sala
Ansa | Giuseppe Sala, sindaco di Milano
Il sindaco di Milano Giuseppe Sala sarebbe indagato da circa un mese nell'indagine della Procura di Milano che ha portato alla richiesta di sei arresti che dovrà essere valutata da un gip dopo l'interrogatorio preventivo. Nessun avviso sarebbe stato notificato al sindaco perché non c'è stata necessità di svolgere attività investigative che comportassero la discovery delle carte (ieri mattina Sala si è lamentato di averlo scoperto da un giornale). Sala è accusato di «false dichiarazioni» su qualità personali proprie o di altre persone e «induzione indebita a dare o a promettere utilità», insieme a una settantina di indagati, nell’ambito dell’inchiesta sull’urbanistica, in cui la procura di Milano ha chiesto sei arresti per corruzione: tra le sei richieste, i nomi di Manfredi Catella, fondatore e Ceo di Coima, che ha ridisegnato lo skyline di Milano, e l’assessore alla rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi (di cui il pd in comune ha chiesto ieri le dimissioni).
La prima accusa per Sala riguarderebbe l’attestazione di assenza di conflitti di interesse dell'ex presidente della commissione paesaggio (l’organo che approva i progetti urbanistici), Giuseppe Marinoni (la figura al centro dell’inchiesta), con costruttori o progettisti di lavori. «Marinoni infatti, perseguendo l’obiettivo di attuare un “PGT ombra” “e con alte parcelle, riceveva incarichi privati dagli operatori della finanza immobiliare e proprietari di aree, coinvolti nei maggiori interventi urbanistico-edilizi sul territorio del Comune di Milano». Conflitto di interessi che diviene strutturale «il 12 gennaio 2023 (Marinoni da un anno era in carica)», quando « la delibera di Giunta, proposta da Tancredi stesso, di concerto con la direttrice Area Rigenerazione Urbana” Simona Collarini, che conferiva allo studioMarinoni srl il “patrocinio gratuito del Comune” allo studio su “Nodi e Porte Metropolitane Milano 2050” da compiersi, paradossalmente, presso lo Studio Marinoni spa dal marzo a dicembre 2023. Tale “studio” - che otteneva così l’appoggio e i favori del Comune - era finalizzato a un’operazione di vasta speculazione edilizia gestita da Marinoni e Tancredi su tavoli non istituzionali una strategia urbanistica di pianificazione di dettaglio di estesissime aree del territorio di Milano».
«Il rapporto tra sindaco e commissione è praticamente nullo - ha detto ieri Sala, aggiungendo di non avere nemmeno il nemero di Marinoni». Per i pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici, coordinati dall’aggiunta Tiziana Siciliano, Sala invece sapeva di tale condizione di incompatibilità quando Marinoni venne riconfermato come presidente della commissione, e in occasione della delibera di giunta con cui il comune patrocinava gratuitamente uno studio privato. L'altra ipotesi di reato, induzione indebita a dare o ricevere utilità, viene contestata al sindaco in relazione alla vicenda del Pirellino (il nome del vecchio edificio) - Torre Botanica. Che è il nome del nuovo progetto che avrebbe dovuto trasformare in un secondo “bosco verticale” di Milano la vecchia sede direzionale del Comune di Milano, in via Pirelli 39. Progetto affidato, insieme ad altri studi di architettura, al presidente della Triennale Stefano Boeri (il cui nome però scomparirà dopo l’interdittiva, in seguito all’inchiesta per la realizzazione della Beic - Biblioteca europea di informazione e cultura).
A sinistra l'assessore Giancarlo Tancredi e a destra Manfredi Catella - Ansa
A sinistra l'assessore Giancarlo Tancredi e a destra Manfredi Catella - Ansa
«Il Pirellino l’abbiamo venduto nel 2019 e siamo ancora fermi. Sono passati sei anni e i lavori non sono mai partiti - si è difeso Sala -. Altro che induzione, è stata una continua discussione perché non abbiamo mai trovato un accordo su quello che potevano fare».
Il progetto per due volte non passa il vaglio della commissione paesaggio. Alla terza votazione arriva un sì condizionato e infine, il 5 ottobre 2023, c’è il via libera. Secondo i pm, questo cambio di parere è arrivato quando «Stefano Boeri si attivava sia sul piano politico, presso il sindaco Sala e l’assessore Tancredi, sia nei confronti della parte tecnica, costituita dai membri della Commissione per il paesaggio, Giuseppe Marinoni e Alessandro Scandurra in primis (al quale Coima avrebbe versato 138mila euro per consulenze)». Intanto Manfredi Catella si attiva con la parte amministrativa: Marinoni e il Direttore Generale del Comune Christian Malangone. Il 24 febbraio del 2023, il giorno dopo la prima bocciatura in commissione, l’assessore alla rigenerazione urbana Tancredi fa sapere al presidente della commissione Paesaggio che il Ceo di Coima non è contento: «Ovviamente Catella non ha tardato a lamentarsi del parere di ieri».
Nel frattempo, il presidente della Triennale pressa il vicepresidente della commissione e direttore dello sportello unico edilizia del comune Giovanni Oggioni (indagato nella prima tranche d’inchiesta sull’urbanistica milanese), e il presidente Marinoni: «Caspita ma ci bocciate tutto?... siete come la Juve». E Oggioni risponde: «Soffro, d’altra parte soffrire è da interista». Dopo essersi espresso con metafore calcistiche, Boeri manifesta il suo disappunto con similitudini politiche: «Siete diventati di Potere al popolo». Risposta a tono del dirigente comunale: «Sono in commissione a giustiziare». Boeri si lamenta con Catella: «È inaccettabile». E poi contatta un’altra componente della stessa commissione: «Ma mi avete bocciato tre progetti su tre???», con tre punti interrogativi. Catella avvisa Boeri di aver parlato con l’assessore Tancredi ed esorta l’architetto a «lavorare in fretta» per la presentazione finale del progetto, segno che qualcosa forse si sta per sbloccare. Ma il 18 maggio arriva la doccia fredda della seconda bocciatura. Motivo: «Hanno cambiato il render, non il progetto». Il 9 giugno Catella elabora «una strategia per corroborare la posizione di Boeri, incaricato di portare la Commissione verso l’approvazione». E dice testualmente: «Così li mettiamo di fronte ad una scelta irrinunciabile e con il tuo conferimento potrai esprimere tutto quanto necessario per orientare auspicabilmente la commissione verso la soluzione che riterrai più armoniosa». Strategia che prevede anche la pubblicazione di un’intervista di Boeri sul Corriere.
Prima della seduta del 22 giugno 2023, nella quale il progetto otterrà per la prima volta il parere favorevole condizionato, l’architetto dice in un vocale a Catella che occorre far intervenire su Marinoni il sindaco Giuseppe Sala, a cui lui ha già mandato il seguente messaggio: «Guarda, a livello personale, da amico ad amico, ti dico che c’è una situazione che mi fa paura, non fa bene...». Parallelamente, lo stesso giorno l’assessore Tancredi «pressa Marinoni affinché dia un parere favorevole, sottolineando che cosi avrebbero evitato attacchi a lui personalmente e ripercussioni negative per tutti gli altri, informandolo anche che Boeri “ovviamente” aveva già parlato con il sindaco Sala». Una situazione quindi per i pm «di subordinazione» degli amministratori «a Boeri e Catella», confermata anche da questo messaggio trovato sul cellulare dell’architetto e inviato a Sala: «Prendilo come wormig (warning) per domani». Così si arriva al primo voto favorevole con riserva, poi confermato. «Ma gli altri si rendono conto che su progetti meno impattanti abbiamo dato pareri contrari finché non sono stati migliorati? Qui no. Tutti con la testa bassa. Poi vadano a giustificarlo se qualcuno si incavola», commenta il presidente della commissione. «Non hanno neanche interessi personali. È solo soggezione e sudditanza». A proposito di ciò viene riportata anche una chat di una componente della commissione che scrive all’archistar per sostenerlo nella «fatica di costruire parti della città con investitori» e aggiunge che «siamo ben contenti se ci obbligate a avere ingresso a ponte verso il parco».

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