Furti in crescita nei negozi e nei supermercati: la colpa è anche delle casse automatiche
di Cinzia Arena
Il Barometro dei furti nel retail realizzato da Cekpoint System Italia evidenzia un impatto dell'1,2% sui ricavi totali. Telecamere e addetti alla sorveglianza sono le contro-misure adottate

Sono una spina nel fianco sia per i supermercati che per i negozi di abbigliamento e la stagione invernale, complice il maggior afflusso nei punti vendita e la possibilità di occultare la merce con più facilità, è quella con il maggior numero di furti. La diffusione delle casse automatiche ha amplificato il fenomeno spingendo le aziende a rafforzare i controlli. A fotografare lo stato dell’arte del variegato mondo del taccheggio il Barometro dei furti nel retail in Italia promosso da Ceckpoint Systems Italia (multinazionale che si occupa della prevenzione delle perdite e della gestione dell’inventario tramite digitalizzazione che ha 213 stabilimenti e quasi 26mila dipendenti). L’anno scorso l’impatto dei furti in Italia è stato in media dell’1,2% sui ricavi annui per un valore di 4,12 miliardi di euro (erano 4,6 miliardi l’anno precedente). Più della metà, il 53% è legato ad episodi commessi dai potenziali clienti. Un fenomeno in crescita rispetto all’anno scorso e molto percepito dalle aziende (l’84% di quelle intervistate lo indica come un problema).
Tra le altre tipologie di perdite si registra una percentuale del 21% di furti interni, da parte dei dipendenti e un 11% di errori amministrativi. Sono i supermercati i negozi più colpiti con il 45% delle perdite (tonno, formaggi, alcolici e bevande i prodotti più appetibili seguiti da caffè e salumi). Nel settore del benessere creme e prodotti per il make up vanno letteralmente a ruba. Anche il pet food è sempre più nel mirino mentre nell’abbigliamento i furti si concentrano su biancheria intima, t-shirt e calzature. Auricolari, accessori per smartphone sono i prodotti tecnologici più a rischio.
L’analisi evidenzia come oltre la metà dei furti ovvero il 53% sia messa a segno da ladri non professionisti e in modo occasionale, mentre soltanto il 47% è riconducibile a gruppi organizzati. Dal punto di vista anagrafico sono gli adulti under 50 i taccheggiatori più attivi, mentre minori e over 50 impattano rispettivamente per un 16% a testa. Sul piano economico i furti riguardano beni di valore limitato con un importo medio compreso tra i 40 e gli 80 euro. Le dinamiche si stanno comunque trasformando velocemente e si segnala un aumento significativo delle aggressioni fisiche e verbali nei confronti degli addetti. La diffusione delle casse automatiche (presenti nel 79% dei punti vendita retail) si sta rivelando un vero e proprio tallone d’Achille con la necessità per le aziende di introdurre telecamere, e addetti alla sorveglianza che sono però sempre meno reperibili sul mercato. Nel complesso il Barometro dei furti nel retail tratteggia un fenomeno in espansione e sempre più diffuso che non segue logiche di settore ma di opportunità: i taccheggiatori sembrano orientarsi verso prodotti ad alta rotazione e facile occultamento. La prevenzione delle perdite è ormai una priorità strategica per il retail e passa anche da nuovi soluzioni: dalle barriere di sicurezza agli spider wrap (antitaccheggio di nuova generazione dotati di cavi estensibili per ancorare la merce agli scaffali). A queste misure si affiancano le soluzioni basate sulla tecnologia Rfdi (Radio Frequency Identification, vale a dire un sistema di identificazione automatica che utilizza le onde radio) una forma di etichettatura a radio frequenza in abbinamento a soluzioni basate sull’Ia, smart tag e antenne dotate di telecamere integrate. Se un articolo non autorizzato esce dal negozio, il tag emette un segnale che attiva un allarme, segnalando un furto. A differenza dei sistemi tradizionali, l'Rfdi può identificare il prodotto specifico rubato e offre anche la tracciabilità della merce, consentendo il controllo dell'inventario in tempo reale e migliorando l'efficienza logistica. «Si tratta di soluzioni che non solo rafforzano la sicurezza ma consentono anche di tutelare i consumatori perché consentono di migliorare l’efficienza operativa e la tracciabilità lungo la filiera» sottolinea Davide Raduazzo, direttore commerciale di Checkpoint System Italia.
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