Carcere, l'evasione da film a Opera del detenuto Toma Taulant

Il detenuto è stato già protagonista di tre tentativi (riusciti) di fuga dalla case circondariali. Ecco cosa è successo stavolta
December 8, 2025
Una evasione da film dal carcere di Opera, a Milano. L'autore è il 41enne Toma Taulant, in passato già protagonista di tre tentativi (riusciti) di scappare dalle case circondariali. Questa volta ha utilizzato il più classico degli schemi: detenuto nel settore di massima sicurezza, nel corso della notte tra sabato e domenica, il cittadino albanese è riuscito a darsi alla fuga dopo avere segato le sbarre di ferro e utilizzato delle lenzuola annodate per calarsi dalla cella dove stava scontando una pena che scade nell'ottobre del 2048 legata ad una serie di reati tra cui anche rapine. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l'uomo ha raggiunto il muro di cinta della struttura, alto sei metri, riuscendo a scavalcarlo per poi darsi alla fuga nel cuore della notte. Taulant è ora ricercato su tutto il territorio nazionale e non solo. Chi indaga sta analizzando le telecamere a circuito chiuso presenti a Opera per ricostruire la dinamica di quanto avvenuto ed escludere eventuali "aiuti" forniti al detenuto nel suo progetto di evasione. Dall'analisi dei video si cercheranno anche risposte su possibili contatti che ha avuto nelle ore precedenti alla sua iniziativa. Nel suo curriculum, infatti, ci sono altri quattro clamorosi episodi di evasioni. L'ultima risale al febbraio 2013: assieme ad un altro detenuto, riuscì a scappare dal carcere di Parma, anche in quel caso “il mago della fuga” si trovava ristretto nell'ala di massima sicurezza. Il suo compagno di evasione - che stava scontando una pena all'ergastolo - venne poi ucciso da un gioielliere nel corso di una rapina in una villa nel novembre del 2015. Dopo alcuni mesi, a settembre, il malvivente venne individuato e bloccato in Belgio. Fu trasferito in un penitenziario non lontano dalla città di Liegi ma anche lì beffò guardie e sistemi di sicurezza e sparì. La sua prima evasione risale al 2009 e in quel caso la fuga avvenne dalla casa circondariale di Terni. Nel 2025 sono state circa una decina le evasioni in Italia. "Questo ennesimo episodio, unito al dramma che si vive ogni giorno nelle prigioni, certifica ulteriormente il fallimento delle politiche penitenziare condotte dai governi almeno negli ultimi 25 anni, ivi compresi quelli più recenti", commenta Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria ricordando che nel carcere di Opera 1.338 detenuti "sono stipati in 918 posti disponibili (sovraffollamento del 153%) e vengono gestiti, per com'è possibile, da soli 533 agenti, quando ne necessiterebbero almeno 811 (-34%). Una situazione oggettivamente insostenibile che, oltre a ledere i fondamentali diritti umani dei reclusi, mette a durissima prova gli operatori del Corpo di polizia penitenziaria". I sindacati di categoria lanciano l'allarme sulla mancanza di personale. A fronte di una popolazione carceraria che si attesta sulle 63.690 unità, gli agenti della Polizia penitenziaria sono poco più di 46 mila unità. "Mancano all'appello - spiegano i sindacati - circa 20 mila agenti". Oltre all'emergenza del sovraffollamento, nelle carceri continuano gli episodi di violenza. Nella casa circondariale Rosetta Sisca di Castrovillari un detenuto ha aggredito due poliziotti penitenziari. L'episodio - secondo quanto denuncia il Sappe - è avvenuto nella serata del 6 dicembre. Il detenuto, autorizzato a uscire dalla cella per effettuare una telefonata ai familiari, ha improvvisamente colpito alle spalle l'agente addetto alla sezione, provocandogli un trauma al setto nasale. Il collega intervenuto in auto è stato anch'egli aggredito riportando una ferita alla spalla. 

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