L'acquaponica di The Circle contro l'insicurezza alimentare

La più estesa azienda agricola acquaponica d’Europa sottolinea il potenziale di una soluzione agricola che pone al centro della propria tecnologia il risparmio di terra e di risorse idriche
July 5, 2023
L'acquaponica di The Circle contro l'insicurezza alimentare
Eventi meteorologici estremi legati ai cambiamenti climatici e conflitti hanno inasprito le condizioni di insicurezza alimentare di 258 milioni di persone in 58 regioni del mondo. È l'allarme lanciato dal Global Network Against Food Crises della Fao con la pubblicazione del Rapporto globale sulle crisi alimentari che identifica Somalia, Afghanistan, Burkina Faso, Haiti, Nigeria, Sud Sudan e Yemen come i 7 Paesi in cui la popolazione è a rischio di morte per fame. Un quadro drammatico in costante crescita da quattro anni soprattutto nei territori colpiti da siccità e inondazioni e con un’elevata dipendenza dalle importazioni di prodotti alimentari.
Ma come contenere l’insicurezza alimentare in zone in cui mancano acqua e terre coltivabili? In risposta allo scenario tratteggiato dallo studio, The Circle, la più estesa azienda agricola acquaponica d’Europa, sottolinea il potenziale di una soluzione agricola che pone al centro della propria tecnologia il risparmio di terra e di risorse idriche fino al 90% e l'eliminazione dell’uso di concimi chimici: l’acquaponica. “The Circle nasce con l’obiettivo di assicurare una dieta completa a base di vegetali e di proteine alle popolazioni che abitano le zone più aride e meteorologicamente compromesse del mondo attraverso l’acquaponica, una soluzione agricola che sopperisce alla mancanza di terra e di acqua grazie a una tecnologia basata sull’eliminazione di sprechi e di concimi chimici”, spiega Thomas Marino, cofondatore di The Circle.
Ma cos’è l’acquaponica? Progettato principalmente per minimizzare il consumo idrico, un impianto acquaponico è un sistema a ricircolo che accoppia coltivazione fuori suolo e allevamento di pesci in un’unica soluzione. E come funziona? I pesci d’acqua dolce, allevati all’interno di vasche artificiali, producono sostanze di scarto e ammoniaca sotto forma di escrementi. L’acqua contenuta all’interno di tali bacini, contaminata dal materiale organico prodotto dagli animali, viene portata verso un biofiltro che ospita una popolazione di batteri in grado di scindere le molecole di ammoniaca in azoto, il nutriente principale per la coltivazione delle piante. Una volta passata attraverso il biofiltro, l’acqua, ricca di nutrienti, raggiunge le torri verticali che ospitano le piante: queste vengono irrigate dall'alto verso il basso in modo da far assorbire alle radici i nutrienti necessari e, contemporaneamente, di purificare l’acqua in eccesso che tornerà nelle vasche dei pesci permettendone la crescita.
Una soluzione basata sul ricircolo di acqua e di nutrienti altamente adatta a quelle regioni del globo prive di risorse idriche e di terre coltivabili che consente il risparmio ad esempio di 180 litri di acqua per ogni chilogrammo di insalata prodotta. Un impianto delle dimensioni di 5.000 metri quadrati permette, infatti, la coltivazione di 400g/mq2 di insalata ed erbe aromatiche di altissimo livello ogni 21 giorni. In più, le vasche possono arrivare a produrre 750 chilogrammi di pesci, fonti di proteine importanti.
Nel 2050 la Terra potrebbe essere popolata da 9,7 miliardi di persone. Per questo, l’aumento della domanda di risorse naturali potrebbe portare a una maggiore scarsità di acqua e di suolo fertile in tutto il mondo. Le istituzioni internazionali studiano tale scenario e incentivano le soluzioni AgriTech più innovative come l’acquaponica, tanto che, con un valore di mercato globale di 864 milioni di dollari al 2023, l’industria in questione potrebbe toccare i 2,7 miliardi di dollari nel 2033.
Ma affinché anche i Paesi più svantaggiati possano dotarsi di impianti acquaponici per contenere la fame delle comunità locali con una dieta completa a base di proteine e vegetali, servono formazione, supporto tecnico e collaborazione economica.
“In natura non esistono scarti, è tutto un riciclo - sottolinea Marino -. La soluzione agricola alle più minacciose problematiche ambientali esiste, così come gli incentivi da parte delle istituzioni internazionali per implementarla. L’allarme lanciato dalla Fao è un richiamo urgente all’azione. Non c’è più tempo. C’è bisogno sempre più di soluzioni innovative per produrre più cibo in meno spazio, in maniera responsabile. Noi ci siamo”.

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