Leone XIV: «Si fermi la pandemia delle armi che infetta il mondo»

Ieri il Papa è tornato a lanciare un forte appello per la pace in Ucraina, dopo i bombardamenti su Kiev: «I responsabili rinuncino alla logica delle armi e imbocchino la via del negoziato»
August 31, 2025
Leone XIV: «Si fermi la pandemia delle armi che infetta il mondo»
Ansa | Leone XIV all'Angelus di ieri, 31 agosto 2025
«Ribadisco con forza il mio pressante appello per un cessate il fuoco immediato e per un serio impegno nel dialogo». Dalla finestra dello studio del Palazzo apostolico vaticano, ieri papa Leone XIV, al termine dell’Angelus, è tornato a rivolgersi direttamente ai leader internazionali coinvolti nel processo di pace in Ucraina per chiedere di fermare la guerra e di sedersi con serietà al tavolo delle trattative. Nei giorni scorsi, infatti, la Russia ha bombardato pesantemente le città ucraine, tra cui anche la capitale Kyiv. «È tempo che i responsabili rinuncino alla logica delle armi e imbocchino la via del negoziato e della pace, con il sostegno della comunità internazionale - ha continuato il Papa - La voce delle armi deve tacere, mentre deve alzarsi la voce della fraternità e della giustizia».
Leone XIV ha poi sottolineato, ancora una volta, la sua vicinanza al popolo ucraino e alle famiglie ferite, e poi ha messo in guardia dal rischio dell’indifferenza davanti all’orrore dei conflitti. L’invito per tutti è stato a farsi «prossimi a chi soffre con la preghiera e con gesti concreti di carità». Sul suo profilo X, dopo l'angelus, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è detto «grato a Papa Leone XIV per il suo forte appello a porre fine alla guerra e agli omicidi». «E' fondamentale - ha scritto - che tutti coloro che nel mondo hanno a cuore la vita umana facciano pressione su Mosca affinché la obblighi a porre fine al terrorismo e ad avviare un processo di pace significativo».

La pandemia delle armi infetta il mondo

Da Prevost si è levata poi la supplica a Dio perché fermi «la pandemia delle armi, piccole e grandi, che infetta il nostro mondo». Sempre a causa delle armi, infatti, si è verificata la strage nella chiesa cattolica di Minneapolis, in Minnesota, giovedì scorso, come ha ricordato lo stesso Vescovo di Roma. «Le nostre preghiere per le vittime della tragica sparatoria durante la Messa, inclusi i bimbi uccisi e feriti ogni giorno nel mondo». Il pensiero è andato anche alle tantissime persone migranti morte in mare negli ultimi mesi, in particolare per le «più di cinquanta persone morte e circa cento ancora disperse nel naufragio di una imbarcazione carica di migranti che tentavano il viaggio di 1100 chilometri verso le Canarie, rovesciatasi presso la costa atlantica della Mauretania». Una «tragedia mortale», ha concluso Leone XVI, «che si ripete ogni giorno ovunque nel mondo».

Umiltà è libertà da sé stessi

L’immagine dei farisei commensali di Gesù, nel Vangelo domenicale di ieri (Lc 14,1.7-14), è stata al centro, invece, della meditazione del Papa che ha preceduto la preghiera mariana. «Avere ospiti allarga lo spazio del cuore e farsi ospiti chiede l’umiltà di entrare nel mondo altrui. - ha sottolineato Leone - Una cultura dell’incontro si nutre di questi gesti che avvicinano». Tuttavia «incontrarsi non è sempre facile», ha ribadito, specialmente se non si riesce a dialogare e se si cerca di primeggiare sempre sull’altro. Trovarsi attorno alla mensa eucaristica domenicale, ha aggiunto, «fermarci a riflettere, lasciarci scuotere da una Parola che mette in discussione le priorità che ci occupano il cuore, è un’esperienza di libertà». Libertà che nel Vangelo è descritta, nella sua forma compiuta, con il termine «umiltà», che è «libertà da sé stessi». «Chiediamo oggi allora che la Chiesa sia per tutti una palestra di umiltà, - ha concluso Prevost - cioè quella casa in cui si è sempre benvenuti, dove i posti non vanno conquistati, dove Gesù può ancora prendere la parola ed educarci alla sua umiltà, alla sua libertà».

Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato

Prima di salutare i migliaia di fedeli presenti, riuniti in piazza San Pietro da molti Paesi diversi, papa Leone ha ricordato che oggi si celebra la Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato, che per quest’anno ha come tema «Semi di pace e di speranza». La giornata è nata dieci anni fa per volere «Nello spirito del Cantico di frate sole, da lui composto 800 anni fa, lodiamo Dio e rinnoviamo l’impegno a non rovinare il suo dono ma a prenderci cura della nostra casa comune».

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