Il Papa: «Non accada più che non siano ascoltate le vittime»
di Mimmo Muolo
Francesco ha ricevuto la Commissione per la tutela dei minori. Raccomandando di continuare nell'impegno con interventi di prevenzione e di aiuto

Nella lotta agli abusi, mai dimenticare l'ascolto e la compassione per le vittime. È una delle raccomandazioni del Papa nell'udienza ai Membri della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori, in occasione della loro Assemblea Plenaria. Francesco, come anche nell'altra udienza di oggi, 7 marzo, non è riuscito a leggere il testo preparato, a motivo della bronchite dalla quale non è ancora guarito del tutto, affidando la lettura al collaboratore monsignor Pierluigi Giroli.
La missione della Commissione, ha detto, è «aiutare a rendere la Chiesa un luogo sempre più sicuro per i minori e gli adulti più fragili». Di qui il suo invito a moltiplicare gli sforzi in questa direzione. «Di fronte allo scandalo degli abusi e alla sofferenza delle vittime - ha fatto notare - potremmo scoraggiarci, perché la sfida di ricostruire il tessuto di vite infrante e di guarire il dolore è grande e complessa. Ma non deve venire meno il nostro impegno; anzi, vi incoraggio ad andare avanti, perché la Chiesa sia sempre e dappertutto un luogo dove ciascuno possa sentirsi a casa e ogni persona sia ritenuta sacra».
Il Papa ha messo l'accento sulla cura delle vittime. L'atteggiamento deve essere quello di Gesù: «La sua
compassione, il suo modo di toccare le ferite dell’umanità, il suo Cuore trafitto d’amore per noi». Dunque «la vicinanza alle vittime di abuso non è un concetto astratto: è una realtà molto concreta, fatta di ascolto, di interventi, di prevenzione, di aiuto. Siamo chiamati tutti – in particolare le autorità ecclesiastiche – a conoscere direttamente l’impatto degli abusi e a lasciarci scuotere dalla sofferenza delle vittime, ascoltando direttamente la loro voce e praticando quella prossimità che, attraverso scelte concrete, le sollevi, le aiuti e prepari un futuro diverso per tutti». Per questo, ha aggiunto il Pontefice, «non deve accadere che questi fratelli e sorelle non vengano accolti e ascoltati, perché questo può aggravare moltissimo la loro sofferenza. C’è bisogno di prendersene cura con un impegno personale, così come è necessario che ciò sia portato avanti con l’aiuto di collaboratori competenti»
compassione, il suo modo di toccare le ferite dell’umanità, il suo Cuore trafitto d’amore per noi». Dunque «la vicinanza alle vittime di abuso non è un concetto astratto: è una realtà molto concreta, fatta di ascolto, di interventi, di prevenzione, di aiuto. Siamo chiamati tutti – in particolare le autorità ecclesiastiche – a conoscere direttamente l’impatto degli abusi e a lasciarci scuotere dalla sofferenza delle vittime, ascoltando direttamente la loro voce e praticando quella prossimità che, attraverso scelte concrete, le sollevi, le aiuti e prepari un futuro diverso per tutti». Per questo, ha aggiunto il Pontefice, «non deve accadere che questi fratelli e sorelle non vengano accolti e ascoltati, perché questo può aggravare moltissimo la loro sofferenza. C’è bisogno di prendersene cura con un impegno personale, così come è necessario che ciò sia portato avanti con l’aiuto di collaboratori competenti»
Infine il Papa ha invitato a rafforzare la collaborazione con le Chiese locali. «Col tempo - ha concluso -, ciò darà vita a una rete di solidarietà con le vittime e con coloro che promuovono i loro diritti, specialmente dove le risorse e l’esperienza scarseggiano».
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