«Il mondo brucia per il clima e la guerra. Portiamo pace e riconciliazione»

Nei giardini di Castel Gandolfo la prima Messa per la custodia della creazione. «Si converta chi non riconosce l’urgenza di curare la casa comune. Va ascoltato il grido della terra e dei poveri»
July 8, 2025
«Il mondo brucia per il clima e la guerra. Portiamo pace e riconciliazione»
Ansa | Leone XIV presiede la prima Messa per la custodia nella creazione nei giardini di Castel Gandolfo
In un «mondo che brucia sia per il surriscaldamento terrestre sia per i conflitti armati» la «nostra missione» è quella «di custodire il creato, di portarvi pace e riconciliazione». Missione che «il Signore ci ha affidato» e che «è la sua stessa missione». Leone XIV celebra la prima Messa per la custodia della creazione che lui stesso ha firmato e che si ispira alla Laudato si’, l’enciclica di papa Francesco sulla cura della casa comune che compie dieci anni. Nell’omelia chiede di dare voce alla «nostra indignazione» per i soprusi che si compiono contro la terra e la famiglia umana. «Noi ascoltiamo il grido della terra, noi ascoltiamo il grido dei poveri, perché questo grido è giunto al cuore di Dio», ammonisce il Papa nei giardini delle Ville Pontificie di Castel Gandolfo. Terrazze verdi che si affacciano di fronte a Villa Barberini, la palazzina seicentesca dove Leone XIV sta trascorrendo da domenica scorsa il suo soggiorno estivo fuori Roma.

Il Pontefice sceglie l’angolo della tenuta papale che forma il Borgo Laudato si’ per la celebrazione con il nuovo formulario che è «espressione del lavoro dei diversi Dicasteri nel Vaticano», afferma. Scelta non casuale del luogo in cui far debuttare la nuova Messa. Sia perché, dice Leone XIV, lo spazio all'aperto della liturgia è «una cattedrale “naturale” con le piante e tanti elementi della creazione che ci hanno portato qui per celebrare l’Eucaristia». Sia perché il Borgo Laudato si’ «vuole essere, per intuizione di papa Francesco, un “laboratorio” nel quale vivere quell’armonia con il creato che è per noi guarigione e riconciliazione, elaborando modalità nuove ed efficaci di custodire la natura a noi affidata», aggiunge il Pontefice. E spiega che la celebrazione appena approvata intende anzitutto «rendere grazie al Signore» per quanto donato all'uomo, dal momento che, prosegue citando Francesco, «nell’Eucaristia il creato trova la sua maggiore elevazione». Ma è anche un invito a cambiare il cuore e la mente. «All’inizio della Messa – chiarisce Leone XIV – abbiamo pregato per la nostra conversione. Vorrei aggiungere che dobbiamo pregare per la conversione di tante persone, dentro e fuori della Chiesa, che ancora non riconoscono l’urgenza di curare la casa comune». E aggiunge: «Tanti disastri naturali che ancora vediamo quasi tutti i giorni in tanti luoghi, in tanti Paesi, sono in parte causati anche dagli eccessi dell’essere umano, col suo stile di vita. Perciò dobbiamo chiederci se noi stessi stiamo vivendo o no quella conversione: quanto ce n’è bisogno».

Liturgia in forma privata per i dipendenti del Borgo Laudato si’ nella prima mattina di oggi. L’altare è fra i giardini, sotto la statua della Madonna, davanti a cui si apre un piccolo laghetto. Il Papa arriva a piedi con il cardinale Michael Czerny, prefetto del Dicastero per il servizio allo sviluppo umano integrale. Ad accoglierlo il cardinale Fabio Baggio, nelle vesti di direttore generale del Centro di alta formazione Laudato si’, e padre Manuel Dorantes, direttore operativo del progetto. Le formule della Messa per la creazione vengono pronunciate in latino perché inserite nell’edizione tipica latina del Messale romano. Il resto del rito è in italiano. Comprese le letture scelte per la nuova celebrazione: il brano del Vangelo è quello della tempesta sedata.
«Possiamo ritrovarci proprio in questo Vangelo, osservando la paura dei discepoli, una paura che è quella di larga parte dell’umanità. Però nel cuore dell’anno del Giubileo noi confessiamo - e possiamo dirlo più volte: c’è speranza! L’abbiamo incontrata in Gesù. Egli ancora calma la tempesta. Il suo potere non sconvolge, ma crea; non distrugge, ma fa essere, dando nuova vita». E, ricordando il Salmo, sottolinea che la voce del Signore «impegna la Chiesa alla profezia, anche quando esige l’audacia di opporci al potere distruttivo dei prìncipi di questo mondo. L’indistruttibile alleanza fra Creatore e creature, infatti, mobilita le nostre intelligenze e i nostri sforzi, perché il male sia volto in bene, l’ingiustizia in giustizia, l’avidità in comunione». Quindi il richiamo a san Francesco d’Assisi che definiva «le creature fratello, sorella, madre. Solo uno sguardo contemplativo può cambiare la nostra relazione con le cose create e farci uscire dalla crisi ecologica che ha come causa la rottura delle relazioni con Dio, con il prossimo e con la terra, a motivo del peccato».

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