Il cardinale Re: in preghiera con il Papa per fermare le guerre

di Giacomo Gambassi - Roma
Il decano del Collegio cardinalizio: «Il Rosario, strumento potente. Il mondo è ormai sul crinale di sviluppi tragici. Da Leone XIV un dialogo coraggioso con la società di oggi»
October 6, 2025
Il cardinale Re: in preghiera con il Papa per fermare le guerre
Un sacerdote della Chiesa greco-cattolica ucraina prega davanti a un palazzo bombardato dai russi a Zaporizhzhia / Gambassi
Parla di una «situazione geopolitica molto preoccupante per le guerre che attanagliano buona parte del pianeta, alcune con atrocità disumane». E subito aggiunge: «Se prendiamo in considerazione anche gli sviluppi tragici che potrebbero verificarsi nell’orizzonte mondiale, il futuro si presenta davvero carico di gravissimi pericoli». Il cardinale Giovanni Battista Re ha quel sano realismo che gli deriva dal suo bagaglio di esperienze e dal particolare osservatorio in cui le ha vissute e le vive: la Santa Sede. Novantuno anni, è stato per oltre un decennio sostituto della segreteria di Stato e per un periodo analogo prefetto della Congregazione per i vescovi. Dal 2020 è decano del Collegio cardinalizio. E guarda in modo molto attento al nuovo Papa. Con entusiasmo ha accolto la proposta di Leone XIV a recitare il Rosario per la pace, personalmente, in famiglia e in comunità, per l’intero mese di ottobre. «Auspico che l’invito di papa Leone sia fatto proprio da tutta la Chiesa con disponibilità e larghezza d’animo e che in tutte le diocesi siano promosse iniziative per implorare, mediante il ricorso alla Madonna del Rosario, che la mano di Dio intervenga per porre fine alle guerre e restaurare la pace nel mondo», spiega ad Avvenire il porporato originario di Borno in provincia di Brescia. E su Leone XIV tiene a dire: «È il Papa giusto per il nostro tempo. È di temperamento mite e benevolo, ma anche chiaro e forte. È uomo di polso. Con il mondo contemporaneo vuole avere un dialogo fiducioso e coraggioso. Intende essere un costruttore di ponti e risvegliare le energie pacifiche e buone che vi sono nella società».
Eminenza, come leggere il Rosario per la pace?
In questo momento cruciale della storia, avvertiamo la necessità di andare a bussare al cuore di Dio perché intervenga e faccia prevalere la ragionevolezza, permetta di comprendere che la guerra è solo morte e distruzione, e induca a intraprendere al più presto oneste trattative che facciano tacere le armi e giungere finalmente alla pace. E la via più efficace per arrivare a Dio è quella di ricorrere all’intercessione della Madonna, Madre di Dio e Madre nostra, alla quale nulla sfugge dei nostri problemi e delle nostre ansie, delle nostre preoccupazioni e dei nostri desideri.
Perché la scelta di ottobre?
Dal 1887, per volontà di Leone XIII, il Rosario è la preghiera speciale di questo mese dell’anno ed è la preghiera mariana per eccellenza. Il Rosario è una preghiera facile e bella che ha accompagnato generazioni e generazioni di cristiani. Nelle apparizioni a Lourdes e a Fatima la Madonna si è presentata con il Rosario in mano e ne ha raccomandato la recita. La storia ci insegna che la Chiesa, nei momenti complessi o preoccupanti, ha fatto ricorso a questa preghiera che possiede una forza particolare e che non ha perso nulla del suo valore a motivo dei ritmi e dei cambiamenti sociali. Anche nel terzo millennio rimane una preghiera di grande significato, destinata a portare frutti spirituali. Se è vero che il primo posto va alla liturgia, fonte e culmine della vita ecclesiale, non è meno vero che, tra le devozioni del popolo di Dio, al Rosario spetta un posto di onore.
Ma alcuni ritengono che sia una preghiera monotona.
San Charles de Foucauld diceva: «L’amore si esprime con poche parole, sempre le stesse e ripetute continuamente». La cadenzata ripetizione dell’Ave Maria fa diventare il Rosario un’invocazione di amore e quasi l’ordito sul quale si tesse una pacata riflessione sui misteri della vita di Cristo e sul ruolo di Maria. Pregare con il Rosario vuol dire mettersi con il cuore alla scuola della Vergine e supplicare Cristo insieme con lei, il cui potere di intercessione è grande.
Che cosa dice a chi sostiene che il Rosario sia una preghiera povera?
È una preghiera ricca di contenuti biblici e teologici. Con i suoi venti misteri è una sintesi delle verità della nostra fede: mentre facciamo passare tra le dita i grani della corona, il Rosario ci fa ripercorrere, in compagnia della Vergine, gli eventi più importanti della vita di Gesù e della storia della salvezza. Inoltre esprime la fede della Chiesa e aiuta ad avere fiducia in Dio. Il Rosario è preghiera contemplativa perché la mente e il cuore si elevano a Dio fissando lo sguardo sul mistero proposto in quella “decina”. Mediante i misteri della gioia, della luce, del dolore e della gloria, accompagniamo Gesù dall’annuncio della sua Incarnazione fino alla Croce, alla sua Risurrezione, all’Ascensione al cielo e alla Pentecoste.
Quali sono i Papi che più hanno raccomandato il Rosario?
Tutti i Papi degli ultimi secoli hanno esortato alla recita del Rosario. Leone XIII diceva che, fra le molteplici forme di pietà verso la Madonna, la più stimata era quella eccellente del Rosario. Pio XII riteneva il Rosario «il compendio di tutto il Vangelo». Paolo VI affermava che il quarto d’ora più bello della giornata era la recita del Rosario «che attraverso la Madonna ci porta a Cristo». San Giovanni Paolo II aveva scritto nella Lettera apostolica sul Rosario, Rosarium Virginis Mariae, del 2002: «Il Rosario mi ha accompagnato nei momenti della gioia e in quelli della prova». Papa Francesco ha detto che «il Rosario è la preghiera che accompagna sempre la mia vita… è la preghiera del mio cuore».
Ma oggi i ritmi di vita rendono difficile trovare il tempo per il Rosario.
Si può sempre trovare uno spazio personale mentre si è in viaggio o fra un impegno e l’altro. Perché il Rosario, lungi dall’essere un momento in cui dimentichiamo i problemi, ci aiuta a guardarli con occhio responsabile e sereno. Vari canali televisivi o radiofonici trasmettono il Rosario in ore differenti. Inoltre la storia è piena di testimonianze che ci mostrano come questa preghiera abbia accompagnato gente semplice, ma anche personalità famose.
Qualche esempio?
Nella casa di Alessandro Manzoni a Milano, appesa in capo al letto, si vede ancora oggi la sua corona: la recitava abitualmente. Nel suo famoso romanzo I promessi sposi Lucia, nel momento più drammatico della sua vita, toglie dalla tasca la corona, recita il Rosario e così sente spuntare e crescere nel cuore una certa fiducia e un’improvvisa speranza. Alcide De Gasperi, nelle Lettere dalla prigione che indirizzò alla moglie quando fu arrestato dai fascisti, scrisse che gli era di sostegno la preghiera del Rosario che recitava «come poteva». In una lettera successiva evidenziò che gli era di conforto, nel recitare il Rosario, pensare che verso quell’ora anche la moglie e le sue due bambine erano in preghiera e concludeva: «Così il mio spirito si inginocchia con voi». Christoph Glück, grande musicista, durante i ricevimenti alla Corte di Vienna, si appartava ogni giorno a recitare il Rosario. E nell’affresco del Giudizio Universale della Cappella Sistina spicca un particolare: una persona che si trova già in cielo cala con la mano sinistra la corona del Rosario a un uomo e a una donna che sono ancora sulla terra per aiutarli a salire in paradiso, aggrappandosi ad essa. Con questa sobria raffigurazione pittorica Michelangelo ha espresso la convinzione che il Rosario è una preghiera utile per ottenere la salvezza eterna.
Eminenza, come rispondere quindi all’appello di papa Leone?
In maniera semplice. In qualsiasi istante della giornata ciascuno può aderire all’invito di recitare il Rosario in questo mese: da solo, in famiglia, nelle parrocchie. E in particolare uniamoci al Papa che l’11 ottobre, anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II e memoria liturgica di san Giovanni XXIII, guiderà la preghiera mariana in piazza San Pietro.
Il cardinale Giovanni Battista Re
Il cardinale Giovanni Battista Re

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