Francesco: la pace è possibile, non rassegniamoci alla guerra
di Redazione
Il Papa: vivere la fede con perseveranza è costruire il bene. COP27 si facciano passi in avanti nel solco dell’Accordo di Parigi

Il Papa all'Angelus di ieri ha intrecciato le proprie parole con il Vangelo di domenica che ci porta a Gerusalemme: “alcune persone parlano della magnificenza” del tempio, “ornato di belle pietre”. Ma Gesù spiega che “non sarà lasciata pietra su pietra” perché “nella storia quasi tutto crolla: ci saranno, dice, rivoluzioni e guerre, terremoti e carestie, pestilenze e persecuzioni”. Non bisogna quindi “riporre troppa fiducia nelle realtà terrene, che passano”. “Sono parole sagge - afferma Francesco all'Angelus - che però possono darci un po’ di amarezza”. Ma l’intento di Gesù è quello “di donarci un insegnamento prezioso”. "Gesù chiede di essere “severi”, ligi, persistenti in ciò che a Lui sta a cuore, in ciò che conta"!.
Dopo l'Angelus
Al termine dell'Angelus, il pensiero del Papa è tornato al Paese dell’Europa dell’Est: “rimaniamo sempre vicini - ha detto - ai nostri fratelli e sorelle della martoriata Ucraina”. Francesco ha anche espresso i propri auspici per il vertice COP27 sul clima, che si sta svolgendo in Egitto: "Auspico che si facciano passi in avanti, con coraggio e determinazione, nel solco tracciato dall’Accordo di Parigi". Dopo aver ricordato che domani ricorre il primo anniversario dell’avvio della Piattaforma d’Azione Laudato si’, il Pontefice ha salutato i membri della comunità eritrea di Milano, ai quali assicura la propria preghiera per il loro Paese.
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