mercoledì 28 giugno 2023
L'inviato del Papa ha visto i vescovi cattolici e il consigliere per la politica estera del Cremlino Ushakov. Mosca apprezza gli sforzi di pace del Vaticano. Domani l'incontro con il patriarca Kirill
Zuppi a Mosca, colloquio con consigliere di Putin
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Si è fermato in preghiera davanti all'icona della Madre di Dio di Valdimir (Madonna delle tenerezza), la più antica icona mariana della Russia, considerata la protettrice del grande Paese, il cardinale Matteo Zuppi, da ieri a Mosca per la missione di pace affidatagli dal Papa. Un momento toccante, come documenta la foto giunta dalla capitale russa, all'interno di una giornata in cui l'inviato del Pontefice è stato ricevuto dal consigliere per la politica estera del Cremlino Yuri Ushakov, come aveva annunciato il portavoce Dmitry Peskov, citato da Interfax. "In generale - aveva aggiunto poco dopo mezzogiorno -, abbiamo già affermato più volte di apprezzare molto gli sforzi e le iniziative del Vaticano per trovare una soluzione pacifica alla crisi e accogliamo con favore questa volontà del Papa di contribuire a porre fine al conflitto armato in Ucraina". Per il momento nulla è trapelato circa i temi del colloquio.

Sul versante degli incontri ecclesiali, invece, Zuppi si è incontrato con i vescovi cattolici della Russia, cinque in tutto, nella sede della nunziatura di Mosca, mentre è in programma domani la celebrazione nella Cattedrale latina della capitale russa, che in un primo tempo sembrava potesse avvenire già oggi. Così come, sempre domani (secondo le previsioni) dovrebbe esserci la visita al patriarca Kirill. Eventualità questa confermata anche dall'arcivescovo della Gran Madre di Dio a Mosca e presidente della Conferenza episcopale russa, monsignor Paolo Pezzi. In un colloquio con Vatican News, il presule si dice speranzoso che la missione del cardinale Matteo Maria Zuppi possa fare in modo che coloro che rivestono cariche e ruoli di responsabilità "diventino disponibili alla pace e possano arrivare ad accogliere chi è diverso da loro". "È essenziale non cedere al pregiudizio che l'altro è, e continuerà ad essere, un nemico". Un'altra speranza è che da questa visita potrebbero scaturire importanti azioni umanitarie. Ad esempio, afferma l'arcivescovo, già alla fine di questa missione del card. Zuppi, "potremmo assistere a gesti concreti come un nuovo scambio di prigionieri o all'annuncio di iniziative a sostegno ai moltissimi profughi e fuggiaschi che questa guerra sta provocando".
In sostanza, anche se l'agenda ufficiale non è stata diffusa. Zuppi (giunto in nunziatura ieri sera) sta conducendo la seconda parte della missione di pace che lo ha già portato a Kiev il 5 e 6 giugno scorsi. A proposito dell'incontro di domani con il patriarca ortodosso Kirill, si tratta di una delle tappe più importanti della sua due giorni moscovita, non solo in chiave politico-diplomatica (sono noti gli stretti rapporti del patriarcato con il Cremlino), ma anche sul piano dei rapporti ecumenici tra Chiesa cattolica e la più numerosa Chiesa ortodossa del mondo. In quest'ottica, a far ben sperare sono le due recenti visite del metropolita Antonij a Roma. Il "ministro degli esteri" del patriarcato è stato all'inizio di maggio all'udienza generale del Papa e a metà giugno si è recato a visitare la Comunità di Sant'Egidio, incontrando il fondatore Andrea Riccardi.

Ansa

Una buona parola delle autorità religiose russo-ortodosse potrebbe dare una spinta positiva a quella che il comunicato diffuso ieri dalla Santa Sede definisce la parte umanitaria della visita. In altri termini la possibilità che i bambini ucraini portati in Russia possano fare ritorno a casa. Questo è stato sarà anche uno dei temi che Zuppi ha probabilmente toccato nel colloquio con Ushakov, che al momento sembra dover essere l'unico contatto con esponenti del Cremlino. Ma si sa che in questo tipo di visite l'agenda può cambiare da un momento all'altro. E del resto anche nella precedente tappa in Ucraina, inizialmente non era previsto che il cardinale vedesse il presidente Zelensky, ma poi l'incontro avvenne. E pur considerando che la situazione dei due viaggi non è da considerare esattamente simmetrica e speculare, il fatto che la visita avvenga in questo particolare momento (all'indomani in pratica degli eventi che hanno visto protagonisti Prigozhin e la Wagner, e anzi nonostante questi) fa essere moderatamente ottimisti.

Ieri, fonti vicine al cardinale Zuppi facevano notare che la determinazione del Papa nel ricercare la pace è la stessa determinazione che muove il porporato nella sua missione. Di cui si attendono ora i primi sviluppi.

Proprio il Papa, all'udienza generale, nel momento dei saluti ai pellegrini di lingua polacca, ha detto: "Siate testimonianza concreta del Vangelo per coloro che soffrono per la povertà e la guerra in Ucraina". E ricordando poi la festa dei Santi Pietro e Paolo, che si celebra domani, nel saluto ai pellegrini di lingua italiana, ha aggiunto: "Alla loro intercessione affidiamo la cara popolazione Ucraina, perché presto ritrovi la pace. Si soffre tanto in Ucraina, non dimentichiamo questo".

E in piazza San Pietro, come riferisce l'Osservatore Romano, c'erano anche 18 donne ucraine, mogli di ambasciatori del loro Paese in missione in diverse parti del mondo, che Francesco ha benedetto. "In questo momento così difficile e importante, siamo qui per unirci al Papa nella preghiera per la pace per la nostra Ucraina", afferma Andrii Yurash, ambasciatore dell'Ucraina presso la Santa Sede. Yurash ha fatto esplicito riferimento alla visita che sta compiendo a Mosca il cardinale Zuppi e alla nuova missione del cardinale elemosiniere Konrad Krajewski a Kherson, nel sud dell'Ucraina, per portare viveri e medicinali direttamente alla popolazione. Presenti anche 28 pellegrini bielorussi. Con indosso gli abiti tradizionali, hanno portato, in una processione che ha attraversato simbolicamente l'Europa e la guerra, le icone dei santuari mariani del loro Paese, insieme alle icone dei santuari di Vilnius in Lituania e di Czestochowa in Polonia, e all'immagine romana della Madonna del Perpetuo Soccorso. "Abbiamo voluto portare in pellegrinaggio le 'nostre' icone mariane proprio qui, in piazza San Pietro, per testimoniare la nostra vicinanza e tutto il nostro appoggio alle iniziative, alle preghiere e agli incessanti appelli del Papa per la pace", ha spiegato padre Stanislaw Staniewski. Queste icone "sono da tre anni in 'pellegrinaggio di pace' su tutto il territorio della Bielorussia".

Intanto la premier Giorgia Meloni, nella sua replica alla Camera dopo il dibattito sulle comunicazioni in vista del prossimo Consiglio europeo., ha detto: "L'Italia e il Governo italiano hanno fatto tutto quello che era possibile per favorire e sostenere la missione che il cardinale Zuppi ha portato avanti su indicazione di Papa Francesco. Dopo di che continuo ad essere convinta che il modo più serio per favorire una pace e un'apertura negoziale sia mantenere equilibrio tra le forze in campo. Se non avessimo aiutato gli ucraini come abbiamo fatto finora non ci sarebbe stato bisogno di nessun tavolo di pace, perchè ci sarebbe stata l'invasione".

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