domenica 14 maggio 2023
L'iniziativa, che sarà presentata mercoledì, preparerà il Congresso eucaristico nazionale a Indianapolis dal 17 al 21 luglio 2024
Processione eucaristica a Charlotte, North Carolina

Processione eucaristica a Charlotte, North Carolina - Wikimedia

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«Sarà uno dei più grandi pellegrinaggi eucaristici della storia…». La descrizione suona più che enfatica, ma a conti fatti potrebbe essere veritiera. Il 19 maggio del prossimo anno, domenica di Pentecoste, prenderanno il via quattro pellegrinaggi eucaristici da quattro luoghi degli Stati Uniti che ne indicano i punti cardinali: le fonti del Mississippi presso il lago Itasca (Minnesota) a nord, New Haven (Connecticut) a est, Brownsville (Texas) a sud e San Francisco (California) a ovest. Attraversando il Paese nel corso di due mesi i pellegrinaggi, o processioni, convergeranno su Indianapolis, dove dal 17 al 21 luglio si celebrerà il decimo Congresso eucaristico nazionale. L’iniziativa è fuori dall’ordinario sia per lo sforzo logistico sia per la portata simbolica.

Per quanto riguarda il primo, basti pensare che il percorso più lungo, quello che parte da ovest, denominato Serra Route da san Junípero Serra, evangelizzatore della California, è di 3.500 chilometri; il più breve, da est, la Seton Route, dal nome della prima santa autoctona degli Usa, Elizabeth Ann Seton, è di circa 1.500 chilometri. Saranno processioni che prenderanno la loro forma più solenne – con baldacchino, croce, canti eucaristici – presso i centri abitati importanti, in altri tratti ci sarà un sacerdote o un diacono che porterà l’Eucaristia seguito da un corteo in preghiera, mentre altri tratti ancora saranno accorciati con spostamenti su quattro ruote. Lì il Santissimo viaggerà su un’auto elettrica bianca che è stata realizzata per l’occasione: l’aspetto è quello di una papamobile coperta, con il posto al centro per l’ostensorio e dietro quello per alcuni adoratori. «Alle volte sarà usata per il brutto tempo, altre per la sicurezza, altre per coprire tragitti che sarebbero difficili da fare a piedi», per esempio le molte zone desertiche, ci spiega Will Peterson, responsabile organizzativo dell’iniziativa. Questi spostamenti meccanizzati permetteranno anche di far durare tutte le Route lo stesso tempo, per un arrivo coordinato a Indianapolis. Chi vorrà potrà prendere parte al tutto per pochi giorni o per più settimane – organizzando autonomamente propri pernottamenti, anche se si prevede un aiuto di parrocchie e istituzioni cattoliche – ma per ogni processione/ pellegrinaggio ci sarà un nucleo forte di partecipanti che sarà stabile per tutti i due mesi. A fornire gran parte dei sacerdoti per l’impresa saranno i Frati francescani del Rinnovamento, la congregazione fondata a New York nel 1987 da padre Benedict Groeschel.

I quattro pellegrinaggi eucaristici che termineranno a Indianapolis

I quattro pellegrinaggi eucaristici che termineranno a Indianapolis - National Eucharistic Congress, Inc.

Per quanto riguarda la portata simbolica, le Route toccheranno campus universitari, cittadine o santuari che hanno segnato la storia del cattolicesimo a stelle e strisce, disegnando una croce ideale sulla mappa degli Usa. «Sarà un modo per andare incontro alle persone, in preghiera, testimoniando la nostra fede – ci dice Tim Glemkowski, direttore esecutivo della società che organizza l’evento di Indianapolis – abbiamo due parole chiave per spiegare il Congresso eucaristico a chi ci chiede cosa sia: incontro e missione, un incontro con Gesù vivo nell’Eucaristia che ci invia in missione come Chiesa». Mercoledì saranno presentate ufficialmente le tappe delle Route con i relativi dettagli.

Le quattro processioni eucaristiche e il Congresso eucaristico nazionale – che ha anch’esso una sua eccezionalità, dal momento che il precedente si tenne 83 anni fa, nel giugno del 1941 a Saint Paul in Minnesota – sono l’apice di un progetto di rinnovamento eucaristico lanciato dalla Conferenza episcopale statunitense nel novembre 2020. Che a sua volta fu pensato in seguito a un fatto accaduto un anno prima. Nell’agosto 2019 il Pew Research Center, uno dei più famosi istituti di ricerca sociologica, aveva reso noti i dati di un sondaggio sulla fede della porzione di americani che si definivano cattolici. Tra questi, il fatto che il 69% degli intervistati riteneva il pane e il vino consacrati durante la Messa meri simboli della presenza di Cristo e solo il 31% credeva che fossero realmente il corpo e il sangue del Signore. Il sondaggio sollevò anche interrogativi sulla sua accuratezza, ma tutti riconobbero che metteva in luce una crisi dottrinale, e non solo, profonda. L’idea di lanciare una programma di “eucharist renewal” venne a uno dei predicatori più noti negli Usa, Robert Barron, allora vescovo ausiliare di Los Angeles e oggi vescovo di Winona Rochester in Minnesota, e fu poi abbracciata dalla Conferenza episcopale, con Andrew Cozzens, vescovo di Crookston sempre in Minnesota, presidente della Commissione nazionale per l’evangelizzazione e la catechesi, scelto come figura di riferimento per il progetto.

Nel frattempo molte diocesi hanno promosso o riattivato processioni eucaristiche pubbliche. Lo scorso 25 marzo l’arcivescovo José Gomez ne ha guidato una di 10 chilometri passata per il centro di Los Angeles, l’arcivescovo di Miami, Thomas Wenski, ha chiesto a tutti i parroci di allestire processioni eucaristiche per la festa del Corpus Domini il prossimo giugno, mentre l’Eucaristia sarà portata per le strade di Washington D.C. domenica prossima, in una processione organizzata dal locale Catholic Information Center. Il quale, ha detto il suo direttore, padre Charles Trullols, «ospita il tabernacolo più vicino alla Casa Bianca». E ha aggiunto: «Ho assoluta fiducia nelle molte grazie che Dio concederà al nostro Paese quando la presenza reale di Cristo sarà portata per le strade della capitale».

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