mercoledì 21 maggio 2025
Nella sua prima catechesi in piazza San Pietro Leone XIV ha sorpreso con una riflessione spirituale su uno dei capolavori del pittore fiammingo. I "segreti" del capolavoro e la loro lettura evangelica
Vincent van Gogh, "Il seminatore al tramonto"

Vincent van Gogh, "Il seminatore al tramonto" - WikiCommons

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Durante l’udienza generale in piazza San Pietro di mercoledì 21 maggio, la prima del suo pontificato, Leone XIV ha proposto una catechesi sulla parabola del seminatore (Mt 13,3) nella quale ha anche meditato sul celebre quadro di Vincent van Gogh “Il seminatore al tramonto”. Con queste parole: «Ho in mente quel bellissimo dipinto di Van Gogh: Il seminatore al tramonto. Quell’immagine del seminatore sotto il sole cocente mi parla anche della fatica del contadino. E mi colpisce che, alle spalle del seminatore, Van Gogh ha rappresentato il grano già maturo. Mi sembra proprio un’immagine di speranza: in un modo o nell’altro, il seme ha portato frutto. Non sappiamo bene come, ma è così. Al centro della scena, però, non c’è il seminatore, che sta di lato, ma tutto il dipinto è dominato dall’immagine del sole, forse per ricordarci che è Dio a muovere la storia, anche se talvolta ci sembra assente o distante. È il sole che scalda le zolle della terra e fa maturare il seme». Sull’opera del pittore fiammingo ecco gli appunti per “Avvenire” del gesuita padre Andrea dall’Asta, direttore del Museo/Galleria San Fedele di Milano.

Sin dagli esordi della sua pittura, Vincent van Gogh prova una sincera simpatia per il lavoro dei contadini, rappresentando le loro fatiche e miserie, e al contempo la loro grande dignità. Van Gogh dipinge nel 1888 il Seminatore al tramonto, nel Sud della Francia, in Provenza, nel mese di giugno, quando il grano è maturo e biondeggia sotto il sole cocente. Il soggetto doveva rivestire per lui una certa importanza se ne realizza alcune versioni e, in una lettera indirizzata al fratello Théo, fa una breve descrizione del soggetto: «Ho avuto una settimana di lavoro intenso e senza fiato nei campi di grano in pieno sole. Ne sono risultati degli studi di grano, dei paesaggi e lo schizzo di un seminatore. Su un campo arato c’è una lunga striscia di zolle di terra viola e sull’orizzonte si staglia un seminatore bianco e azzurro. Nella linea dell’orizzonte del campo, grano maturo corto. Su tutto ciò, cielo giallo con sole giallo».
La tela esercita un forte impatto emotivo, per la pennellata nervosa e per i contrasti cromatici. Alla destra, un contadino, con un vestito azzurro e un cappello di paglia sul capo, con passo deciso e solenne e con lo sguardo proteso in avanti, sta seminando in un campo arato, trattato con venature ocra, azzurre, viola e blu. Con il braccio sinistro tiene a tracolla il sacco della semina, mentre con il destro sparge il frumento con un ampio gesto. Alcuni corvi si stanno nutrendo dei semi che cadono a terra. Sullo sfondo, si staglia il disco circolare del sole, protagonista dell’intera scena. Mentre scende lentamente, con un giallo infuocato, i suoi raggi si diffondono nel cielo, generando forza, energia, movimento. Tra il campo arato e il cielo chiude l’orizzonte una striscia di grano già maturo. Sorge immediatamente una domanda. Dal punto di vista agricolo, prima si miete, poi si ara e infine si semina. In che modo è possibile interpretare questa discrepanza temporale?

Immediatamente, il nostro pensiero va alla parabola del seminatore che sparge il seme in diverse tipologie di terreno, di cui una sola è in grado di accogliere quello che porta frutto. Nella parabola evangelica colpisce la fiducia del seminatore che getta il seme malgrado sia consapevole che molta semente andrà perduta in terreni inadatti. Tuttavia, egli è animato dalla fiducia che il seme caduto nella buona terra porti molto frutto. Nella tela di van Gogh, all’orizzonte il grano è già maturo. È come se il pittore rappresentasse il desiderio del contadino di vedere il frutto del proprio lavoro, quando ancora sta seminando e mentre cala la sera.
Quel grano dorato è una promessa. La fiducia nella fecondità della vita sembra prevalere, anche quando le luci vengono meno e il sole appare spegnersi all’orizzonte. Nella tela di van Gogh, il sacro è calato nel quotidiano: il gesto di un contadino si fa inno alla vita.
*Direttore Museo/Galleria San Fedele, Milano


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