martedì 28 settembre 2021
Ad annunciare le nomine, il pastore diocesano Battaglia nel giorno in cui ha ricevuto il pallio dal nunzio in Italia, Tschrring. Chi sono i nuovi presuli
L'arcivescovo Battaglia con i suoi tre vescovi ausiliari

L'arcivescovo Battaglia con i suoi tre vescovi ausiliari - Vatican media

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In comunione con il pastore, nel giorno della imposizione del pallio all’arcivescovo di Napoli Domenico Battaglia, tre nuovi vescovi ausiliari per la Chiesa di Napoli: don Michele Autuoro, 55 anni, rettore del Seminario arcivescovile, il gesuita padre Francesco Beneduce, 65 anni, rettore del Seminario campano interregionale di Posillipo e monsignor Gaetano Castello, 64 anni, finora docente di Sacra Scrittura presso la Facoltà teologica dell’Italia meridionale. I tre ausiliari sostituiscono monsignor Lucio Lemmo e monsignor Gennaro Acampa - dimissionari per raggiunti limiti di età - monsignor Salvatore Angerami, prematuramente scomparso nel luglio del 2019.

«Lavoreremo insieme a servizio di questa Chiesa e di questa terra che vogliamo amare sempre più», dice l’arcivescovo monsignor Mimmo Battaglia, nell’annunciare alle 12, le tre nomine, sottolineando l’importanza della «comunione e della fraternità, lasciandoci guidare dallo Spirito di Dio e dall’ascolto reciproco». I nuovi vescovi verranno consacrati nella Chiesa cattedrale il prossimo 31 ottobre.

Affida il suo ministero a Charles de Foucauld don Michele Autuoro, originario di Procida, a colui che fu «fratello universale e che insegna a vivere in amicizia con tutti, perché - dice il giovane vescovo, più volte parroco, già direttore dell’Ufficio missionario della Cei e presidente della fondazione Missio- mi guidi ad essere fratello per tutti. Come Pietro aggiunge don Michele – dico a Gesù “ti voglio bene” e gli chiedo di chinarsi sulle mie povertà affinché sia degno di seguire la Chiesa che mi ha affidato».

Un pensiero per la città di Napoli dal gesuita padre Beneduce, originario di Grumo Nevano, in passato rettore all’Istituto Massimo di Roma e vice provinciale dei Gesuiti per l’Italia Meridionale. «Partirò dalla conoscenza della città e della diocesi – ha detto – perché più si conosce, più si ama, mettendo a disposizione di tutti il mio impegno, soprattutto a servizio di questa terra, conosciuta per le sue bellezze ma anche per le sue miserie». Padre Beneduce ha vissuto esperienze pastorali all’estero e in tutta Italia occupandosi particolarmente di giovani, catechesi e scuola.

Ecumenismo e dialogo interreligioso al centro della formazione di monsignor Gaetano Castello, nato a Napoli, docente di Sacra Scrittura alla Facoltà teologica dell’Italia meridionale e già preside della stessa. Responsabile dei sacerdoti del Gruppo laicale “Seguimi” (dove ha vissuto il discernimento vocazionale e la preparazione al sacerdozio) e padre spirituale in Seminario, si è occupato in diocesi di catechesi ed evangelizzazione.

«Porto con me l’esperienza che ho maturato con l’insegnamento in Facoltà – ha detto – con il mondo delle cooperative nella periferia orientale di Napoli a San Giovanni a Teduccio e nel dialogo ecumenico e interreligioso. Partirò da qui per vivere il mio servizio».

All’annuncio era presente anche il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo emerito di Napoli che, nel pomeriggio, è intervenuto anche alla celebrazione in Cattedrale, dove il nunzio apostolico in Italia, monsignor Emil Paul Tscherrig, ha imposto il pallio all’arcivescovo metropolita Battaglia, a nome del Papa.

Durante la celebrazione, l’arcivescovo di Napoli ha annunciato l’apertura della fase diocesana del Sinodo dei vescovi, fissata per il 17 ottobre e, a breve, la divulgazione della sua prima lettera pastorale, «nella quale – ha spiegato Battaglia – si chiarirà che questo sarà l’anno dello Shemà, dell’ascolto: del Signore, del fratello, del tempo, nell’ordinarietà della vita pastorale». Vento nuovo per la terra partenopea e per la Chiesa napoletana.

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