sabato 21 gennaio 2023
L’incrocio tra cultura e vita cristiana ha guidato la vita di Beppe Elia, scomparso ieri a 75 anni a Torino. È stato il presidente del Movimento ecclesiale di impegno culturale (Meic) dal 2014 al 2021
Morto Beppe Elia, una vita spesa tra cultura e cristianesimo
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L’incrocio fecondo tra cultura e vita cristiana che è al centro dell’essere del Meic è stato anche il motivo che ha guidato la vita di Beppe Elia, scomparso ieri a 75 anni a Torino, dopo un lungo periodo di malattia. Del Meic (il Movimento ecclesiale di impegno culturale) è stato presidente nazionale dal 2014 al 2021 (mandato prolungato di un anno a causa della pandemia), dopo aver ricoperto incarichi di responsabilità nell’associazione a livello diocesano e regionale.

Nato nel 1948 a Carignano, Beppe Elia era laureato in Ingegneria. Dopo alcuni anni dedicati all’insegnamento ha avviato un’impresa che si occupa di acustica tecnica, sicurezza, igiene del lavoro.

Cresciuto nell’Azione cattolica torinese Beppe Elia ha ricoperto numerosi incarichi di responsabilità anche a livello nazionale, nei settori «giovani» e «adulti».

Nel Meic torinese è stato presidente (1999) e poi consigliere nazionale e vicepresidente nel 2012 prima di essere eletto per due mandati alla presidenza. Ha avuto esperienze di impegno politico nei Cristiano Sociali, fino al 1998. Dal 2005 ha avviato la rete «chicco di senape», nata per suscitare relazioni fra esperienze anche diverse di credenti impegnati nella politica e nelle attività sociali e pastorali. La rete voleva essere un’opportunità di dibattito, ricerca, riflessione comune: era soprattutto questo il contesto in cui Beppe Elia intendeva valorizzare i rapporti fra le persone, nel segno dell’autenticità e dell’amicizia, con una costante attenzione alle «ragioni dell’altro».

Questo atteggiamento di ricerca e di dialogo è forse la testimonianza che Elia ha incarnato meglio, e che rimane anche il segno di una stagione «ricca» per la vita della Chiesa, torinese e non solo. Molto importante, anche, il suo impegno a servizio della Chiesa torinese: fu segretario del Consiglio pastorale diocesano dal 1988 al 1993, gestendo il passaggio tra il cardinale Anastasio Ballestrero e il suo successore, Giovanni Saldarini. Quella assemblea preparò i contenuti e i temi che il nuovo arcivescovo volle far confluire nel Sinodo diocesano, il primo che si svolgeva dopo il Concilio Vaticano II, e che delineò l’identità della Chiesa torinese intorno alle «figure» della fede, della speranza, della carità.

«Beppe Elia è stato un presidente che ha segnato profondamente negli ultimi anni la vita del Movimento con scelte coraggiose e sagge che hanno consentito al Meic di restare fedele al suo carisma originario ma innovando profondamente forme e modi della sua presenza e del suo servizio nella Chiesa e nel Paese» dice in una nota ufficiale l’attuale presidente nazionale del Meic Luigi D’Andrea, succeduto ad Elia due anni fa.

I funerali si celebrano lunedì mattina alle 11.30, nella parrocchia del Patrocinio di San Giuseppe a Torino, mentre domenica 22 alle 19 vi sarà una veglia di preghiera.

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