giovedì 2 gennaio 2020
L’annuncio giunto al termine dell’evento annuale svoltosi a Breslavia in Polonia. Nel prossimo dicembre vi sarà anche la possibilità di contemplare il Sacro Telo
La comunità di Taizé sarà a Torino «accolta» dalla Sindone

Vatican Media

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Tra le migliaia di giovani che, da tutto il mondo e non solo dall’Europa, hanno affollato il fine anno di Breslavia c’erano anche gli italiani; e, con loro, l’arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, andato in Polonia a seguire il “Pellegrinaggio di fiducia sulla Terra” della fraternità di Taizé.

Nosiglia voleva esserci, quando sarebbe arrivato l’annuncio che la prossima tappa del cammino, a dicembre 2020, sarà appunto a Torino. E ci sarà, col Pellegrinaggio dei giovani, anche l’occasione per una “contemplazione” straordinaria della Sindone, riservata ai partecipanti all’incontro di Taizé. È stato lo stesso Nosiglia, da Breslavia, ad annunciare l’Ostensione. Torino è legata a Taizé fin dagli anni del Concilio quando molti giovani andavano in Borgogna.

E ancora oggi si ritrovano regolarmente nelle chiese torinesi per la preghiera nello stile della comunità ecumenica. Ora comincia la preparazione per questo incontro che si è sempre rivelato un momento di gioia, fraternità, accoglienza reciproca. Nosiglia ha voluto dire che attende «con curiosità» l’arrivo dei giovani d’Europa: perché anche in tempi di comunicazione virtuale facile non c’è nulla che possa sostituire il fascino dell’incontro fra persone vere. Un sentimento analogo è stato espresso dal priore di Taizé, frère Alois, nella meditazione che ha concluso le giornate di Breslavia.


La comunità di Taizé è una comunità cristiana monastica ecumenica internazionale fondata nel 1940 da Roger Schutz, meglio conosciuto come frère Roger. Ha la sua sede nel piccolo centro di Taizé, in Francia. Ogni anno la comunità prepara un incontro di giovani in una grande città europea: questi appuntamenti fanno parte di un “Pellegrinaggio di fiducia” sulla Terra cominciati negli anni ’70.

«Ora ciascuno rientra a casa sua. Ma, più che mai, ci abita la coscienza che noi facciamo parte di una grande comunione, la comunione della Chiesa. In questa città voi avete ringiovanito il volto della Chiesa. In un mondo che cambia, noi dobbiamo cercare come esprimere il Vangelo in modo sempre nuovo».

Le modalità organizzative del pellegrinaggio torinese si stanno preparando, e nasceranno dalla collaborazione già avviata tra l’arcidiocesi, il Comune e la Regione Piemonte, insieme con le istituzioni interessate. Si tratta di realizzare una «macchina complessa» che possa soddisfare le necessità logistiche e quelle, indispensabili, della sicurezza. Il direttore della pastorale giovanile, don Luca Ramello, lavora in stretto contatto con la Commissione diocesana per la Sindone e con i rappresentanti delle istituzioni. E poi ci sarà la Sindone. La visita in Duomo sarà uno dei momenti di riflessione e preghiera dedicati ai pellegrini. Nel suo messaggio Nosiglia ricorda quell’immagine «affascinante e misteriosa» che ci parla del Signore morto e risorto. Si parla, per l’Ostensione del dicembre prossimo, di «contemplazione», e non di venerazione.

Ansa

Perché nelle Chiese cristiane c’è una questione aperta da secoli sull’uso delle immagini sacre. E l’esperienza ecumenica di Taizé raccoglie tanto cattolici e ortodossi quanto cristiani provenienti dalle Chiese della Riforma, per i quali l’approccio ad ogni immagine è ben diverso dal nostro. «Per noi qui non si tratta di riaprire questa ferita – scrive l’arcivescovo – ma di accogliere fraternamente quanti vorranno condividere la preghiera, in un clima di pieno rispetto reciproco e di fraternità che anima e caratterizza l’esperienza di Taizé fin dal suo inizio».

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