sabato 8 maggio 2021
Le parole scritte dal beato Bartolo Longo. Mille fedeli hanno partecipato alla Messa presieduta dal cardinale Semeraro
Madonna del Rosario di Pompei, la supplica: "Ci rivolgiamo a te, Maria... "

Giovanni Angellotto

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Ha aperto orizzonti di speranza la celebrazione della santa Messa e della Supplica alla Madonna di Pompei, presiedute dal cardinale

Marcello Semeraro

, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, stamattina nella città mariana.


Il Porporato è stato accolto dall’arcivescovo di Pompei, Tommaso Caputo, che nel saluto introduttivo ha ricordato i «centri diurni, case famiglia, luoghi di accoglienza e ristoro per bambini, poveri, persone uscite da dipendenze, dove ogni giorno si sperimenta l’amore evangelico e la cura per il prossimo. La presenza qui in questa piazza delle persone, giovani e adulte, accolte nelle nostre strutture testimonia come fede e carità siano a Pompei due aspetti della stessa realtà, mai disgiunti nella nostra azione pastorale».

E di carità ha parlato anche il cardinale Semeraro, invitando a guardare all’esempio del fondatore di Pompei, Bartolo Longo: «Ci domandiamo – si è chiesto – come e da dove riprendere, dopo questa dolorosissima fase della pandemia? Se lo domandano i vescovi nelle loro conferenze episcopali. Io penso che dovremo ricominciare dalla stessa carità da cui partì il beato Bartolo Longo. È la carità la via nuova da cui ripartire, perché la medesima carità verso il prossimo ha, nella nostra vita di cristiani, una duplice dimensione: quella che traduce la fede e che diventa soccorso, aiuto, opera di misericordia; c’è, poi, la carità che, testimoniata da noi di fronte al mondo, è in grado di introdurre alla fede». La crisi si supera solo curando le fragilità degli altri, senza volgere lo sguardo dall’altra parte, con indifferenza. Tutti insieme.
Il Prefetto ha ricordato, poi, le parole pronunciate da Papa Francesco nella domenica delle Palme dello scorso anno: «Oggi, nel dramma della pandemia, di fronte a tante certezze che si sgretolano, di fronte a tante aspettative tradite, nel senso di abbandono che ci stringe il cuore, Gesù dice a ciascuno: “Coraggio: apri il cuore al mio amore. Sentirai la consolazione di Dio, che ti sostiene”».

Giovanni Angellotto - Pontificio Santuario di Pompei


Riferendosi al Vangelo dell’Annunciazione, proclamato durante la Messa, il cardinale ha sottolineato che «A Maria Dio fa un dono, il dono di un figlio, ma non le lascia il libretto delle istruzioni, un manuale su come si crescano i figli! L’angelo vola verso il cielo e lei rimane sulla terra, sola col mistero della sua maternità. Che fare? A chi dirlo? Come dirlo a Giuseppe? Come farlo capire in famiglia? Sì, per noi oggi è facile, dopo duemila anni di cristianesimo, dire: dovrà vivere di fede… Ma come? Il come, in questo caso, è sempre lasciato a noi, alla nostra libertà e perfino alla nostra creatività. Non è come avere la carta copiativa. Vivere di fede non vuol dire avere la ricetta per tutti i problemi, ma cercare ogni volta una risposta personale, considerando gli stili di Dio e cogliendo le interpellanze della storia, la storia grande e le nostre storie piccole».

L’8 maggio (giorno della recita solenne della Supplica, assieme alla prima domenica di ottobre) dello scorso anno il rito si era tenuto senza “concorso di popolo”. Quest’anno, nel rispetto del distanziamento è stata possibile la partecipazione dei fedeli. Centinaia di migliaia di persone, inoltre, hanno seguito la celebrazione su Tv2000.

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QUI IL TESTO DELLA SUPPLICA DI POMPEI SCRITTA DAL BEATO BARTOLO LONGO

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