giovedì 21 aprile 2011
Per la prima volta un Papa ha accettato di rispondere a una serie di quesiti alla trasmissione televisiva A sua immagine, dedicata alla passione e morte di Gesù nel Venerdì Santo. Fine vita e dolore, dialogo tra religioni, il mistero della Pasqua, tra gli altri temi proposti a Ratzinger. Perché la sofferenza? Così Benedetto XVI risponde in televisione a una bambina giapponese dopo il dramma dello tsunami.
- Apriamo gli occhi sul «progetto buono» di Marina Corradi
- Gesù diventa protagonista sullo schermo
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Avvenire anticipa in esclusiva la prima risposta che domani Be­nedetto XVI darà alle domande postegli dagli spettatori durante la trasmissione «A Sua immagine - Speciale Venerdì Santo» di RaiU­no. Un «classico» del Venerdì Santo reso unico dalla presenza di pa­pa Ratzinger, per un «botta-e-risposta» col pubblico in diretta tv.Mi chiamo Elena, sono giapponese ed ho sette anni. Ho tan­ta paura perché la casa in cui mi sentivo sicura ha tremato, tanto tanto, e molti miei coetanei sono morti. Non posso andare a giocare nel parco. Chiedo: perché devo avere tan­ta paura? Perché i bambini devono avere tanta tristezza? Chiedo al Papa, che parla con Dio, di spiegarmelo.  Cara Elena, ti saluto di cuore. Anche a me vengono le stesse domande: perché è così? Perché voi dovete soffrire tanto, mentre al­tri vivono in comodità? E non abbiamo le ri­sposte, ma sappiamo che Gesù ha sofferto co­me voi, innocente, che il Dio vero che si mo­stra in Gesù, sta dalla vostra parte. Mi sem­bra questo molto importante, anche se non abbiamo risposte, se rimane la tristezza: Dio sta dalla vostra parte, e siete sicuri che questo vi aiuterà. E un giorno possiamo anche capi­re perché era così. In questo momento mi sem­bra importante che sapete: 'Dio mi ama', an­che se sembra che non mi conosce. No, mi a­ma, sta dalla mia parte, e essere sicuri che nel mondo, nell’universo, tanti sono con voi, pen­sano a voi, fanno per quanto possono qual­cosa per voi, per aiutarvi. Ed essere consape­voli che un giorno, io capirò che questa soffe­renza non era vuota, non era invano, ma che c’è un progetto buono, un progetto di amore dietro. Non è caso, stai sicura, noi siamo con te, con tutti i bambini giapponesi che soffro­no, vogliamo aiutarvi con la preghiera, con i nostri atti e siete sicuri che Dio vi aiuta. E in questo senso preghiamo insieme perché ven­galuce per voi quanto prima.
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