sabato 3 marzo 2018
Classe 1916 è morta il 2 marzo a Roma. Figlia spirituale del santo di Pietrelcina suor Consolata di Santo fin dal 1956 fu la prima religiosa a lavorare nella Casa Sollievo della Sofferenza
Suor Consolata di Santo, la prima suora della Casa di Sollievo della Sofferenza, (Foto: Teleradio Padre Pio)

Suor Consolata di Santo, la prima suora della Casa di Sollievo della Sofferenza, (Foto: Teleradio Padre Pio)

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La morte a 101 anni dopo una vita spesa nella Clausura

A pochi giorni dalla visita di Papa Francesco, il prossimo 17 marzo, sui luoghi di Padre Pio – Pietrelcina e San Giovanni Rotondo – è morta il 2 marzo sera, a Roma a 101 anni, nel monastero di clausura delle clarisse cappuccine, suor Consolata di Santo, figlia spirituale di padre Pio prima suora nell’Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza, voluta dal frate e inaugurata nel 1956, il 5 di maggio. Suor Consolata, che faceva parte inizialmente delle Suore Apostole del Sacro Cuore di Gesù, arrivò a San Giovanni Rotondo pochi mesi prima dell’inaugurazione della struttura sanitaria. Era il 23 settembre del 1955 e arrivò sul Gargano con la superiore provinciale ed un’altra suora. “Mi trovavo in una grande angustia, in un grande pericolo, ero in Toscana. Scrissi a Padre Pio e mi rispose il guardiano della fraternità fra' Carmelo da Sessano con queste parole: Padre Pio dice ‘attenda che la volontà di Dio di compia’”, cosi raccontò in un’intervista rilasciata a Stefano Campanella per Tele Radio Padre Pio nel 2012: “Dopo una settimana la superiora provinciale mi telefonò: ‘parti, perché Padre Pio ci aspetta a San Giovanni Rotondo. Eravamo le prime tre suore che giunsero in Casa Sollievo della Sofferenza”.
Nata nel 1916, suor Consolata era l’ultima di 10 figli, originaria di Santeramo in Colle in provincia di Bari. Aveva sei mesi quando la mamma, prima di morire, disse al sacerdote che le stava imponendo le mani sul capo per l’unzione degli infermi: “Lascio erede della mia famiglia la Madonna e chiedo al Signore la grazia che tutti i miei figli siano consacrati a Dio”. Cosi fu. Tutti consacrati. La religiosa entrò a 20 anni tra le Suore Apostole del Sacro Cuore di Gesù. Dopo un lungo periodo come religiosa nel nosocomio di San Giovanni Rotondo volle entrare in clausura tra le clarisse cappuccine: “Dopo vent’anni, sentivo il bisogno di ritirarmi in clausura per fare una santa morte. Pensavo di morire dopo due, tre anni”. Durante la sua permanenza a San Giovanni Rotondo suor Consolata andava ogni giorno a Messa, alle 5, e spesso incontrava Padre Pio. Un giorno, in confessione “gli chiesi di potergli baciare le piaghe delle mani senza guanti e lui le rispose: ‘davanti a tutta questa gente?” e poi non mi disse altro’”. La mattina seguente, al termine della Messa, un suo confratello la incitò: “Corri Consolata va da Padre Pio”. Lei andò, si inginocchiò, Padre Pio la guardò e le avvicino le mani, Suor Consolata baciò le piaghe e poi Padre Pio le disse: “sei contenta adesso? e poi sorrideva”.

Nel 1975 la scelta della vita contemplativa


Nel 1975, a 59 anni, lasciò il servizio presso l’ospedale ed entrò in clausura tra le clarisse cappuccine, per “fare una santa morte”, perché pensava che sarebbe morta in due o tre anni. Ne sono passati molti di più. Ha seguito, dopo poco tempo, il destino di padre Eusebio Notte, anche lui recentemente scomparso, che fu assistente di Padre Pio dal 1961 al 1965.


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