giovedì 4 ottobre 2018
Il neo segretario generale della Conferenza episcopale italiane a colloquio con il settimanale diocesano “L’Azione”. «La sfida di portare avanti tutto con serietà, impegno e spirito di servizio»
Monsignor Stefano Russo (Gennari)

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«A breve incontrerò papa Francesco e tutti gli organi della Cei che stanno lavorando quotidianamente per il bene della Chiesa». È quanto rivela il vescovo di Fabriano-Matelica e nuovo segretario generale della Cei, Stefano Russo, nel colloquio con il settimanale della sua diocesi L’Azione. Mercoledì nella sede Cei di Circonvallazione Aurelia a Roma l’informale passaggio di consegne fra Russo e il segretario generale uscente, il vescovo Nunzio Galantino, alla presenza del presidente cardinale Gualtiero Bassetti. «Lo Spirito Santo mi manda all’interno delle Chiese italiane. Sono al loro servizio», ha spiegato il presule alla testata. E ha raccontato di aver saputo della nomina «venerdì 28 settembre, alle 12». «Non volevo credere a questa notizia – ha affermato –. Il Pontefice mi ha scelto. Non posso che dire subito “sì”, consapevole dei miei limiti e che tutto va portato avanti con serietà, impegno e spirito di servizio».

E ha aggiunto: «Farò di tutto per attivare quei canali di comunione che nascono dal dialogo e dal confronto, come espressione di un cammino di sinodalità in un’azione che non deve essere personale, ma che guardi al vero bene comune». Ricordando il «ruolo di raccordo tra uffici e servizi della Cei» proprio del segretario generale, Russo ha ribadito la volontà di «ascoltare le diocesi di tutta Italia e agire per e con i vescovi e arcivescovi che sono a capo delle Chiese locali». Quello che lo anima è un’attenzione per le popolazioni colpite dal sisma, a cominciare dalla sua diocesi nel cuore delle Marche (quella Fabriano-Matelica). Un impegno che già stava svolgendo a Roma come delegato della Conferenza episcopale marchigiana (Cem) per i beni culturali ed ecclesiastici legati al sisma. E ha confidato al giornale della sua diocesi: «Già in questi mesi sono stato chiamato, più volte, a confrontarmi con lo Stato italiano per chiedere meno burocrazia per la ricostruzione degli edifici di culto. Il terremoto ha invaso il Centro Italia e compito primario è stare vicino alle persone e pensare alla ricostruzione».

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