sabato 9 agosto 2014
Il premier ex scout: "La Route è un evento bellissimo e io non voglio strumentalizzarla. Non voglio che scrivano che è stato un comizio di Renzi agli scout".
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"La Route è un evento bellissimo e io non voglio strumentalizzarla. Non voglio che sia la giornata di Renzi e che scrivano che è stato un comizio di Renzi agli scout, che sono venuto a spiegare la Route". Così il presidente del Consiglio spiega ai vertici dell'Agesci la sua "improvvisata" di sabato nella "cittá delle tende" nel Parco di San Rossore dove da quattro giorni 30mila rover e scolte si confrontano sul tema del coraggio.

Renzi a San Rossore tra gli scout (le foto sono di A.M. Mira) E domenica mattina sarà di nuovo qui ufficialmente per la messa celebrata alle 9 dal presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, e per la cerimonia di chiusura nell'enorme "campo del futuro". Di sabato, invece, è qui come scout, e, spiega ancora, "per ascoltare, mi metterò in un angolino". Cosa che fa effettivamente, ascoltando in seconda fila nel grande tendone nella "piazza del coraggio" gli ultimi lavori e il voto finale alla "carta del coraggio" il messaggio-proposta da portare ai territori e consegnare alle istituzioni nazionali e regionali. A cominciare da Renzi. Ci hanno lavorato i 456 "alfieri" scelti dai ragazzi delle route che su strade e sentieri hanno camminato verso San Rossore. Si parla di politica, Chiesa, giustizia, legalitá, ambiente, scuola, lavoro. E per ogni tema gli scout scrivono, molto significativamente, prima "io mi impegno" e poi "io chiedo", cosa vogliono fare loro e cosa le istituzioni. Un documento su cui Renzi non vuole intervenire, malgrado un ritmato "discorso, discorso" dei ragazzi nel tendone. "Non vi posso parlare da scout, ho cambiato mestiere... Se io parlassi di quello che avete fatto - risponde - direbbero che ci voglio mettere il cappello sopra. Vi dico solo che state facendo una cosa meravigliosa. Ed è molto bello che voi domani consegnate quello che avete fatto non a Matteo Renzi capo clan o capo redattore di "Camminiamo insieme" ma al Governo, alla Chiesa e al Paese". Un unico riferimento all'attualità quando sottolinea come "vi siete ascoltati e questo è molto bello, anche perchè non accade molto in politica. E io da cittadino vi dico grazie. Buona strada". Un saluto da scout come il clima della mezza giornata passata alla Route. Renzi arriva poco dopo l'una con la moglie Agnese, anche lei scout. "Per me è stato un tuffo nel passato e un'emozione bellissima", commenta più tardi. A bordo di un automobilina elettrica rosa percorrono il lunghissimo viale del campo ma quasi nessuno se ne accorge. Poi il pranzo coi vertici dell'Agesci nel ristorante al centro dell'ippodromo di San Rossore. Tanti amici, esperienze comuni. Renzi ricorda i suoi trascorsi di capo redattore di "Camminiamo insieme" la rivista associativa della branca r/s. E rivendica, col classico campanilismo scout, la supremazia sulle altre due branche, quella e/g e quella l/c. Parla anche della difficoltà che aveva nel montare la tenda e altre esperienze associative. All'uscita torna a ripetere ai giornalisti il perchè della linea di oggi. "Vi prego di tenere fuori gli scout dalla discussione politica. Anche perchè so che se faccio una dichiarazione politica poi tutto viene affibbiato agli scout". Poi di nuovo con la silenziosa macchinetta fino al tendone al centro del campo. Un campo che continua ordinatamente le attivitá previste nei laboratori e nelle tavole rotonde. Non c'è distrazione e curiosità per l'arrivo del premier. Tutto va avanti come se niente fosse. La Route prima di tutto. Solo dopo il breve saluto, quando si porta nel "media center" per un'intervista ai giovani redattori-scout di "Camminiamo insieme", la sua vecchia rivista, si scatena il tifo. Richieste di foto e selfie. Un breve colloquio con uno scout sordo e i suoi problemi che Renzi promette di tenere in conto ("Chiamatemi"). A intervistarlo sono le emozionatissime Sara Caspani e Martina Pinna. Il testo sarà reso noto nella giornata di domenica, ma contiene molti riferimenti alla politica intesa come servizio, alla scuola, al lavoro. Ma niente attualità o polemiche politiche. Con una curiosità: il suo totem, il soprannome scout era "grillo parlante". Profetico? Da riferire sicuramente al leader M5S. È il momento dei saluti, e di un altro bagno di folla azzurra. Che intona "uno di noi, Matteo uno di noi, uno di noi, Matteo uno di noi".

Foto di gruppo con il premier ex scout
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