giovedì 9 giugno 2022
Oggi una giornata accademica alla Lumsa riscorderà il grande studioso francese morto un anno fa nel suo monastero in Borgogna. A tenere la lectio accademica sarà Jean-Luc Marion
Padre Ghislain Lafont

Padre Ghislain Lafont - Boato

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È trascorso più di un anno dalla morte del benedettino francese e teologo di fama internazionale Ghislain Lafont (1928-2021). Un personaggio ricordato ancora oggi per i suoi studi sul tomismo, la Trinità, su Cristo e il mistero della salvezza e per molti saggi che fecero epoca (basti pensare al famosissimo Peut-on connaitre Dieu en Jésus-Christ?) che attirarono l’attenzione di giganti della teologia come Congar, Sesboüé o Daniélou.

Lavoratore instancabile e spesso controcorrente per le sue ricerche teologiche insegnò dal 1978 al 1995, un semestre all’anno a Roma, al Pontificio ateneo Sant’Anselmo e alla Pontificia Università Gregoriana. E oggi questi due atenei assieme alla Lumsa (Libera università Maria Santissima Assunta) dedicheranno una giornata di studio – si tratta della prima edizione – a questo grande pensatore del post-moderno cristiano e tra i più brillanti ermeneuti di Michel de Certeau.

L’appuntamento di questa “lectio” su Ghislain Lafont avrà il suo inizio nella sede della Lumsa di Roma dalle 14.30 oggi giovedì 9 giugno (via di Porta Castello, 44) con un seminario aperto ai dottorandi e ai giovani teologi. «Abbiamo voluto partire dalle nuove generazioni e da un libro testamento di Lafont “Che cosa possiamo sperare” (Edb 2011) – spiega una delle organizzatrici dell’evento la teologa Stella Morra – per permettere così di ascoltare la voce di trenta giovani studiosi ma anche così lasciar spazio a quell’idea tanto cara al grande benedettino di come immaginare il futuro della Chiesa».

Ma il vero momento clou di questo “dies accademicus” sarà la lectio su Lafont (trasmessa anche sul canale You Tube della Lumsa) tenuta alle 17 da Jean-Luc Marion filosofo, docente all’università di Chicago, membro dell’Academie française vincitore, tra l’altro, nel 2021 del premio Ratzinger. L’intervento dell’accademico francese sarà preceduto dai saluti dei rispettivi rettori degli atenei capitolini Francesco Bonini (Lumsa), il gesuita portoghese Nuno da Silva Gonçalves (Gregoriana) e il benedettino austriaco Bernhard Eckerstorfer (Sant’Anselmo).

A introdurre la lectio di Marion saranno gli studiosi e discepoli del suo “agire teologico”: Stefano Biancu, Andrea Grillo e Stella Morra. «Questa prima edizione – prosegue la studiosa – sarà solo l’inizio di una serie di appuntamenti dedicati al padre Lafont dove verranno scandagliati vari aspetti della sua ricerca teologica. Le successive edizioni di queste “lectio” si terranno l’anno prossimo a Sant’Anselmo e infine alla Gregoriana nel 2024».

Un evento quello di oggi che permetterà di riprendere con mano tante delle intuizioni profetiche, anche a livello ecclesiologico, di questo monaco amico, tra l’altro, del cardinale Carlo Maria Martini con cui fu una delle anime della famosa Cattedra dei non credenti a Milano.«Il suo lascito maggiore? – riflette infine la teologa Morra – è stato quello di interrogarsi sempre su Dio. Di porsi delle domande su questo tema con la semplicità e spontaneità che poteva avere un bambino e non un dotto teologo. Questa è stata forse la lezione più grande che mi ha lasciato».





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