venerdì 20 settembre 2019
Sabato la Messa solenne di riapertura al culto e domenica festa in piazza. Il parroco, don Flavio Segalina: «Una nuova primavera»
(Enrico Forapani - Foto Attualità Marchi)

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A sette dal sisma che il 20 e 29 maggio 2012 ha reso inagibili tutte le chiese della Bassa modenese riapre il Duomo di Mirandola, edificio simbolo della città attorno al quale si è sviluppata la storia plurisecolare di questo territorio. Sabato 21 settembre, alle 18, sarà celebrata la Santa Messa solenne nella riapertura al culto del Duomo di Santa Maria Maggiore in Mirandola, restaurato a seguito degli eventi sismici e sarà presieduta dal Vescovo emerito di Carpi, monsignor Francesco Cavina. Si concretizza così l’evento tanto atteso ed auspicato da tutti i cittadini, a coronare il cammino di ricostruzione della seconda chiesa per importanza - dopo la Cattedrale - della Diocesi di Carpi.

Un intervento di recupero il cui inizio era stato annunciato da monsignor Cavina, alla presenza di Papa Francesco a Mirandola il 2 aprile 2017, proprio sul sagrato del Duomo. La messa del 21 settembre sarà il momento più istituzionale a cui seguirà domenica 22 un’unica messa nella mattina per vivere nella fede la riapertura del Duomo come luogo di culto della comunità mirandolese. All’insegna della festa sono stati programmati alcuni eventi musicali come sabato 21, alle 21, il concerto del Faith Gospel Choir; domenica 22 alle 16.30, il concerto della Filarmonica G. Andreoli di Mirandola e sabato 28, alle 21 l’esibizione della Banda Rulli Frulli.

“La scelta di queste formazioni musicali così apprezzate ben al di là della realtà di Mirandola - sottolinea il parroco don Flavio Segalina - è nata dall’intento di valorizzare le eccellenze del nostro territorio. L’appendice ai festeggiamenti con la Banda Rulli Frulli si propone in continuità con la visita di Papa Francesco, il 2 aprile 2017. Sono stati questi ragazzi ad accogliere il Santo Padre a San Giacomo Roncole, nel giorno in cui si è dato l’annuncio dell’inizio dei lavori di ricostruzione del Duomo. Ci è parso significativo che fossero dunque loro a chiudere, per così dire, il cerchio”.

Un programma di festa dunque, sobrio, pensato in modo da coinvolgere tutti, ma anche sostenuto dalle donazioni di numerosi benefattori, enti, aziende e privati. “Confidiamo - conclude il Parroco - che questo ritorno ‘a casa’ segni per la nostra comunità l’inizio di una nuova primavera. Una stagione da vivere con rinnovata fede e profonda gratitudine verso Dio e verso tutti coloro che si sono adoperati per restituire il Duomo alla città”.

Un’opera di restauro complessa frutto della stretta collaborazione tra tutti gli enti preposti, la Soprintendenza, la proprietà, i progettisti e le ditte esecutrici, che ha comportato tre anni di progettazione e due anni di cantiere. L’importo complessivo, interamente finanziato dalla Regione Emilia-Romagna, ammonta a 5.397.942,36 euro. Alla base di tutto il progetto l’idea di ricostruire il Duomo com’era, seppure con l’utilizzo di materiali più leggeri - quali, ad esempio, legno e acciaio - per gravare il meno possibile sulle strutture sottostanti e far sì che l’edificio resista più efficacemente ad eventuali futuri eventi sismici. In occasione della riapertura si potranno anche ammirare i nuovi poli liturgici e una scultura opera dell’artista Marcello Aversa “L’albero della Vita” frutto di importanti donazioni di privati.

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