giovedì 12 dicembre 2019
La gioia del cardinale Giuseppe Petrocchi, arcivescovo della città: «Il perdono è una chiave necessaria per aprire la porta della pace: a livello comunitario e personale»
Un momento della Perdonanza Celestiniana (Foto di archivio Ansa)

Un momento della Perdonanza Celestiniana (Foto di archivio Ansa)

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La Perdonanza Celestiniana è diventata patrimonio immateriale dell’umanità. L’iscrizione ufficiale nella lista del “The Celestinian Forgiveness” è avvenuta ieri, dopo il parere favorevole del Comitato intergovernativo a Bogotà.

La candidatura, sostenuta dal Comune dell’Aquila, dal Comitato Perdonanza Celestiniana, in collaborazione con i gruppi e le associazioni di praticanti locali, è stata presentata dall’Italia con il coordinamento tecnico-scientifico dell’ufficio Unesco del Mibact.

«La Chiesa e la città di L’Aquila esultano, unanimi, per questo prestigioso riconoscimento – sono le parole dell’arcivescovo della città, il cardinale Giuseppe Petrocchi – Il perdono è una chiave necessaria per aprire la porta della pace: a livello comunitario e personale».

La notizia che arriva dalla Colombia, perciò, è una spinta ulteriore «per testimoniare che solo l’amore può vincere la logica del conflitto, spalancando orizzonti di dialogo costruttivo e di intese convergenti, ricche di verità e di bene: aperte a Dio e, proprio per questo, degne dell’uomo».

La comunità aquilana è custode dal 1294 di questo rito annuale di riconciliazione che si svolge tra il 28 e il 29 agosto. «Ora grazie all’Unesco – dice il sindaco del capoluogo abruzzese, Pierluigi Biondi – lo spirito di riconciliazione e la rinascita si fondono e sostengono, attraverso la Festa del Perdono, in una rinnovata dimensione di città di pace, aperta e solidale, pronta ad accogliere le comunità che vorranno con noi partecipare al bene dell’umanità».

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