sabato 12 giugno 2021
Sabato sera l'edizione numero 43 dell'iniziativa, che ha dovuto rinunciare alla marcia in presenza a causa della pandemia. La fiaccola è stata portata da un gruppo di atleti da Roma. Come seguirla
L'accensione della fiaccola della pace all'edizione 2017 della Macerata-Loreto

L'accensione della fiaccola della pace all'edizione 2017 della Macerata-Loreto - Archivio Ansa

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Speranza è un termine assai usato – e a volte abusato – in tempi di pandemia. Cosa permette di nutrire una speranza che non si riduca a mero ottimismo o all’evocazione di buoni sentimenti? Serve qualcosa di solido, qualcosa su cui fondare l’esistenza, capace di reggere l’urto della sofferenza e della paura di cui in tanti abbiamo fatto esperienza.

Il titolo del Pellegrinaggio Macerata-Loreto, che quest’anno arriva all’edizione numero 43, suggerisce una prospettiva molto concreta: «Quando vedo te, vedo speranza», preso a prestito dalla canzone Ophelia dell’inglese Roo Panes. «Perché sia credibile, c’è bisogno di vederla in atto, la speranza – dice monsignor Giancarlo Vecerrica, vescovo emerito di Fabriano-Matelica e fondatore del Pellegrinaggio –. Non nasce da un ragionamento, ma da un volto che la rende evidente. E oggi più che mai servono testimoni credibili capaci di comunicare quanto la fede cambia la vita, persone che con la loro statura umana rendono evidente la presenza di Dio nella realtà».

Anche quest’anno, a causa delle norme anti-Covi, il Pellegrinaggio è costretto a rinunciare al tradizionale itinerario notturno lungo la campagna marchigiana al quale nel 2019 hanno partecipato oltre 100mila persone, e si svolgerà sul sagrato e all’interno della basilica lauretana (è possibile “viverlo” su Tv2000 e sul sito www.pellegrinaggio.org a partire dalle 21).

E anche quest’anno è attesa la telefonata in diretta di papa Francesco che dal 2013 non fa mancare il suo incoraggiamento: «Lo abbiamo incontrato pochi giorni fa quando ha benedetto la fiaccola del Pellegrinaggio – commenta Vecerrica – si è mostrato molto interessato all’evento e ci ha assicurato l’appuntamento telefonico, che noi viviamo come una conferma del cammino che stiamo facendo».

La fiaccola è stata portata da un gruppo di atleti da Roma a Macerata, da dove stasera raggiungerà Loreto. Ai canti e alla recita del Rosario si uniranno alcune testimonianze di persone che hanno sperimentato la forza della speranza in circostanze difficili.

L’arcivescovo di Loreto, Fabio Dal Cin, sottolinea «il desiderio di avere una casa in cui la nostra umanità sia pienamente accolta e valorizzata, e che trova nella Santa Casa custodita nella nostra basilica l’icona più significativa: una dimora dove c’è una Madre che ci attende e ci accoglie anche in momenti difficili come quelli che attraversiamo».

Nel messaggio indirizzato al Pellegrinaggio, il presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, Julián Carrón, sottolinea che in questo tempo «l’urto della realtà è stato così forte che sono emerse domande che non pensavamo di avere, è esploso un disagio che ci ha impedito di rifugiarci nel già saputo».

Domande, dubbi e fatiche sono diventate «opportunità per fare un cammino umano». E ricorda che «è sulla certezza della fede che fiorisce il fiore della speranza che non delude». Riprendendo il titolo dell’edizione di quest’anno scrive: «Vi auguro di imbattervi costantemente in persone di cui possiate dire: “Quando vedo te, vedo speranza”, persone che rinnovino l’esperienza entusiasmante di quell’imprevisto che rende la vita vita. Persone che sostengano la nostra speranza. Per questo domandiamo alla Madonna il dono di occhi spalancati per intercettarle e seguirle».

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