lunedì 4 dicembre 2023
Il Pontefice rinuncia ancora alla lettura della catechesi, ma rassicura i fedeli: «Sto migliorando, anche se la voce ancora non mi va»
Monsignor Paolo Braida legge per il Papa l'Angelus di domenica

Monsignor Paolo Braida legge per il Papa l'Angelus di domenica - Ansa

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«Anche oggi non potrò leggere tutto. Sto migliorando, ma la voce ancora non mi va. Sarà monsignor Braida a leggere la catechesi». Papa Francesco rassicura i fedeli sulle sue condizioni di salute che però, come già accaduto domenica scorsa, lo hanno costretto ancora una volta a recitare l'Angelus da Santa Marta.

Il pensiero del Pontefice torna nuovamente alla Terra Santa, «alle famiglie degli ostaggi» israeliani e alla «sofferenza di Gaza». «Addolora che la tregua sia stata rotta - sottolinea - ciò significa morte, distruzione e miseria. Auspico che tutti coloro che sono coinvolti possano raggiungere al più presto un nuovo accordo per il cessate-il-fuoco e trovare soluzioni diverse rispetto alle armi, provando a percorrere vie coraggiose di pace».

Francesco rivolge poi la sua preghiera «alle vittime dell’attentato avvenuto nelle Filippine (sabato ndr.), dove una bomba è esplosa durante la Messa. Sono vicino alle famiglie - dice -, al popolo di Mindanao che già tanto ha sofferto». Ma il Santo Padre vuole assicurare la sua vicinanza anche ai potenti riuniti a Dubai per la Cop28 che dice, «anche se a distanza seguo con grande attenzione». «Sono vicino - spiega -. Rinnovo il mio appello perché ai cambiamenti climatici si risponda con cambiamenti politici concreti: usciamo dalle strettoie dei particolarismi e dei nazionalismi, schemi del passato, e abbracciamo una visione comune, impegnandoci tutti e ora, senza rimandare, per una necessaria conversione ecologica globale».
Infine una preghiera per la «Giornata internazionale delle persone con disabilità», nella consapevolezza che «accogliere e includere chi vive questa condizione aiuta tutta la società a diventare più umana».

Il commento al Vangelo è invece dedicato all’inizio dell’avvento, un'occasione per «preparare con cura la casa del cuore, perché sia ordinata e ospitale. Vigilare, infatti, significa tenere pronto il cuore - esorta Francesco -. È l’atteggiamento della sentinella, che nella notte non si lascia tentare dalla stanchezza, non si addormenta, ma rimane desta in attesa della luce che verrà. Il Signore è la nostra luce ed è bello disporre il cuore ad accoglierlo con la preghiera e ad ospitarlo con la carità, i due preparativi che, per così dire, lo fanno stare a suo agio».

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