martedì 28 gennaio 2020
La preghiera che sostituisce la formula: "Non indurci in tentazione" sarà recitata durante le Messe a partire dal 29 novembre. Modifiche anche al Gloria
«Non abbandonarci alla tentazione»: il nuovo Padre Nostro arriva in Avvento
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Per il “nuovo” Padre Nostro ci vuole ancora un po’ di pazienza. La traduzione rinnovata della più popolare delle preghiere, insegnata direttamente da Gesù, sarà inserita nel Messale che verrà consegnato subito dopo Pasqua, quest’anno il 12 aprile. A rivelarlo è stato il teologo Bruno Forte arcivescovo di Chieti-Vasto parlando all’AdnKronos a margine del forum internazionale sul rapporto tra estetica e teologia in corso alla Pontificia Università Lateranense.

Come noto, il Padre Nostro nella nuova versione prevede che l’invocazione “Non indurci in tentazione” lasci al posto alla più corretta formulazione “Non abbandonarci alla tentazione”. Versione che verrà recitata durante le Messe nella chiese italiane a partita dal 29 novembre, prima Domenica d’Avvento, quando diventerà obbligatorio l’uso liturgico del nuovo Messale, cioè il libro che per così dire guida la celebrazione, in cui sono raccolte le preghiere, le formule, utilizzate nel corso del rito.

Il nuovo “Padre nostro” risponde anche a una precisa indicazione di papa Francesco che più volte è intervenuto sull’argomento. Ad esempio durante il programma “Padre Nostro” condotto nel 2017 da don Marco Pozza su Tv2000, il Pontefice aveva sottolineato come l’invocazione “Non ci indurre in tentazione” non fosse una buona traduzione, «Anche i francesi – aveva aggiunto – hanno cambiato il testo con una formulazione che dice “non lasciarmi cadere nella tentazione”', sono io a cadere, non è lui che mi butta nella tentazione per poi vedere come sono caduto, un padre non fa questo, un padre aiuta ad alzarsi subito».«Quello che ti induce in tentazione – aveva continuato – è Satana, quello è l'ufficio di Satana».

La nuova traduzione era stata approvata nel novembre del 2018 dall’Assemblea generale della Cei. Dopo di che la terza edizione del Messale Romano ha ottenuto il decisivo via libera del Papa. Durante l’Assemblea generale del maggio 2019 è stato il presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti, ad annunciare l’avvenuta “confirmatio” della Santa Sede, che ha concluso così un lavoro di studio e miglioramento dei testi durato oltre 16 anni.

Tra le novità introdotte ci sono traduzioni più efficaci e fedeli al senso originario del Padre Nostro. Oltre alla modifica "Non abbandonarci alla tentazione”, all’espressione “come noi li rimettiamo” viene aggiunto un “anche”: “come anche noi...”.

Novità anche per il “Gloria”, in cui al posto del “Pace in terra agli uomini di buona volontà” si dirà “Pace in terra agli uomini, amati dal Signore”.

Ci sarà qualche resistenza all'abitudine? A questa domanda aveva risposto monsignor Claudio Maniago, vescovo di Castellaneta e presidente della Commissione episcopale Cei per la liturgia, in una intervista ad Avvenire del 3 agosto 2019: "Quello che si creerà di fronte al Padre Nostro e al Gloria credo sarà uno sconcerto facilmente superabile, anche in virtù di una spiegazione che comunque sarà fatta. La pubblicazione del Messale avrà bisogno di un’attenta operazione di accompagnamento nelle Chiese locali".

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