venerdì 28 agosto 2020
Domenica l’atto di affidamento alla Vergine Maria presieduto dal vescovo di Biella, Farinella. Rinviate al 2021 le celebrazioni per i 500 anni dell’incoronazione della statua
La cupola della Basilica superiore di Oropa

La cupola della Basilica superiore di Oropa - Archivio

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Un atto di affidamento alla Vergine Maria e l’apertura della Basilica superiore dopo quattro anni di lavori per il cantiere più grande del Biellese e uno dei più importanti del Piemonte. È quanto si vivrà domenica al Santuario di Oropa in quel 30 agosto in cui si celebra la solennità della dedicazione della basilica di Santa Maria di Oropa, quella antica e la Basilica superiore dedicata al culto da 60 anni.

Un 30 agosto 2020 che doveva segnare la quinta centenaria incoronazione della statua della Madonna, evento atteso e preparato, ma che il Covid-19 ha spazzato via costringendo a programmare la solenne celebrazione per il prossimo anno. Un tempo di lockdown che tuttavia in Oropa ha trovato il segno e la forza per una testimonianza di speranza e di ripartenza. Sotto il segno della Vergine Maria. Una speranza fatta anche di gesti concreti come le cifre che parlano dell’appena ultimato restauro. Una speranza fatta di volti, progetti, impegno e sogni.

Un progetto che ha unito il territorio e ha travalicato i confini del Piemonte. Sono stati effettuati interventi alla facciata principale, alla cupola esterna, alle facciate laterali, a coperture, parti interne e all’intero colonnato. Hanno lavorato 31 ditte e circa 120 operai. La progettazione e la direzione dei lavori sono stati dell’architetto Emanuela Baietto di Biella. Imponente l’impegno economico: 3,5 milioni di euro che ha visto l’intervento anche della Conferenza episcopale italiana attraverso i fondi dell’8xmille, oltre a Regione Piemonte, Fondazioni - capofila la Crb - e altre realtà.

Dunque nella giornata di domenica alle 15 la statua della Madonna Nera – traslata anticipatamente dal Sacello in pieno accordo con la soprintendenza – “aprirà” il portale maggiore, entrerà nella Basilica superiore per essere poi collocata sotto il ciborio. Il vescovo di Biella, Roberto Farinella, presiederà la Messa. A concelebrare saranno l’arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia; l’arcivescovo di Vercelli, Marco Arnolfo; l’emerito di Biella, Gabriele Mana; l’emerito di Casale Monferrato, Alceste Catella; l’emerito di Asti, Francesco Ravinale; il vescovo di Ivrea, Edoardo Cerrato, e quello di Casale Monferrato, Gianni Sacchi, assieme a molti sacerdoti.

Alla celebrazione, all’interno della Basilica, potranno assistere 600 persone. La Messa verrà trasmessa in diretta televisiva e streaming. Il servizio liturgico sarà affidato ai seminaristi di Biella, Vercelli e Novara. Un gruppo di coristi, diretti da Giulio Monaco, eseguirà le antifone del Proprio in gregoriano, composizioni di Magri e Sella, e brani di valore artistico del Novecento storico. Il canto dell’assemblea sarà diretto da don Carlo Dezzuto. All’organo Jefferson Curtaz, compositore premiato dal concorso per i brani della Messa per la quinta Incoronazione. Nell’occasione si ascolterà per la prima volta l’inno dell’Incoronazione, composto da Sandro Frola.

Il vescovo Farinella, a conclusione della celebrazione eucaristica, pronuncerà l’atto di affidamento di tutta la diocesi alla Regina di Oropa. I fedeli che partecipano al rito potranno ottenere l’indulgenza plenaria concessa dalla Penitenzieria apostolica in questo Anno mariano straordinario, alle condizioni stabilite dalla Chiesa. Egualmente gli ammalati uniti spiritualmente alla celebrazione del Santuario. Dal termine della Messa fino a sera le porte della Basilica superiore rimarranno aperte per l’omaggio dei fedeli alla Madonna di Oropa. Alle 21 la statua della Madonna Nera verrà riaccompagnata in Basilica antica con una fiaccolata.

Da sapere

Secondo la tradizione, come riporta il sito del Santuario, l’origine di questa chiesa è da collocarsi nel IV secolo, ad opera di san Eusebio, primo vescovo di Vercelli. I primi documenti scritti che parlano di Oropa, risalenti all’inizio del XIII secolo, riportano l’esistenza delle primitive Chiese di Santa Maria e di San Bartolomeo, di carattere eremitico, che costituivano un punto di riferimento fondamentale per i viaggiatori diretti in Valle d’Aosta.




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