Papa Leone XIV in visita a Santa Maria di Galeria - Vatican Media / Siciliani
Non chiamatela Messa “ecologica”. Così come la Laudato si’ di papa Francesco, che ha ispirato i testi liturgici, non va ridotta a un’enciclica “verde”. Entra nel Messale romano la Missa pro custodia creationis: la Messa per la custodia della creazione, si direbbe in italiano. Celebrazione in latino perché contenuta nell’edizione tipica latina: la terza, quella in vigore. E quindi spetterà alle singole Conferenze episcopali nazionali “tradurla” nelle diverse lingue, anche se il suo uso è facoltativo. La nuova Messa porta la firma di Leone XIV: nel senso che è stato papa Prevost ad approvare il formulario liturgico con le relative letture bibliche (queste già nelle varie lingue) che viene promulgato e dichiarato “testo tipico” con il decreto del prefetto del Dicastero per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, il cardinale Arthur Roche.
Sarà proprio papa Leone a presiedere la prima Messa per la custodia della creazione: è in programma mercoledì 9 luglio a Castel Gandolfo dove da domenica il Pontefice si ritirerà per un periodo di riposo estivo. A fare da cornice sarà il Borgo Laudato si’, voluto da Francesco fra i giardini e i terrazzamenti delle Ville Pontificie. «Il Papa utilizzerà il nuovo formulario nell’Eucaristia privata con il personale», annuncia il cardinale Michael Czerny, prefetto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, nella Sala Stampa vaticana. Testi che recepiscono «alcune delle principali istanze contenute nell’enciclica di Francesco e le esprimono in forma di preghiera» e che rappresentano anche «un buon antidoto contro una certa lettura della Laudato si’ che rischia di ridurre la profondità del suo contenuto ad una “ecologia superficiale o apparente” ben lontana da quella ecologia integrale ampiamente descritta e motivata nel documento», avverte l’arcivescovo Vittorio Francesco Viola, segretario dello stesso Dicastero vaticano per il culto divino.
La nuova Messa per la custodia della creazione si apre con l’antifona d’ingresso tratta dai Salmi: “I cieli narrano la gloria di Dio, l’opera delle sue mani annuncia il firmamento”. «Così si vuole dire la meraviglia per come la creazione riflette la gloria di Dio: senza questo stupore, scriveva papa Francesco, “i nostri atteggiamenti saranno quelli del dominatore, del consumatore o del mero sfruttatore delle risorse naturali”», afferma Viola. Nella colletta si fa «sintesi orante della teologia della creazione ispirata alla Sacra Scrittura», prosegue all’arcivescovo. E nel testo si legge: “O Padre, che in Cristo, primogenito di tutta la creazione, hai chiamato all’esistenza tutte le cose, fa’ che, docili al soffio vitale del tuo Spirito, custodiamo con amore l’opera delle tue mani”. L’orazione sulle offerte riprende le parole della presentazione dei doni: “Accogli, o Padre, questi frutti della terra e del nostro lavoro: porta a compimento in essi l’opera della tua creazione, perché, trasformati dallo Spirito Santo, siano per noi cibo e bevanda di vita eterna”. Una preghiera con cui «viene espressa l’idea teologica che ispira la contemplazione liturgica della creazione», chiarisce Viola.
L’antifona di comunione tratta dai Salmi (“Tutti i confini della terra hanno veduto la salvezza del nostro Dio”) accompagna «l’assemblea che si nutre al banchetto eucaristico in una contemplazione dell’opera della salvezza che unisce l’uomo a tutte le creature», evidenzia l’arcivescovo. E l’orazione dopo la comunione coniuga le sensibilità degli ultimi due Papi: l’inizio richiama sant’Agostino, caro a Leone XIV, e il proseguo rimanda all’enciclica sulla casa comune di Francesco. “Il sacramento di unità – si legge – che abbiamo ricevuto, o Padre, accresca la comunione con te e con i fratelli, perché, in attesa dei cieli nuovi e della terra nuova, impariamo a vivere in armonia con tutte le creature”. «Papa Francesco – dichiara l’arcivescovo Viola – ci ricorda che esistono tre relazioni fondamentali strettamente connesse: la relazione con Dio, quella con il prossimo e quella con la terra. E la comunione con Dio, con il prossimo, con la terra è alimentata dall’Eucaristia, “sacramento di unità”». Nel decreto del Dicastero si cita anche Benedetto XVI quando ricorda che nel Pane eucaristico «la creazione è protesa verso la divinizzazione, verso le sante nozze, verso l’unificazione con il Creatore stesso».
Le letture scelte per la Missa pro custodia creationis offrono diversi spunti di riflessione. La prima lettura è tratta da libro della Sapienza (13, 1-9: “Se sono riusciti a conoscere tanto da poter esplorare il mondo, come mai non ne hanno trovato più facilmente il sovrano?”) e «invita a riconoscere nella bellezza delle creature quella del Creatore», spiega Viola. Il Salmo responsoriale (18, 2-3. 4-5; “I cieli narrano la gloria di Dio”) «unisce l’assemblea alla creazione che canta la gloria di Dio». La seconda lettura è l’inno della Lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi (1, 15-20: “Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui”) e «offre una lettura cristologica della creazione». Quindi vengono proposti due brani evangelici (Matteo 6, 24-34: “Guardate gli uccelli del cielo”; Matteo 8, 23-27: “Si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia”).
La firma e la celebrazione di Leone XIV confermano l’attenzione del nuovo Papa alla salvaguardia del creato. Una sfida già indicata nel Messaggio diffuso ieri mercoledì per la Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato in cui esorta alla giustizia ambientale e denuncia come la terra sia cadendo in rovina. E un impegno già confermato da alcuni gesti di papa Leone: dalla visita al Borgo Laudato si’ all’uscita a Santa Maria di Galeria per il progetto dell’impianto agrivoltaico. La nuova Messa arriva in occasione di un doppio anniversario: il Messaggio per la Giornata mondiale della pace firmato da Giovanni Paolo II trentacinque anni fa, nel 1990 e intitolato “Pace con Dio Creatore, pace con tutto il creato”; e il decimo anniversario della Laudato si’ sulla cura della casa comune.
La nuova Messa rientrerà fra i formulari “per le necessità civili”. Infatti il Messale romano contiene 49 Messe e Orazioni per diverse necessità ed occasioni: 20 riguardano la Chiesa, 17 le necessità civili e 12 sono per varie circostanze. «Quello del creato non è un tema che si va ad aggiungere ma è sempre presente nella liturgia cattolica – afferma il cardinale Czerny –. Quando si celebra l'Eucaristia, infatti, “tutto il cosmo rende grazie a Dio... L’Eucaristia unisce il cielo e la terra, abbraccia e penetra tutto il creato”. Inoltre, durante ogni Messa, benediciamo Dio per il pane e il vino che abbiamo ricevuto e che offriamo il “frutto della terra... frutto della vite... e del lavoro dell'uomo”. E in ogni domenica e solennità iniziamo a proclamare la nostra fede dicendo: “Credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra”».
Nel decreto del Dicastero per il culto divino si sottolinea che il nuovo formulario arriva in un «tempo» in cui «l’opera della creazione è seriamente minacciata a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha affidato alla nostra cura». «Con questa Messa – conclude Czerny – la Chiesa offre un sostegno liturgico, spirituale e comunitario per la cura che tutti dobbiamo prestare nei confronti della natura, la nostra casa comune. Tale servizio è davvero un grande atto di fede, speranza e carità». E i testi liturgici «ci chiamano ad essere fedeli amministratori di ciò che Dio ci ha affidato nelle nostre scelte quotidiane e nelle politiche pubbliche, così come nella preghiera, nel culto e nel modo con cui viviamo nel mondo».