sabato 19 febbraio 2022
Aveva 93 anni. Negli anni 70 alcune sue tesi vennero considerate non conformi alla dottrina. Insegnò alla Lateranense e alla Gregoriana
Don Carlo Molari

Don Carlo Molari - Frame da You Tube

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Si è spento questa mattina monsignor Carlo Molari, uno dei più noti teologi italiani. Aveva 93 anni ed era ospite della casa di riposo “Don Baronio” di Cesena.

Nato nella città romagnola il 25 luglio 1928, Molari era stato ordinato sacerdote nel 1952. Si era laureato in teologia e in diritto alla Pontificia Università Lateranense, dove insegnò dal 1955 al 1968. Aveva insegnato anche alla Gregoriana dal 1966 al 1976 e alla Urbaniana dal 1962 al 1978.

Per nove anni segretario dell’Associazione teologica italiana (Ati), dal 1961 al 1968 era stato aiutante di studio della Sezione dottrinale della Congregazione per la dottrina della fede.

Dopo che la prefazione al "Dizionario teologico" (Borla 1972) e il libro “La fede e il suo linguaggio” (Cittadella, Assisi 1972) ispirato a Teilhard de Chardin, vennero accusati di sostenere posizioni non conformi alla dottrina gli fu chiesto di lasciare l’insegnamento e lui decise di andare “in pensione” anticipatamente.

In particolare a Molari veniva contestata la teoria secondo cui di Dio non si possa dire nulla di definitivo in quanto la sua comprensione cresce con l’evolversi dell’uomo e delle sue capacità cognitive. Tesi che il teologo romagnolo ha ripreso nel volume: “Il cammino spirituale del cristiano” pubblicato nel 2020 da Gabrielli. Molto impegnato nel dialogo ecumenico, dal 1967 al 2011 svolse attività pastorale all'Istituto San Leone Magno dei Fratelli maristi a Roma.

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