lunedì 2 maggio 2022
Frate minore cappuccino, 63 anni, attualmente è vescovo ausiliare di Milano. Il vicariato comprende Emirati Arabi, Oman e Yemen
Monsignor Paolo Martinelli

Monsignor Paolo Martinelli - Itl / Mariga

COMMENTA E CONDIVIDI

La sede di questa Chiesa particolare è a Dubai. La sua giurisdizione riguarda i fedeli di Emirati Arabi Uniti, Oman, Yemen. Vale a dire circa un milione di battezzati (il 2,3% della popolazione) distribuiti su un territorio di oltre 900mila chilometri quadrati. Ora a guidarli sarà monsignor Paolo Martinelli. È lui infatti il nuovo vicario dell’Arabia del Sud. A nominarlo è stato papa Francesco, domenica scorsa. Una scelta che chiude anche la lunga stagione pastorale di monsignor Paul Hinder, ottant’anni appena compiuti, il presule di origini svizzere, frate minore cappuccino come il suo successore, che per primo è stato alla guida della circoscrizione ecclesiastica nella sua attuale configurazione, così come stabilito dalla Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli nel 2011. Si deve a lui inoltre l’organizzazione del primo viaggio di un Pontefice nella regione, Papa Francesco nel 2019, con la storica firma del Documento della fratellanza umana e, il 5 febbraio, l’Eucaristia, a sua volta evento mai accaduto prima, allo stadio Zayed Sports City di Abu Dhabi.

Un impegno innovativo e di grande spessore dunque, che adesso verrà portato avanti dall’attuale vescovo ausiliare di Milano. Nato il 22 ottobre 1958 nel capoluogo ambrosiano, frate minore cappuccino, Martinelli è stato ordinato sacerdote il 7 settembre 1985. Subito dopo, la nomina a vicario parrocchiale all’Istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone, dove si dedica all’animazione catechetica degli ospiti diversamente abili, alla formazione del personale e del volontariato. Nel 1990, la licenza in Teologia fondamentale e nel 1993 il dottorato di ricerca in Teologia con una tesi sul pensiero di Hans Urs von Balthasar. Docente di teologia alla Pontificia Università Gregoriana e all’Istituto Francescano di spiritualità della Pontificia Università Antonianum, di cui diviene anche preside, il 24 maggio 2014, Martinelli è eletto alla Chiesa titolare di Musti di Numidia e nominato ausiliare di Milano, ricevendo l’ordinazione episcopale il 28 giugno successivo. Tra i vari incarichi ricoperti, in diocesi è stato vicario episcopale per vita consacrata e successivamente anche per la pastorale scolastica, nonché presidente della Commissione didattico-pedagogica della Fondazione ambrosiana per la cultura. Dal 2021 inoltre presiede la Commissione episcopale Cei per il clero e la vita consacrata e la Commissione mista vescovi - Istituti di vita consacrata e società di vita apostolica. Ruoli, sottolineati nel suo comunicato di rallegramenti dall’arcivescovo di Milano. «Mi faccio voce della diocesi di Milano e della Conferenza episcopale lombarda (Cel) – scrive monsignor Mario Delpini – per esprimere riconoscenza e ammirazione per fra Paolo» che «nella nostra Chiesa ha svolto con intelligente e generosa dedizione il ministero di vicario episcopale per la vita consacrata e per la pastorale scolastica». È inoltre delegato della Cel per la Vita consacrata e la pastorale della salute. «Mentre esprimo il rammarico per essere privato di un collaboratore così prezioso – continua Delpini –, esprimo la gratitudine di tutti coloro che lo hanno conosciuto e apprezzato e invoco per lui e per il suo ministero ogni benedizione di Dio».

Per Martinelli, comincia dunque una nuova stagione in una realtà di Chiesa, distribuita su un territorio molto ampio, fatta, come ha ricordato monsignor Delpini – «di fedeli per lo più migranti per lavoro dai Paesi asiatici». Sullo sfondo la ferita aperta dello Yemen, teatro di una lunga. sanguinosa, guerra dimenticata e la cui terribile crisi umanitaria rischia di aggravarsi ancora di più per gli effetti del conflitto in Ucraina.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: