mercoledì 10 ottobre 2018
Esce dall'anonimato del monastero spiegando la vita contemplativa nel documentario "Clausura" di Sergio Zavoli. La religiosa in seguito lasciò il Carmelo e diede vita alle Piccole sorelle di Maria
Madre Maria Teresa dell’Eucarestia

Madre Maria Teresa dell’Eucarestia

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Il 14 novembre 1918 nasceva a Piacenza, madre Maria Teresa Tosi, la fondatrice delle Piccole sorelle di Maria una nuova realtà di vita contemplativa fiorita nella «primavera» del Concilio il cui seme, il 23 dicembre 1968, cinquant'anni fa, attecchiva nella terra di Umbria a Collepino di Spello sui resti di un’antica abbazia camaldolese.

A cento anni dalla nascita, la figura di Maria Teresa Tosi, suor Maria Teresa dell’Eucaristia, brilla tra le figure carismatiche del secolo scorso di una luce ancora quasi inesplorata, circa la bellezza e l’importanza della vita contemplativa 'nella' e 'per' la Chiesa tutta. Madre Maria Teresa era convinta che per poter dare Dio agli uomini si dovesse prima cercare di possederlo pienamente.

Madre Maria Teresa dell’Eucaristia, esce dall’anonimato di un monastero carmelitano nel 1958, quando la sua voce risuona in un radiodocumentario, il primo del genere, a cura di Sergio Zavoli dal titolo Clausura.

Il radiodocumentario, che vinse il prestigioso Premio Italia, fece il giro del mondo e fece conoscere per la prima volta dal vivo, il senso e i dettagli della clausura tramite una registrazione fedele e dettagliata di una conversazione sugli aspetti meno noti di tale genere di vita. Nell’intervista, la giovane sottopriora con un taglio personale e unico, conduceva l’ascoltatore a cogliere la quintessenza della vita carmelitana.

SUL SITO DELLE TECHE RAI IL RADIODOCUMENTARIO: CLAUSURA (di Sergio Zavoli)

La vicenda di madre Tosi, assume oggi un’inedita freschezza perché allora fu veramente profetica nelle intuizioni che poi, nella grande luce del Vaticano II, trovarono la loro applicazione nell'esperienza fondazionale delle Piccole Sorelle di Maria (1964) e dell’eremo di Collepino (1972). Quelle stesse intuizioni, frutto di un’illuminazione e di un carisma unico e innovativo acceso nella madre e alimentato da tanta umile e silente preghiera, in totale resa a «quel Dio che amo da sempre e spero per sempre» si sono ritrovate , dopo il Concilio, anche in altre realtà monastiche nuove e fiorenti ancor oggi.

Le luci e le riflessioni della madre sono raccolte nei suoi scritti personali che ci consegnano, con realismo e contemporaneità, il profilo umano e spirituale della monaca piacentina assieme al suo messaggio per la vita consacrata e per l’umanità tutta. Due sono i testi autobiografici a cui poter guardare: il Diario spirituale e la raccolta di alcune Lettere. Il diario spirituale, che va dall'ingresso al Carmelo, nel settembre 1945, fino all’ultima notte tra quelle mura il 10 luglio 1963, porta il significativo titolo «No, non ho saltato il muro» (Ed. Queriniana, 1976) curato da Maria Antonietta Pavese.

Nel testo, la Madre fa compiere al lettore un viaggio lungo diciannove anni, in cui abbiamo, insieme a interessanti spaccati di vita carmelitana, il formarsi della “seconda chiamata”. Questa nuova vocazione, crescente nel cuore e nella mente della madre fin dal 1956 fu accelerata dall'esperienza di contatto epistolare con un’intera umanità che si rivolgeva a Lei a seguito del radiodocumentario di Zavoli, per i più svariati motivi e a cui lei rispondeva in spirito di donazione e sacrificio.

Il diario, documento di spiritualità di rara intensità ci fa assistere alla nascita del carisma proprio delle Piccole Sorelle di Maria. Carisma (e la nuova famiglia religiosa) che doveva però nascere nel dramma di un “parto” tutto e solo della madre, in un «consegnarsi vive alla morte»: i giorni e gli anni, circa nove, dell’esodo sarebbero stati vissuti nella fede adamantina e nell'obbedienza a quella Voce, che la strappava dal Carmelo per trapiantarla sul Subasio.

La seconda opera, che ci fa approfondire e proseguire , dopo il 10 luglio1963, il “santo viaggio” della madre è la raccolta delle “Lettere “ (M. Antonietta Pavese, Litografia Marcello Caraddossi. Roma 1989). Le Lettere ci restituiscono tutta la ricca umanità e l’assoluta statura mistica di madre Maria Teresa, ci danno importanti informazioni circa la vicenda che ha portato alla fondazione dell’Eremo, e ci mostrano in tutta la sua ampiezza il carisma delle Piccole sorelle e dell’Eremo. Diaro e Lettere formano, noi crediamo, un tutt'uno inseparabile, in cui emerge con nitidezza una spiritualità nuova ma che affonda le radici nella tradizione più antica della vita religiosa e contemplativa cristiana, in cui, non solo «cercare e amare gli uomini in Dio solo», ma anche «cercare e amare Dio negli uomini tutti» (Lettera a Sergio Zavoli settembre 1969).

Madre Maria Teresa Tosi è stata fedele a tale programma fino alla notte del 18 giugno 2007, vigilia di San Romualdo riformatore della vita eremitica nella Chiesa latina, quando è andata incontro in un faccia a faccia eterno «a quel Dio per cui abbiamo dato tutta la nostra esistenza e al quale tutte ci siamo date senza riserva».

Pubblichiamo il testo dell’ultima registrazione dal vivo di madre Maria Teresa dell’Eucaristia in data 8 luglio 2004 sul tema della contemplazione.

Essere contemplativi vuol dire, almeno in alcuni momenti, essere arrivati a un tale annullamento, dimenticanza di se stessi, cosicché Dio solo abbia preso possesso di tutta la nostra vita, del nostro essere, del nostro agire, del nostro cuore. Ci vogliono tante prove per purificarsi perché Dio non comunica a nessuno se non si è preparata a dimenticarsi a se stessa. Si lascia guardare, guarda Dio e aspetta, aspetta che operi secondo il suo disegno senza ostacolare, Noi spesso ci sentiamo dei saggi, degli intelligenti e lo vogliamo aiutare. No, mi spiace, bisogna, quando inizia ad operare, dimenticarsi completamente - Signore! Signore aiutami ad immergermi in te come se la mia anima fosse nell'eternità, nell'immobilità interiore… capacità di ascolto, capacità di lasciarsi trascinare dalla parte di Dio non è così facile... «Padre mi abbandono a te! Fa di me quello che ti piace, qualunque cosa ti ringrazio. Sono pronta a tutto. Accetto tutto, perché la tua volontà si compia in me. Se le prove arrivano a ritmo accelerato, lo accetto e fa di me quello che ti piace…». Vuole il nostro dono totale, tranquilli nelle sue mani, senza cercare nulla. Purché tu sia presente nella mia anima e mi aiuti ad andare avanti. Avere mai paura. Io mi sono data a 20 anni, totalmente, alla vita carmelitana…, ma quando è arrivato il momento ancora ho chiesto. Credevo di aver dato tutto...«No,guardati bene, non mi hai dato tutto, cercavi anche te stessa ». Chiede ciò che noi difendiamo come un tesoro. L’Eremo dovrebbe avere anche questo compito…ritornare nel proprio quotidiano con chiarezza interiore, cosa si deve dare ancora. Chi viene all’Eremo forse è illuminato per fare il punto della propria vita, più attento alle esigenze del Suo amore. Ripartire decisi con una nuova chiarezza interiore. Essere umili, chi si crede Santo è un disastro. Lasciare carta bianca, ma dobbiamo ad un certo punto decidere noi. Siamo liberi. Saper dare tutto e scomparire, come la Madonna. Siate buoni.


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