giovedì 9 febbraio 2012
Lo ha precisato oggi il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, tornando a smentire quanto affermato da fonti giornalistiche e confermando  la piena collaborazione dello Ior con la autorità di controllo finanziario vaticane, italiane e internazionali, e con i giudici italiani.
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"L'Istituto Opere di Religione è una Fondazione di diritto sia civile che canonico regolata da un proprio statuto; non mantiene riserve e non concede prestiti come una banca. Tanto meno è una 'banca off-shorè". Lo ha precisato oggi il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, tornando, a meno di 24 ore dal suo precedente intervento, a smentire quanto affermato da fonti giornalistiche ad assicurare la piena collaborazione dello Ior con la autorità di controllo finanziario vaticane, italiane e internazionali, e con i giudici italiani."L'affermazione che lo Ior è una banca - dice Lombardi - non corrisponde a verità" e in particolare viene usato il termine "off shore" non per illustrare il vero carattere e la funzione dello Ior, ma "per creare un'impressione di illegalità". In proposito, padre Lombardi ricorda che "lo Ior si trova all'interno di una giurisdizione sovrana e opera in un quadro normativo e regolamentare, che comprende anche la legge antiriciclaggio vaticana" adottata un anno fa "proprio per essere in linea con gli standard internazionali".Ed è solo "un'insinuazione che le normative vaticane non consentirebbero le indagini o i procedimenti penali relativi a periodi precedenti all'entrata in vigore della Legge" come sostenuto in diretta tv sulla base di un "documento senza alcun valore ufficiale" che "rappresenta unicamente le valutazioni di chi l'ha scritto".Per quanto riguarda la cooperazione con l'Aif, "lo Ior - assicura il portavoce della Santa Sede - ha cooperato nel fornire informazioni su transazioni avvenute anche prima di tale data" ed inoltre "l'autorità giudiziaria vaticana ha il potere di indagare anche transazioni sospette avvenute in periodi precedenti al primo aprile 2011, e ciò anche nel quadro della cooperazione internazionale con i giudici di altri Stati, inclusa l'Italia". La dichiarazione diffusa oggi tiene anche a smentire che lo Ior abbia interrotto i suoi rapporti con le banche del nostro Paese, come è stato affermato. Infatti "i rapporti con banche non italiane sono sempre stati attivi e è stata ridotta solo limitatamente l'attività con le banche italiane"."Come fanno anche gli enti finanziari italiani, lo Ior si avvale dei servizi di banche estere (italiane e non) quando essi sono più efficienti e a minor costo", continua padre Lombardi rivelando che "tutti i movimenti in contanti sono certificati con documenti doganali" e che "come prassi, tutti i movimenti di denaro sono regolarmente tracciati ed archiviati".Per quanto riguarda poi la norma che regola il movimento di denaro contante, "è importante precisare che lo Ior controlla e controllava anche i movimenti frazionati per un totale di 15.000 euro nei dieci giorni consecutivi". Infine, non è giusto dire che il Vaticano non ha dato risposta alle rogatorie riguardanti il caso Banco Ambrosiano-Calvi: semplicemente "la rogatoria del 2002 non risulta pervenuta in Vaticano" ed "anche all'Ambasciata d'Italia presso la Santa Sede, dopo una prima ricerca effettuata negli Archivi, la richiesta di rogatoria internazionale presentata dal Tribunale di Roma nel 2002 non risulta mai pervenuta" mentre "alle altre due è stato fornito regolare riscontro".
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