Giovani visitatrici della mostra permanente - Ateneo Pontificio Regina Apostolorun
Fede e scienza in dialogo davanti alla Sindone. Succede da quando la ricerca ha smussato i reciproci pregiudizi. Accade in particolare al Regina Apostolorum diventato punto di riferimento per lo studio del telo che secondo la tradizione avrebbe avvolto il corpo di Cristo deposto dalla croce. L’Ateneo pontificio dedica, infatti, alla Sindone una mostra permanente e uno specifico corso di studi. «Questa attenzione particolare – spiega padre Rafael Pascual docente di filosofia al Regina Apostolorum e coordinatore di Othonia (gruppo di ricerca sulla Sindone) – è nata perché abbiamo visto nella Sindone una realtà privilegiata dell’incontro, del dialogo tra la scienza e la fede cui è dedicato un Istituto del nostro ateneo. Siamo partiti con un master e delle conferenze ma poi ci siamo resi conto che non bastava, che ci voleva un programma di studi molto più ampio. E così è stato anche per la mostra “Chi è l’uomo della Sindone?” che abbiamo inaugurato 18 anni fa mentre il Diploma in Studi sindonici è giunto alla quindicesima stagione. Oggi lo offriamo in tre lingue, otto anni fa è nato il corso in inglese, sei anni fa quello in spagnolo».
Davanti alla copia della Sindone, identica all'originale - Ateneo Pontificio Regina Apostolorum
Per fare il punto sulla ricerca e, soprattutto per inaugurare la nuova versione della mostra permanente è stata organizzata a Roma (via degli Aldobrandeschi 190) domani, dalle 15.30 alle 18 una giornata di studi. La scelta della data non è casuale. L’11 dicembre ricorre infatti l’apertura della rassegna permanente, nel 2006, e la scomparsa, cinque anni più tardi, di padre Héctor Guerra, ideatore della mostra e tra i promotori del diploma. «Per quanto riguarda la mostra, fatti i salvi gli elementi fondamentali come la copia della Sindone, la scultura tridimensionale di Luigi Mattei e la corona di spine – prosegue Pascual – abbiamo rinnovato tutti i pannelli che avevano bisogno di un aggiornamento sia contenutistico che sotto il profilo grafico. In più si potrà accedere a degli approfondimenti tramite dei QR code che sono in preparazione. Domani inaugureremo la versione italiana della nuova mostra che, in inglese, abbiamo presentato negli Stati Uniti lo scorso luglio durante il Congresso eucaristico nazionale, tenutosi a Indianapolis, con file all’ingresso e un apprezzamento davvero grande».
Un particolare della mostra - Ateneo Pontificio Regina Apostolorum
L’appuntamento dell’11 dicembre a Roma ha un titolo significativo: “Sulle spalle dei giganti”. Richiama una celebre espressione di san Bernardo di Chartres: «Noi siamo come nani sulle spalle di giganti, così che possiamo vedere più cose di loro e più lontane, non certo per l'acume della vista o l'altezza del nostro corpo, ma perché siamo sollevati e portati in alto dalla statura dei giganti». Come si capisce, l’aforisma evidenzia l’importanza per l’avanzamento delle ricerche e della crescita culturale, del lavoro svolto dai grandi del passato. Domani, infatti, si ricorderanno figure che hanno dato un contributo decisivo alle ricerche sulla Sindone, come monsignor Giuseppe Ghiberti (lo farà Bruno Barberis dell’Università di Torino), padre Gianfranco Berbenni (ne parlerà Antonio Cassanelli del Centro diocesano di sindonologia Giulio Ricci a Roma), e Barrie Schwortz (il ricordo è affidato a Paolo Di Lazzaro, già ricercatore Enea). «Sono studiosi che hanno contributo sia alla mostra che al diploma – sottolinea padre Pascual –. La Giornata vuol essere un’occasione per ricordare come il loro impegno abbia favorito i progressi successivi».
La rassegna si intitola "Chi è l'uomo della Sindone?" - Ateneo Pontificio Regina Apostolorum
Il pomeriggio si concluderà con la consegna dei certificati agli studenti che hanno concluso il diploma di Studi sindonici. Un unicum nel panorama delle proposte accademiche. «Si tratta del corso più completo che esista sulla Sindone, in Italia ma direi anche a livello internazionale, con due semestri di lezioni e conferenze nei quali viene offerta una visione diciamo multidisciplinare degli studi con il contributo di specialisti che ci aggiornano costantemente sullo stato dell'arte delle ricerche». L’avvio del Diploma ha avuto effetti anche extra universitari. «Si è formato un gruppo, chiamato “apostolato della Sindone” impegnato a trasmettere le conoscenze acquisite, in conferenze, nelle parrocchie, eccetera. A livello italiano ma anche internazionale». Si tratta cioè, di progetti formativi che non si limitano a sé stessi. «Vale a maggior ragione per la mostra permanente, ormai quasi un punto di riferimento obbligato per chi viene in Ateneo. Visitarla lascia sicuramente un segno nei visitatori». Il telo sindonico non solo come oggetto di studio, insomma, ma anche strumento di crescita umana e culturale. Oltreché cristiana. «La Sindone, come diceva san Giovanni Paolo II, è una specie di sfida all'intelligenza, perché è stata oggetto di tantissime indagini di carattere scientifico da parte di esperti che hanno avuto la possibilità di studiarla direttamente, in modo non invasivo. Si pensi al famoso Sturp (cioè Shroud of Turin Research Project vale a dire progetto di ricerca sulla Sindone di Torino che nel 1978 ebbe il permesso di eseguire una serie di ricerche sul telo ndr). E questo senza trovare la risposta su come si sia formata quell’immagine sul lenzuolo. Dall’altra parte, per citare ancora san Giovanni Paolo II, la Sindone è specchio del Vangelo, rimanda al momento centrale del mistero della salvezza, che il mistero pasquale. Ci parla della passione e della morte perché è il Telo Sepolcrale che ha coperto il corpo di Gesù così come della risurrezione, perché quel corpo è stato lì soltanto alcune ore, non ha avuto nessun segno di decomposizione. I Vangeli ci dicono che quando i discepoli sono andati al sepolcro, hanno visto i teli giacenti. Sì, la Sindone, ripeto, ci porta al cuore della Pasqua.