martedì 10 agosto 2021
È tra le chiese più grandi nell’Appennino tosco-emiliano ed è dedicata a Santa Maria Assunta. Costruita in stile tardoromanico al suo interno custodisce molte opere d’arte
La Pieve di Popiglio dedicata a Santa Maria Assunta

La Pieve di Popiglio dedicata a Santa Maria Assunta - Creative Commons / Sailko

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La comunità di Popiglio è in festa per celebrare i 750 anni della sua pieve. Festa grande attorno alla “Piccola Cattedrale” della Montagna pistoiese che accende la candelina che segna i tre quarti di millennio dalla sua fondazione. Tanto è passato dal 1271, quando venne finita di edificare la pieve di Santa Maria Assunta dopo che la comunità locale aveva deciso di dotarsi di una chiesa più grande non badando a spese: si tratta infatti di una delle chiese più grandi di tutto l’Appennino tosco-emiliano. Per lavorare all’imponente facciata ispirata allo stile tardo romanico, con due bifore e una trifora e costruita in pietra serena, furono ingaggiati dei maestri scalpellini lombardi, i cosiddetti comacini, che eseguirono il lavoro dando prova del loro estro. La pieve è adesso lambita dalla statale 12, opera dei Lorena e conosciuta dai motociclisti di tutta Europa come parte della “Via dell’amore”, una strada che collega la Baviera al Mar Tirreno.

Il suo campanile, sempre in pietra serena, alto 22 metri, crea oggi un naturale restringimento di carreggiata che obbliga chi ci passa in macchina quasi a fermarsi e a regalare uno sguardo d’ammirazione a quella facciata imponente e austera. Al suo interno la pieve di Santa Maria Assunta permette invece di fare un viaggio nella storia dell’arte del nostro Paese. Assomiglia infatti a una Chiesa barocca romana del ’600: all’epoca, infatti, alcune famiglie popigliesi fecero fortuna alla corte dei Papi e finanziarono il restauro della chiesa del loro paese d’origine. Oggi si può ammirare un trittico di statue di marmo realizzato da allievi del Bernini. Ma ci sono anche alcuni quadri, in particolare di Sebastiano Vini, di ispirazione vasariana e debitori della pittura manierista fiorentina.

Senza contare quello che, per secoli, ha reso celebre il paese di Popiglio nella montagna pistoiese: ovvero l’arte della falegnameria. I maestri intagliatori hanno dato prova della loro cultura manuale in epoche diverse: ne sono testimonianza i confessionali, i pancali e il soffitto a cassettoni. L’anniversario della pieve di Popiglio viene celebrato in questi giorni in tono semplice (causa Covid), ma molto sentito, con un calendario di celebrazioni religiose e iniziative culturali che hanno preso il via domenica scorsa con una Messa nella chiesa del vicino convento delle suore a cui è seguita la tradizionale processione di Santa Maria per le strade del paese guidata dal parroco don Adam Tabiziewski.

Sarà invece il vescovo di Pistoia, Fausto Tardelli, a celebrare la Messa del 15 agosto. Nel frattempo, un incontro con Sandra Gesualdi su «don Lorenzo Milani e l’attualità della sua lezione» ha inaugurato ieri sera le iniziative culturali, in programma in chiesa alle 21, che proseguono questo giovedì con la presentazione degli aspetti storici e artistici della pieve, mentre lunedì 16 si parlerà anche di televisione e più in generale di mezzi di comunicazione di massa con il critico televisivo di Avvenire, Andrea Fagioli.

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