
La consegna del Pastorale da Regattieri al nuovo vescovo Caiazzo
«Servo di tutti». Usa queste parole nell’omelia il nuovo vescovo di Cesena-Sarsina, Antonio Giuseppe Caiazzo, per fare intendere con quale stile intende porsi verso la porzione di Chiesa a lui affidata. L’ingresso in diocesi si è tenuto domenica scorsa - 16 marzo - in una Cattedrale, a Cesena, che non contiene i tantissimi fedeli presenti. In prima fila ci sono da una parte autorità civili e militari guidate dal prefetto di Forlì-Cesena, Rinaldo Argentieri e dal sindaco di Cesena, Enzo Lattuca, che poco prima l’ha accolto in piazza del popolo assieme ai sindaci del territorio e gli ha donato una bicicletta. Dall’altra la foltissima schiera di familiari e amici giunti da ogni parte d’Italia. Davanti a loro, trovano posto diverse persone disabili che il nuovo presule abbraccia a uno a uno prima dell’inizio della liturgia. Concelebrano 15 vescovi con il presidente della Conferenza episcopale dell’Emilia Romagna, l’arcivescovo di Reggio Emilia-Guastalla Giacomo Morandi, e oltre cento sacerdoti. Sull’altare anche una cinquantina di diaconi.
L'arcivescovo Caiazzo, che arriva a Cesena dopo nove anni trascorsi nella diocesi di Matera-Irsina e due anche in quella di Tricarico unita in persona episcopi, succede al vescovo Douglas Regattieri che ha guidato Cesena-Sarsina per 14 anni e ha lasciato per raggiunti limiti di età. «Si aprono davanti a te le porte dei cuori del territorio – dice il vescovo emerito rivolto al confratello, prima del passaggio di pastorale – che pulsa di vitalità imprenditoriale, di freschezza, di creatività, di gioiosità tipica della gente romagnola».
Al suo mare, in particolare a quello di Steccato di Cutro, nel cuore della Calabria, l'arcivescovo Caiazzo fa riferimento spiegando quale croce ha voluto baciare all’arrivo, in Cattedrale. Qualche mese, dopo la tragedia che si consumò nella notte tra il 25 e il 26 febbraio 2023, «raccolsi su quella spiaggia due pezzi di legno di quella barca e li inchiodai a forma di croce. Oggi ho voluto baciare quella Croce per ricordare i tanti crocifissi innocenti in tutto il mondo». Poi aggiunge, «mi inginocchio davanti alla sofferenza presente nei tanti calvari degli ospedali, delle cliniche e delle case di riposo, e nelle famiglie» e rivolge un saluto e un augurio anche a papa Francesco «perché possa tornare presto a guidare la Chiesa di Gesù Cristo nel pieno delle sue forze».
«Il mio compito – descrive la sua missione Caiazzo – è stare con il gregge che il Signore mi affida, che oggi si chiama Cesena-Sarsina, comunità che diventa la mia terra e il mio popolo, che già amo e che mi impegno a servire», con il desiderio di «camminare insieme», a cominciare dal pellegrinaggio diocesano a Roma di sabato prossimo in programma da tempo. Il vescovo viene per condividere un tratto di strada e «la storia di questa terra di Romagna – dice il nuovo pastore – che ha affrontato tante prove soprattutto negli ultimi anni a causa di alluvioni, ma continua a brillare». Rivolto ai laici, specifica, che sono chiamati a portare la testimonianza cristiana «come lievito che fermenta la pasta», per costruire «ponti di fraternità, seminando pace nei solchi della nostra storia».
Prima di consegnarsi alla protezione della Madonna del Popolo, patrona della diocesi, monsignor Caiazzo ricorda i giovani incontrati il giorno precedente all’abbazia benedettina del Monte. «A voi che mi avete confortato ieri sera, dico: voglio attingere alla vostra forza e vivere con voi come viandante di speranza»Poi aggiunge, fuori testo, «non avrei mai immaginato di incontrare tanti giovani (oltre mille, ndr). Sappiate che io ci sono».
