mercoledì 25 maggio 2016
​Padre Lombardi: è "normale" che vi sia “una differenza di opinioni sulla gestione di un Istituto così particolare come lo Ior, che non è una banca".
Ior. Consiglio di sovintendenza, due dimissioni
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Si accingono a lasciare il loro incarico due dirigenti dello Ior. Ne dà notizia un comunicato della Sala Stampa vaticana, che spiega come “completato positivamente l’iter per la recente approvazione e pubblicazione del Rapporto Annuale dell’Istituto per le Opere di Religione, due membri del Consiglio di Sovrintendenza, il dottor Clemens Börsig e il dottor Carlo Salvatori, seguendo la normativa in vigore, hanno presentato nei giorni scorsi le loro dimissioni al presidente della Commissione Cardinalizia di vigilanza sullo Ior”. Un passo, si spiega, che “va compreso nel quadro delle legittime riflessioni e opinioni circa la gestione di un Istituto di natura e finalità così particolari come lo Ior". I due consiglieri, prosegue la nota ufficiale, “hanno offerto un contributo competente e qualificato in questa fase importante per la stabilità e integrità dell’Istituto e la sua conformità non solo all’ordinamento interno vaticano ma anche agli obblighi assunti dalla Santa Sede a livello europeo. Il Presidente della Commissione cardinalizia ha perciò ringraziato i due membri del Consiglio e ha accettato le loro dimissioni”. Ora, conclude il comunicato, inizia, “nel pieno rispetto delle procedure previste, la fase dell’individuazione e della valutazione di nuove candidature adatte per occupare i posti divenuti vacanti nel Consiglio di Sovrintendenza”. Sarà necessario “qualche mese”, ha poi spiegato ai giornalisti padre Federico Lombardi, perché si compia l’iter per la sostituzione dei due consiglieri. E ad una domanda su quali siano i punti di divergenza di opinione tra i membri dimissionari e gli altri membri, il direttore della Sala Stampa vaticana ha definito “normale” che vi sia “una differenza di opinioni sulla gestione di un Istituto così particolare come lo Ior, che non è una banca. Importanti personalità del mondo bancario – ha osservato padre Lombardi – possono avere lecitamente posizioni differenti sui criteri di gestione”.
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