venerdì 24 giugno 2016
Il Volo a Cracovia: «Il nostro sogno? Cantare per Papa Francesco»
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Un mazzo di fiori offerto alla Madonna e una preghiera personale nella Santa Casa di Loreto. Così i tre giovani tenori de «Il Volo», Piero Barone, Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble, avevano spiazzato tutti il 17 maggio, siglando la loro partecipazione alla prossima Gmg di Cracovia insieme ai giovani marchigiani. Dopo essere stati acclamati in tutto il mondo, i ragazzi a luglio concluderanno i loro impegni con Una notte magica - tributo ai Tre Tenori che si terrà l'1 luglio in Piazza Santa Croce a Firenze, con Placido Domingo (che con José Carreras e Luciano Pavarotti 26 anni fa compose il celebre trio) a dirigere eccezionalmente in alcuni brani l'Orchestra del Teatro Massimo di Palermo. Concerto evento che a  settembre uscirà in tutto il mondo per Sony Music in cd e dvd. I tre ragazzi del Volo chiuderanno il loro tour il 4 luglio all'Arena di Verona. Dopodiché, lasciate le luci dei riflettori, si uniranno ai loro coetanei sula via di Cracovia, per la Gmg che si terrà dal 26 al 31 luglio. Semplicemente per pregare, come raccontano a una voce, in esclusiva ad Avvenire.

Piero, Ignazio e Gianluca, come è nata la vostra iscrizione alla Gmg con i giovani marchigiani?Da rapporti di amicizia maturati nel tempo con persone, sacerdoti e volontari di Loreto. Sapere poi che la Madonna di Loreto è la patrona e la protettrice di chi vola, ci è sembrato molto più che una casualità: un vero e proprio evento molto significativo per noi che abbiamo scelto di chiamarci "Il Volo". La giornata è stata molto intensa e toccante. L'accoglienza da parte del Centro Giovanni Paolo II di Montorso – nella persona del direttore don Paolo Volpe e del suo staff – ci ha fatti sentire davvero a casa; location magnifica che davvero ti accende e ti scalda lo spirito e l'entusiasmo della gente davvero contagioso. Non il solito bagno di folla: qualcosa di più intimo e con un singolare clima festoso.

Confermate che sarete a Cracovia, ma non per cantare?Sì, saremo a Cracovia, noi con tutti gli altri giovani e soprattutto noi come tutti gli altri, per pregare, per stare insieme e vivere quelle giornate con lo spirito dell'amicizia e della preghiera. La Gmg è un modo unico per creare unione. Anche la musica è un momento di unione e partecipazione.

Voi non avete paura a dichiararvi cattolici e a Loreto avete pregato nella Santa Casa. Quanto è importante per voi la preghiera?Perché mai dovremmo avere questo timore? Siamo nati e cresciuti con questi principi e insegnamenti e oggi ne comprendiamo l'importanza ancora di più. Sì, quel momento di preghiera è stato un momento importante anche perché eravamo insieme ai nostri amici e a tante persone che ci vogliono bene. Chi non conosce l'esigenza del raccoglimento? Chi non ha necessità di quel momento di contatto con se stesso e con chi ci segue da lassù?

Come vi hanno trasmesso questi valori le vostre famiglie?Appunto. Tutti questi insegnamenti e questi valori dello spirito vengono dalle nostre famiglie. Non manchiamo mai di ricordarlo a ogni occasione con la speranza che anche i nostri tanti amici nel mondo non dimentichino questa importante realtà.

Una domanda per Piero: ci confermi che il crocifisso che porti sempre è quello di tua nonna?Sì il crocifisso che nonna mi ha dato è sempre con me. È una sua benedizione e un legame con la mia famiglia.

Quest'anno il Giubileo è dedicato alla misericordia: cos'è, per voi?La misericordia che papa Francesco ci ricorda in ogni suo intervento e in ogni occasione è una chiave essenziale per raggiungere quel bene comune per tutti che sembra una meta lontana e quasi impossibile, ma lui ci ricorda appunto di continuare a crederci e di fare ognuno la propria parte per raggiungerla.

È vero che il vostro sogno è cantare per papa Francesco?Certo. Non c'è stata ancora l'occasione per un incontro. Chissà se sarà possibile un giorno e magari dedicare a lui e a tutti insieme a lui una Ave Maria. Sempre che l'emozione ci permetta di cantare...

Quando cantate brani sacri, come nel vostro cd di Natale, come vi ponete nell'eseguirli?Pensiamo alle parole mentre interpretiamo e a chi le ha scritte: ci lasciamo trasportare dall'intensità di quelle musiche che per resistere nei secoli debbono per forza essere ispirate e quell'ispirazione è certamente la guida del nostro canto.

In qualche modo portando la musica italiana in giro per il mondo vi sentite un po' ambasciatori di pace e fratellanza?La musica è certamente un dono di Dio perché non divide, ma unisce e nasce dal cuore che è la sede in cui Dio abita. Quando la gente è felice canta; quando lo fa insieme, è un coro di sentimenti e di partecipazione. Girare il mondo e cantare per gente di ogni paese e ogni etnia ci fa sentire di portare gioia, pace e partecipazione. Anche se siamo così giovani non ci pesa tanta responsabilità, anzi la sentiamo come un dovere ed un'esigenza, un ricambiare il dono che Dio ci ha dato.

Siete famosissimi in tutto il mondo: quanto è difficile rimanere dei ragazzi semplici?Forse non ci rendiamo ancora veramente conto che è cambiato qualcosa. Cantiamo e questa è la cosa che amiamo di più. Piace a tanta gente è vero, ma perché montarci la testa? Sappiamo bene dai continui insegnamenti di chi ci segue, di chi ci aiuta nel lavoro e di chi ci guida, genitori in testa, che oggi è così e potrebbe durare tanto o poco. Per ora è un bellissimo sogno. Ecco un messaggio ai nostri coetanei: non rinunciate mai ai vostri sogni. Se avrete fede, e se vi impegnerete nel perseguirli, si avvereranno.

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