Schillaci: «I giovani ci hanno smentito, la politica ascolti Tor Vergata»

Il ministro della Salute, ex rettore dell'ateneo romano: «Raccogliere la loro domanda di pace. Le nuove generazioni possono cambiare la Sanità, più risorse in Bilancio. Fine vita? Una legge serve»
August 4, 2025
Schillaci: «I giovani ci hanno smentito, la politica ascolti Tor Vergata»
IMAGOECONOMICA | Il ministro della Salute Schillaci
«Quando si decise di svolgere il Giubileo dei Giovani a Tor Vergata ero ancora rettore, e diedi immediatamente la disponibilità. Sapevo che l’incontro tra quest’area periferica di Roma e i giovani avrebbe di nuovo realizzato un connubio unico, speciale, lanciando un messaggio per il mondo che ora abbiamo il dovere di raccogliere. Non solo la Chiesa, ma anche la politica». Orazio Schillaci, ministro della Salute, è stato prima professore e poi preside alla facoltà di Medicina e Chirurgia dell’università Tor Vergata, per poi diventare rettore dell’ateneo nel 2019. Domenica era l’unico ministro del governo presente alla messa presieduta da papa Leone, a fianco al sottosegretario Alfredo Mantovano. Per lui quasi un atto dovuto, una “restituzione”: «Negli spazi riempiti dai giovani nei giorni scorsi ho trascorso 22 anni, ho visto crescere questo territorio e sapevo che vederlo al centro delle attenzioni mondiali mi avrebbe dato profonda emozione. Ma quanto ho provato, anche come cattolico praticante, è andato oltre: ho capito che questa domanda di spiritualità ha a che fare con il compito di ciascuno di noi, e anche con il mio lavoro da ministro della Salute».
In che modo, ministro?
Questo milione di ragazzi non era una scenografia. Porta delle domande che non possiamo più permetterci di non ascoltare. Domande di senso, ma anche domande di futuro, di pace, di fraternità. Chi pensa che tutto ciò riguardi solo la Chiesa si sbaglia. La risposta tocca a tutti. Dobbiamo farci carico di un’alleanza tra i giovani, le istituzioni, le università e la politica, perché le loro aspettative sono sane e se resteranno disattese vorrà dire che abbiamo sbagliato tutto.
Eppure la politica è sembrata quasi distante da questo grande appuntamento...
Voglio leggere questo dato in positivo, l’ho interpretato come un desiderio di lasciare spazio ai giovani, di non occupare un momento che era tutto loro e di papa Leone. Conta quello che accade da ora in poi. Dovrà ricredersi chi legge il vissuto giovanile in modo semplicistico e sempre negativo. Deve riflettere anche chi si dichiara “sorpreso” da questo desiderio di interiorità che viene da una generazione spesso considerata lontana dalla fede e in generale dai valori. Ma non ci si può fermare a una presa d’atto, questa energia va veicolata.
In quale direzione?
Penso ad esempio alla sanità. I numeri per partecipare ai test sono altissimi. Ho passato la vita a parlare con i giovani medici. Bene, dobbiamo creare il contesto perché incidano, perché le loro capacità, unite alla ricerca scientifica e tecnologica, portino verso il futuro la nostra Sanità, restando fedeli ai principi di 47 anni fa che non vanno toccati: universalità, gratuità, curvatura sui più deboli.
Si può tradurre questa ambizione in misure concrete?
Tra pochi giorni avrò un incontro con il ministro Giorgetti e parleremo di Bilancio. Ma in fondo le priorità che gli sottoporrò hanno a che fare con questi ragionamenti: servono risorse per assumere medici, infermieri, operatori sanitari e sociosanitari, per trattare meglio economicamente chi svolge questa professione fondamentale, per potenziare il pronto soccorso e alcune aree in sofferenza, in particolare oncologiche. Senza risorse non possiamo aprire spazi alle nuove generazioni, fermo restando che resta il tema enorme, per la Sanità italiana, di spendere bene i soldi che già ci sono.
In tema di domande di senso, immagino lei avrà una sua posizione anche sulla legge per il fine vita in discussione al Senato...
Credo che bisogna dare una risposta su un argomento molto complesso, che interpella profondamente le sensibilità personali e su cui la Corte costituzionale si è espressa più volte. Il testo della maggioranza rappresenta una buona base, non possiamo lasciare questo tema alle singole Regioni.
Darà il suo parere sul ruolo della Sanità all’interno di questa legge?
Ritengo che la scelta debba appartenere al Parlamento, che deve decidere in piena libertà e trovando la formula migliore per contemperare le diverse sensibilità su questo tema che davvero interpella le coscienze.

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