venerdì 17 agosto 2018
L'arcivescovo Martin, primate della Chiesa d'Irlanda: Amoris Laetitia, messaggio di misericordia nella complessità. Uno spazio dedicato anche al soloroso tema degli abusi
L'arcivescovo Martin (Siciliani)

L'arcivescovo Martin (Siciliani)

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Un’opportunità planetaria, una preziosa occasione di confronto sui temi della famiglia e non solo, lo stimolo anche per una verifica interna. Diarmuid Martin, dal 2004 arcivescovo di Dublino e primate d’Irlanda, ha ben presente la posta in gioco del IX Incontro mondiale delle famiglie che tra pochi giorni si aprirà nella sua diocesi (25-26 agosto).

Diplomatico di lungo corso (è stato dal 2001 al 2004 Osservatore permanente della Santa Sede all’Onu e prima ancora sottosegretario e segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace), Martin è consapevole della funzione di spartiacque rappresentata da un grande evento ecclesiale. Giovane teologo partecipò al Sinodo sulla famiglia del 1980 e vide nascere la rivoluzione di Familiaris consortio, di cui oggi si tende troppo spesso a minimizzare la portata.

Poi, 35 anni dopo, ha vissuto ancora da protagonista al doppio Sinodo 2014-2015, la nuova svolta di Amoris laetitia. Sviluppi sorti da dibattiti e confronti che per l’arcivescovo di Dublino sono sempre e comunque positivi per inquadrare opportunamente i problemi delle famiglie in quel clima di secolarizzazione che, per quanto riguarda l’Occidente, tocca tutti da vicino. «Spesso parliamo dei problemi delle famiglie – osserva l’arcivescovo Martin – forse è il caso di parlare di sfide. Noi in Irlanda parliamo dei problemi dei senzatetto, dei disoccupati, dei rifugiati, ma quelle sono tutte famiglie e i loro problemi ci devono riguardare da vicino. E allora diciamolo: la famiglia è centrale in tutte le emergenze sociali».

Come è centrale nelle dinamiche educative la cui complessità oggi investe però, oltre che genitori e figli, anche Chiesa e scuola. Una trasformazione che, soprattutto nella cattolica Irlanda, impone considerazioni coraggiose: «Sì – riprende l’arcivescovo di Dublino – ai miei tempi bastava nascere in Irlanda e si era subito cattolici. Ma oggi le vocazioni non arrivano più dai collegi cattolici ma dalle scuole statali. Perché lì un giovane che riflette sulla fede, nel confronto con la laicità, diventa molto più maturo di uno che cresce in un ambiente protetto».

Riflessione coraggiosa che si può applicare in modo quasi identico al tema delle giovani coppie che oggi, anche in Irlanda, arrivano al matrimonio sempre meno frequentemente. Le percentuali non sono quelle, quasi irrisorie, di alcune capitali europee. A Parigi per esempio si sposano meno del 20% delle coppie, a Berlino siamo al 15%, «Dovremmo essere tranquilli – osserva ancora Martin – perché in Irlanda siamo ancora al 70% ma anche da noi la flessione è sensibile e lo sarà ancora di più tra qualche anno. I motivi? I soliti, la fede sempre meno accolta dai giovani, anche difficoltà concrete, come il lavoro e la casa. Per questo l’Incontro mondiale delle famiglie ci ha dato l’occasione per una serie di percorsi in modo tale da aiutare giovani e famiglie a riflettere sul senso del matrimonio e della fede».

Che è poi il tema di fondo declinato anche da Amoris laetitia nei vari momenti della vita di coppia e di famiglia. Il fatto che l’Esortazione postsinodale sia al centro dell’evento ecclesiale 2018 offre l’opportunità non solo per promuoverne la diffusione ma anche per proporre nuove modalità di applicazione. «Occorre cogliere ogni capitolo nella sua originalità – sottolinea l’arcivescovo Martin – e non dimenticare che il tema che attraversa tutta Amoris laetitia è quello della misericordia, dell’incoraggiamento di chi sbaglia, non solo delle condanne. Ma gli argomenti affrontati in questo documento sono davvero tanti. Così in questi giorni a Dublino cercheremo di trattarne il maggior numero possibile».

Compresi gli abusi sessuali che in questi ultimi anni hanno pesantemente investito la Chiesa irlandese. «Sì ne parleremo – conferma il primate irlandese – ma ricordiamo che abbiamo già affrontato questi scandali e non abbiamo mai cercato di nasconderli. Parlo per me ma anche per tanti altri confratelli. Ho consegnato alla Commissione governativa 80mila documenti. Scelta utile e positiva perché la verità ci renderà liberi, anche se come in questo caso – conclude Martin – non si tratta di una verità particolarmente piacevole».

All’Incontro mondiale delle famiglie il tema degli abusi sessuali verrà trattato in un focus, che doveva essere presieduto dal cardinale Patrick O’Malley di Boston, presidente della Commissione pontificia per la tutela dei minori, trattenuto in patria proprio da vicende legate ad abusi negli Stati Uniti.

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