mercoledì 19 febbraio 2020
Dall’emarginazione in Grecia all’intolleranza contro i cattolici in Spagna. In Italia è deriso chi crede
A Bari si parlerà anche dei cristiani derisi, messi in difficoltà, ma anche odiati in Europa

A Bari si parlerà anche dei cristiani derisi, messi in difficoltà, ma anche odiati in Europa - Siciliani

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Anche nella civile Europa l’aggettivo “cattolico” – associato a una persona o a una visione della società – può diventare uno stigma.

Accade ad esempio in Grecia dove il cristiano in comunione con Roma viene considerato un uomo o una donna di serie B. Perché siamo in una terra a maggioranza ortodossa in cui la cittadinanza greca implica l’appartenenza alla Chiesa nazionale. E chi è cattolico viene emarginato. «In diverse diocesi – spiega l’arcivescovo di Atene, Sevastianos Rossolatos – i laici hanno dato vita a organizzazioni che hanno la denominazione “grecocattolica”. Un modo per rivendicare l’uguaglianza dei diritti».

Ancora più difficile è essere cattolici e rifugiati, magari africani sbarcati nelle isole dell’Egeo. «Profughi che nei campi d’accoglienza subiscono discriminazioni in quanto cattolici – racconta l’arcivescovo –. Essendo la maggioranza musulmana, una croce al collo può dare molto fastidio. Ecco perché la Caritas si impegna a proteggerli offrendo loro un’abitazione in modo che lascino i campi».

Il continente, ha detto papa Francesco nel discorso alla Curia Romana, è una terra dove ormai la fede viene «derisa e ridicolizzata».

E il cardinale Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, denuncia: «Le profanazioni continuano a crescere in Europa».

A cominciare dalla Francia dove «i recenti atti sulle statue della Vergine Maria mostrano quanto questi gesti siano il risultato di un barbaro odio». L’ultimo dossier di Aiuto alla Chiesa che soffre spiega che oltralpe, in base ai dati del ministero degli Interni, «il totale degli episodi anticristiani è aumentato drasticamente». In un anno sono stati oltre ottocento i siti cattolici colpiti da atti vandalici. Dopo gli attentati terroristici del 2015, sono stati sottoposti a sorveglianza numerosi edifici religiosi: quelli cristiani presidiati dalle forze dell’ordine sono 2.400.

Nella cattolica Spagna il rapporto rivela un «numero crescente di episodi di intolleranza anticristiana commessi da gruppi laicisti». Dagli insulti sui media alle aggressioni, il Paese fa i conti con un’offensiva preoccupante. Si sono moltiplicate le profanazioni dell’Eucaristia. E si registra un’escalation di furti religiosi: immagini sacre, crocifissi, tabernacoli.

E l’Italia? «La comunità ecclesiale ha più volte espresso inquietudine riguardo al diffuso sentimento anticlericale e alla promozione di valori anticristiani – riassume con efficacia il dossier –. I cattolici sono spesso attaccati quando esprimono pubblicamente le loro opinioni su questioni sociali ed etiche come l’aborto, le unioni gay o l’eutanasia». E in questi mesi le critiche alle aperture sul suicidio assistito si sono portate dietro invettive e censure.

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