giovedì 11 febbraio 2021
Oggi la chiusura in Laterano della fase diocesana della causa di beatificazione del fondatore del Movimento Pro Sanctitate
Don Giaquinta nel suo studio al Vicariato di Roma

Don Giaquinta nel suo studio al Vicariato di Roma

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L'«apostolo della santità» si appresta a diventare santo. Si chiude infatti oggi la fase diocesana della causa di beatificazione e canonizzazione di monsignor Guglielmo Giaquinta, vescovo di Tivoli e fondatore del Movimento Pro Sanctitate.

Questa mattina, a mezzogiorno, nella Sala degli Imperatori del Palazzo Apostolico Lateranense a Roma, il cardinale vicario Angelo De Donatis presiederà il rito, alla presenza della postulatrice Marialuisa Pugliese e di una trentina – tante sono le persone ammesse nel rispetto delle misure governative – di appartenenti alla realtà ecclesiale fondata da Giaquinta nel 1947, che accoglie laici, consacrate, sacerdoti (prevista la diretta sulla pagina Facebook della diocesi di Roma).

​"Tutti santi, tutti fratelli"

«Tutti santi, tutti fratelli!» è il loro motto, lo stesso che ha guidato il cammino di monsignor Giaquinta durante la sua vita. Nato a Noto nel 1914, si trasferisce a Roma con la famiglia quando è ancora un bambino, e nella Capitale frequenta prima il Seminario minore e poi il maggiore. Viene ordinato sacerdote il 18 marzo 1939. Mentre prosegue a studiare diritto, inizia la sua attività pastorale come collaboratore e poi come vicario parrocchiale a Santa Maria ai Monti, nel centro storico. Nel 1946 è nominato promotore di giustizia e difensore del vincolo presso il Tribunale del Vicariato di Roma, dove in seguito svolgerà anche il compito di giudice. Sempre in Vicariato, negli anni ricopre i ruoli di responsabile dell’Ufficio disciplina del clero e di segretario generale. Assume anche l’incarico di rettore della chiesa della Madonna di Loreto al Foro Traiano (1949) e di assistente diocesano della Donne di Azione cattolica.
«Sacerdote austero, fedelissimo alla preghiera, disponibile al dialogo – così lo ricorda la postulatrice che lo ha conosciuto personalmente –, venendo a contatto con la ricerca e le attese di tanti uomini, scopre sempre più chiaramente la sete divina, cioè il desiderio da parte di Dio di raggiungere ogni creatura con il suo amore e la sua salvezza; nella contemplazione e nella riflessione teologica intuisce nella chiamata alla santità la vocazione fondamentale dell’uomo». Iniziano così sotto la sua guida i primi incontri della Pro Sanctitate, mentre nel 1950 nascono le Oblate Apostoliche, consacrate in vita fraterna. È del 1957, poi, la prima Giornata della santificazione universale, mentre nel 1962 parte l’attività dei Convegni sacerdotali e il gruppo degli Apostolici Sodales, ispirati alla spiritualità del Cenacolo.

La nomina a vescovo di Tivoli

Nel 1968 monsignor Giaquinta viene nominato vescovo di Tivoli; durante gli anni di episcopato ricopre diversi incarichi nella Conferenza episcopale, tra i quali la presidenza della Commissione per il clero. Per motivi di salute rassegna le dimissioni nel 1986; l’anno successivo torna a Roma. Affronta la malattia con pazienza e serenità; si spegne al Policlinico Gemelli il 15 giugno 1994.
«Ho conosciuto monsignor Giaquinta quando avevo 17 anni – rievoca Pugliese, consacrata delle Oblate Apostoliche – e sono subito rimasta colpita non tanto dalla sua persona, quanto dalla forza del suo messaggio: tutti siamo chiamati a essere santi. Per lui la santità è vocazione di ogni uomo. La scorge nelle pieghe nascoste del cuore umano; la legge e la rilegge appassionatamente nelle pagine della Bibbia; ne riscontra le orme nella meravigliosa storia della Chiesa; la contempla nel cuore della Trinità e nelle piaghe di Cristo Crocifisso; la vede risplendere nel grande progetto della Redenzione».

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