giovedì 30 settembre 2021
La scelta del vescovo di Grosseto Giovanni Roncari, da lui già manifestata nella diocesi di Pitigliano-Sovana-Orbetello
Una madrina tiene la mano sulla spalla della cresimanda

Una madrina tiene la mano sulla spalla della cresimanda - Boato, foto d'archivio

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La decisione non è nuova - già presa in diverse diocesi in Italia - eppure ha suscitato molto clamore in Maremma la scelta del vescovo di Grosseto Giovanni Roncari - insediato da poco più di un mese - di arrivare alla graduale abolizione del padrino e della madrina della Cresima. Roncari ne ha dato disposizione attraverso un documento esplicativo consegnato al clero al termine delle tre giornate diocesane di formazione dedicate al cammino sinodale della Chiesa italiana e al cammino avviato con la Chiesa sorella di Pitigliano-Sovana-Orbetello, unita nella sua persona a quella di Grosseto.

Analogo orientamento il vescovo Roncari lo aveva assunto già nella diocesi di Pitigliano-Sovana-Orbetello, che guida dal 2015. La gradualità del provvedimento risiede nella volontà del vescovo di favorire nelle parrocchie un cammino che vada in questa direzione e che responsabilizzi sempre di più le stesse comunità nel farsi carico della formazione dei ragazzi.

Si dice sempre più spesso, talvolta con un pessimismo che va oltre il realismo, che la Cresima per molti è il Sacramento dell’addio, mentre invece papa Francesco ripete che è «un punto di partenza nella vita cristiana». Se così è, la volontà del vescovo Roncari, cappuccino e storico della Chiesa con una lunga esperienza di parroco a Firenze, è quella di favorire quella «conversione pastorale», necessaria per uscire dal «comodo criterio del si è fatto sempre così», per guardare la realtà con occhio libero, rinnovando anche prassi che, col tempo, si sono appesantite o hanno perso le motivazioni di fondo.

La convinzione di padre Roncari si è ulteriormente rafforzata dopo il Motu proprio con cui papa Francesco ha istituito il ministero del catechista. Mentre, a proposito della genesi della figura del padrino e della madrina, ricorda: «Sono nati come garanti di una formazione cristiana già avvenuta nel Battesimo degli adulti e garanti di una futura formazione-testimonianza cristiana nel Battesimo dei piccoli. La loro evoluzione-involuzione è sotto gli occhi di tutti: si scelgono spesso persone per ragioni affettive, di parentela, di convenienza sociale che poco hanno a che fare con la formazione cristiana che invece viene impartita da altri. Tutto sembra esaurirsi, salvo qualche felice eccezione, alla presenza durante la liturgia sacramentale».

Nel concreto, dunque, che cosa cambia in Maremma? In primo luogo che al momento di ricevere la Cresima il cresimando si avvicinerà al vescovo «accompagnato da un genitore, oppure da un catechista oppure da solo, dicendo il proprio nome» per ricevere l’unzione crismale. Inoltre al termine della Messa, prima della benedizione finale, il vescovo affiderà al gruppo del dopo Cresima o comunque alla realtà giovanile della singola parrocchia o vicaria i nuovi cresimati per continuare così il cammino cristiano.

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