giovedì 12 gennaio 2023
Nury Turkel ha incontrato l'arcivescovo Gallagher. Al centro dei colloqui la Cina e la «delusione» americana per la conferma dell'Accordo provvisorio sulla nomina dei vescovi
In Vaticano il presidente della Commissione per la libertà religiosa
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Il presidente della Commissione Usa per la libertà religiosa nel mondo (Uscirf), Nury Turkel, è stato ricevuto questa mattina in Vaticano dal “ministro degli esteri” della Santa Sede, l’arcivescovo Paul R. Gallagher. Il colloquio, durato circa 45 minuti, è stato dedicato principalmente alla Cina.

Turkel, 53 anni, è nato in un campo di rieducazione durante la Rivoluzione culturale e lì ha trascorso i primi mesi della sua vita insieme alla madre. È arrivato negli Stati Uniti nel 1995 come studente e nel 1998 ha ricevuto lo status di asilo. Oggi è un noto avvocato, che porta la causa uiguri a livello internazionale e dal 2020 è membro della Uscirf su designazione dell'allora speaker della Camera, la democratica Nancy Pelosi. Nel 2022 ha pubblicato un suo libro di memorie: “No escape. The true story of China’s Genocide of the Uyghurs”. Nel giugno 2021 l’Università cattolica di Notre Dame in Indiana gli ha conferito il Notre Dame Prize for Religious Liberty.

Turkel, parlando con alcuni giornalisti riuniti nell’Ambasciata presso la Santa Sede, ha riferito di aver ribadito in Vaticano la «delusione» bipartisan degli Stati Uniti per la conferma dell’Accordo provvisorio tra Santa Sede e Pechino sulla nomina dei vescovi. Per Turkel Pechino usa l’Accordo per giustificare la repressione delle comunità cristiane clandestine e per punire i sacerdoti che non vogliono aderire all’Associazione patriottica. Il presidente della Uscirf ha anche sollevato il caso del vescovo Joseph Zhang, riconosciuto dal Vaticano ma non dal governo cinese che lo ha messo agli arresti nel 2021. E ha elogiato la figura del «coraggioso» cardinale Joseph Zen, vescovo emerito di Kong Kong.

Turkel si è detto «pienamente soddisfatto» per il modo «molto cordiale» con cui è stato accolto dall’arcivescovo Gallagher. «Ma non posso parlare per lui», ha aggiunto. L’impressione è che il “ministro degli esteri” vaticano abbia prevalentemente ascoltato. Lunedì papa Francesco, nel discorso di inizio d’anno al Corpo diplomatico, ha voluto ribadire che l’Accordo con la Cina è stato prorogato «nel contesto di un dialogo rispettoso e costruttivo», con l’auspicio che «tale rapporto collaborativo possa svilupparsi a favore della vita della Chiesa cattolica e del bene del Popolo cinese». Turkel ha specificato di non percepire segnali che il Vaticano abbia intenzione di recedere dall’Accordo, ma la sua speranza è che la Santa Sede a partire da esso sappia costruire «una situazione diversa».

Turkel ha detto anche che la Commissione è molto preoccupata per la situazione della libertà religiosa in altri Paesi, come la Nigeria e il Nicaragua. Non avendo avuto tempo per esporre le sue osservazioni al riguardo si è riservato di inviare a monsignor Gallagher una relazione in proposito tramite la nunziatura di Washington.

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