giovedì 19 maggio 2016
Il presidente della Cei: «Crescere sempre di più nell'impegno a favore delle famiglie». Quanto all'ipotesi di un referendum abrogativo: «Le iniziative sono in mano ai laici e sono portate avanti dai laici». Il documento dell'Assemblea generale della Cei I Com'è stato usato l'8x1000 nel 2015
Bagnasco: «Cosa occorre per la famiglia in Italia»
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«Sulle unioni civili non ho dato giudizi di valore o di merito». Lo ha spiegato il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, rispondendo alle domande durante la conferenza stampa a conclusione della 69ª Assemblea generale della Cei. Leggi il comunicato finale dell'Assemblea generale della Cei«Ho semplicemente condiviso con i miei confratelli vescovi – ha spiegato il presidente della Cei – le voci che raccogliamo per strada, nelle case della gente, in mezzo alle persone semplici con cui noi vescovi siamo a contatto tutti i giorni». «Cerchiamo di dare voce, in tutti i campi, alla nostra gente», ha sintetizzato Bagnasco a proposito delle affermazioni contenute nella relazione della seconda giornata all’interno della quale ha toccato «questioni che la gente ritiene gravi, avvertite come tali dal popolo: l’occupazione, la demografia, cioè la natalità estremamente bassa, e la crescente preoccupazione per la ludopatia».«Come sempre noi pastori diamo voce alla nostra gente», ha ripetuto il cardinale. Referendum: «Iniziative portate avanti da laici»«Crescere sempre di più nell'impegno a favore delle famiglie, nella pastorale famigliare, questo sì». Quanto all'ipotesi di un referendum abrogativo, avanzato da alcuni parlamentari cattolici, «Si tratta di iniziative che sono doverosamente portate avanti da laici: saranno portate avanti da laici», ha spiegato il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, rispondendo alla domanda di un giornalista – nel corso della conferenza stampa conclusiva dell’Assemblea dei vescovi – su eventuali “indicazioni” della Conferenza episcopale italiana in merito alle attività dei vari Comitati che stanno sorgendo in vista dei referendum di ottobre.Lavoro nero è «peccato mortale» e «piaga» per migranti e italiani Il lavoro nero “è un peccato mortale”. Non lo dice solo il Papa, ma anche il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, che a margine della conferenza stampa conclusiva dell’Assemblea dei vescovi si è detto d’accordo con le parole di Francesco e ha definito il lavoro nero “una piaga”, da una parte “per i disperati che vengono da noi in cerca di un mondo migliore e si accontentano di un lavoro sottopagato”, dall’altra “anche per gli italiani che piuttosto che non fare niente si assoggettano” a queste condizioni e a una pratica che non è altro che “sfruttare l’indigenza”, ha sintetizzato il presidente della Cei.Nella consueta omelia mattutina della Messa celebrata a Santa Marta, aveva tuonato: “Chi accumula ricchezze con sfruttamento, lavoro in nero, contratti ingiusti, è una sanguisuga che rende schiava la gente”.
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