venerdì 31 agosto 2018
Il segretario di Stato: spero si lavori cercando verità e giustizia. Gänswein: Benedetto XVI non ha mai confermato il memorandum scritto dall’ex nunzio
Il cardinale Pietro Parolin

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Ancora reazioni vaticane al memorandum dell’arcivescovo ed ex nunzio Carlo Maria Viganò, diffuso domenica scorsa. Una denuncia delle presunte coperture di cui avrebbe goduto da parte dei vertici della Santa Sede, compreso papa Francesco, l’ex cardinale statunitense Theodore McCarrick, in merito alla sua doppia vita, alle molestie sessuali e agli abusi di potere nei confronti di sacerdoti e seminaristi. Papa Francesco è «sereno, ha la capacità di avere un approccio molto sereno» ha detto al portale Vatican Insider il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato.

«Non è possibile esprimere altro che dolore di fronte a queste cose, grande dolore» ha aggiunto il porporato, «io spero che tutti lavoreremo nella ricerca della verità e della giustizia, che siano questi i punti di riferimento e non altre cose. Certamente la situazione non è per nulla preoccupante». In merito alle questioni specifiche sollevate da Viganò, per Parolin «è meglio non scendere nei dettagli su queste cose. Ripeto ciò che ha detto il Papa: leggetelo voi e fatevi un vostro giudizio. Il testo parla da sé». «Confermo fortemente ciò che ho già detto al riguardo» è stata la stringata dichiarazione rilasciata all’ Ansa dall’arcivescovo Georg Gänswein, segretario particolare di Benedetto XVI e prefetto della Casa Pontificia, il quale nei giorni scorsi aveva smentito che Ratzinger avesse confermato i contenuti del documento di Viganò, come fatto intendere da un articolo del New York Times . Intervistato da Repubblica, il cardinale Óscar Rodríguez Maradiaga, coordinatore del Consiglio dei cardinali (C9), ha quindi sottolineato che «trasformare notizie di ordine privato in un titolo- bomba che esplode diffondendosi in tutto il mondo e le cui schegge danneggiano la fede di molte persone non mi sembra un’azione corretta. Penso che una questione simile dovrebbe essere affrontata con criteri più sereni e oggettivi, non con una carica di espressioni amare come quelle usate dall’ex nunzio».

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